Abbiamo finalmente potuto giocare alla nuova creatura di uno dei padri di Halo. In questa recensione Disintegration si presenta come qualcosa di nuovo, un ibrido tra sparatutto e gioco strategico
Sebbene si tratti di un sparatutto differente a quelli cui siamo solitamente abituati, i rimandi alla tradizione ludica sono numerosi. Lo stile di gioco ci ha ricordato molto da vicino titoli come Forsaken o Descent, accompagnati da forti elementi vicini al genere strategico RTS. Vedere trailer o video gameplay può sicuramente aiutare a comprenderne lo stile, ma con tastiera o pad alla mano le cose sono molto differenti. In questa recensione della versione PC analizzeremo e cercheremo di farvi capire cosa Disintegration vuole innovare del mondo videoludico e cosa forse è andato storto.
Un nuovo inizio
Il gioco verrà pubblicato da Private Division ed è sviluppato da V1 Interactive, nuova casa di sviluppo con soli 30 membri capitanata da Marcus Lehto, fondatore di Bungie ed ex art director di Halo per buona parte della serie. Un nome che fa sperare grandi cose e che in buona parte è riuscito a trasmettere a questa sua nuova creatura. Il trailer di annuncio ha sicuramente fomentato molti di noi che speravano in un seguito spirituale oppure omaggio a Master Chief, tuttavia i temi trattati e lo stile di gioco sono nettamente differenti.
È giusto iniziare mettendo in chiaro che Disintegration non è il nuovo super blockbuster fantascientifico, ma un’opera che cerca di essere qualcosa di diverso senza rinunciare alla qualità. Tuttavia, come vedremo in questa recensione dedicata al single player di Disintegration, gli alti e bassi sono numerosi.
Delle premesse interessanti – Recensione Disintegration
Fin dai primi momenti è evidente quanto V1 Interactive stia facendo sul serio. Ogni parte fondamentale del gioco è narrata attraverso scene cinematiche finemente realizzate paragonabili al mercato tripla A. La prima dà inizio alla storia e ci presenta il protagonista Romer Shoa, una ex celebrità e un ex pilota di Gravicicli, la cui vita è colata a picco quando è stato rinchiuso sull’Iron Cloud dei Rayonne per contrabbando di veicoli.
Si tratta di una fortezza volante che ospita Fuorilegge e chiunque sia contrario a quella che viene chiamata Integrazione, cioè il trapianto del proprio cervello umano all’interno di una corazza robotica. Cambiamento che inizialmente poteva essere indipendentemente deciso dall’individuo “naturale”, ma che ora viene imposto e per chiunque non sia d’accordo con il regime, pena è la morte o reclusione. Romer è riuscito a fuggire e con una banda di Fuorilegge pianifica di ribellarsi.
Vogliamo saperne di più – Recensione Disintegration
I personaggi che incontriamo sono tutti interessanti e con personalità ben precise. Agnes è la schietta malinconica del passato, Coqui il simpaticone di turno che si controbilancia con Doyle molto più serio e con i piedi per terra. Le nostre conoscenze si amplieranno nel corso della storia, ma l’interesse iniziale che gli viene riposto non sempre sarà soddisfatto fino in fondo.
Le occasioni per approfondirne la conoscenza sono svariate e il gioco infatti, tra una missione e l’altra, ci lascia il tempo per chiacchierare con loro. Tuttavia lo scopo non è sempre narrativo, e quando lo è, riceviamo spesso frasi insoddisfacenti, certamente simpatiche e interessanti, ma troppo spesso fini a se stesse. La voglia di approfondire ciò che ci viene mostrato pervade tutta l’esperienza e di questa mancanza ne risentono anche i temi trattati. La passione degli sviluppatori è evidente, ma anche solo l’inserimento di un codex avrebbe soddisfatto la nostra sete di conoscenza.
Le basi di un gioco diverso – Recensione Disintegration
La lotta dei nostri Fuorilegge per assicurarsi la libertà e ottenere nuovamente un corpo naturale, procede attraverso una decina di missioni dalla durata totale di 10-12 ore giocandolo in difficoltà Maverick (cioè normale), ognuna delle quali ci metterà di fronte a scenari differenti. La visuale del giocatore è in prima persona attraverso gli occhi di Romer in sella al Graviciclo, cioè una moto anti gravità. Da qui avremo modo di affrontare i nemici sparando con l’arma principale o secondaria, che potrà essere di supporto o d’attacco. Sempre dall’alto del nostro mezzo avremo una buona visuale del campo di battaglia e dei nostri compagni a terra che potremo comandare.
La campagna single player si svolge perlopiù attraverso lunghi corridoi dove affronteremo Rayonne già appostati o in arrivo a ondate. Quando tutto vi sembrerà più caotico basterà premere E per attivare la modalità scansione, che permette di evidenziare i nemici e alcuni elementi interagibili.
Nei primi momenti di gioco potrebbe essere complicato controllare sia la moto che i propri compagni, ma procedendo in modo graduale diventerà tutto estremamente fluido e appagante. Premendo click sinistro spariamo con il Graviciclo e con destro decidiamo un luogo di ritrovo o un bersaglio da attaccare per l’intera squadra. Di ognuno di essi possiamo usare le abilità speciali che cambieranno con il proseguire della vicenda: granata stordente, bolla di rallentamento, salva di mortaio e altre ancora.
Alcune prime missioni sottotono – Recensione Disintegration
Il loro utilizzo è affidato a scorciatoie sul pad o tastiera e preferibilmente da usare in combo, in modo tale da massimizzare il danno e controllo sui nemici. Non avremo però modo di scegliere le nostre armi o compagni di squadra, tutte le missioni hanno armi e set-up prestabiliti. Ci sono fucili a pompa, gatling, razzi a ricerca, un fucile di precisione e altro, che accoppiate con altre armi e compagni di squadra diversi, vanno a cambiare costantemente il modo in cui affrontiamo le minacce.
Nemici che andranno affrontati tutti in modo diverso forzandoci ad utilizzare strategie dinamiche. Ad esempio i Rinoceronti sono enormi ma si stordiscono se colpiti alle spalle oppure i cercchini sono che vanno rallentanti per schivarne loro colpi. Tuttavia Disintegration fa un errore madornale, affidando inizialmente al giocatore l’accoppiata di armi più noiosa e inefficace di tutto il gioco, che purtroppo farà ritorno in un’altro momento critico dell’esperienza. Questo fa sì che le tre missioni iniziali possano sembrare lente e tediose.
Non bisogna però farsi sopraffare dall’amarezza in quanto il corpo della vicenda può creare assuefazione. Disintegration è un videogioco molto arcade con un livello di difficoltà in costante crescita e che necessita un alto grado di coordinazione tra elementi FPS e di strategia. Anche a fine esperienza è rimasta una notevole voglia di tornare e rifare alcuni capitoli, affrontandoli con difficoltà diverse o per completare le sfide, che possono consistere nello sconfiggere i nemici in un determinato modo, una corsa contro il tempo, non dover mai morire e altre ancora.
Ci si prende una pausa – Recensione Disintegration
Queste ultime ci vengono fornite tra un capitolo e l’altro in cui possiamo controllare Romer in terza persona e visitare la base dei nostri Fuorilegge. Prima di ogni missione avremo modo di sfruttare i materiali acquisiti durante la partita per potenziare il nostro personaggio o gli altri compagni Fuorilegge. Che siano per aumentare gli HP, danni o accorciare i tempi di ricarica delle abilità, i miglioramenti non hanno grosso impatto sul gameplay, ma sono comunque utili per dare un senso di progressione esterno alla trama.
In quanto a varietà i paesaggi non cambiano troppo spesso, dovranno tuttavia subire le nostre azioni. Case, muri di pietra e altri elementi di sfondo si distruggeranno gradualmente seguendo le sorti della battaglia. Pur non avendo un grosso peso sul gameplay è veramente soddisfacente far saltare in aria un pezzo di muro o vedere un’abitazione ridursi al proprio scheletro.
Esteticamente ispirato e performance granitiche – Recensione Disintegration
Una cosa che le ambientazioni comunicano quasi urlando, è l’ispirazione che Marcus Lehto ha acquisito e infuso nel gioco lavorando al primo capitolo di Destiny. Per quanto alcuni modelli non siano graficamente entusiasmanti (alcuni alberi e palazzi sono da mani nei capelli) il design urbano e quello naturalistico dimostrano una forte direzione artistica. Inoltre le cinematiche come già detto sono di superba qualità, molto di questo grazie a una fotografia e illuminazione di buona qualità.
Tutto bello finché gli umani aprono bocca manifestando enormi imprecisioni con il labiale. Tuttavia il doppiaggio è buono ma i modelli dei personaggi organici talvolta lasciano a desiderare. Quelli robotici sono invece graziosi pur non essendo estremamente originali, ricordano infatti molto da vicino gli Exos di Destiny. Ad accompagnarci sono anche le colonne sonore di Jon Everist, veterano del settore che ha lavorato a titoli come i più recenti Shadowrun e Battletech.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo riscontrato problemi di alcun tipo, mai una volta ci siamo incastrati con il nostro Graviciclo nei poligoni. Le performance sono state ottime per tutta la durata del titolo e dubitiamo che avrete grosse difficoltà a farlo girare rispettando i requisiti minimi. Le opzioni per calibrare l’esperienza in base alle nostre preferenze sono numerose, c’è addirittura la possibilità di mettere un limite degli FPS fino a 500. Una cosa che forse darà fastidio ad alcuni è l’impossibilità di regolare il FOV, ma se il gioco ha catturato la vostra attenzione ve ne dimenticherete ben presto.
Ecco infine le nostre considerazioni finali
Scrivere questa recensione è stato un come un rapido rollercoaster. Un percorso di continui alti e bassi che però sono sempre riusciti a tenerci interessati e impegnati. È a malincuore che abbiamo elencato i suoi difetti, perché nonostante tutto la sua curva di apprendimento ed originalità ci ha spinto a ritornare più e più volte sui vari capitoli.
Tuttavia siamo pienamente consapevoli che potrebbe non rientrare nei gusti di tutti, specialmente chi si aspettava uno sparatutto rapido e con una trama più profonda. Per finire consigliamo questo titolo a chiunque sia curioso di provare un titolo che osa fornire un gameplay diverso dal solito, e chi vuole farsi affascinare da una storia semi introduttiva per un’interessante universo. Se poi credete che gli elementi RTS non facciano per voi, abbassate la difficoltà ed iniziate a distruggere ogni Rayonne sulla vostra strada.
Il gioco di questa recensione, Disintegration, sarà disponibile in formato digitale dal 16 giugno 2020 per PlayStation4, Xbox One e PC. Per rimanere aggiornati su videogiochi e tecnologia vi consigliamo di continuare a seguirci sulle pagine di tuttoteK.
Punti a favore
- Gameplay dinamico
- Personaggi interessanti
- Buona rigiocabilità
Punti a sfavore
- Trama interessante ma superficiale
- Personalizzazione inesistente
- Prime missioni troppo lente
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