Torniamo a risolvere i casi più misteriosi assieme a Francis York Morgan, scopriamoli in questa recensione di Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
L’eredità da sostenere con questo seguito è parecchio pesante, si trova infatti nel tentativo di replicare una delle formule narrative e di medium più complesse: esser talmente brutto da diventare bello. Un bilanciamento che si può ottenere con una straordinaria direzione autoriale o puramente per caso. Hidetaka Suehiro, in arte Swery65, fu capace di sfruttarla in modo totalmente consapevole, traendo forza comunicativa da limiti di budget dovuti ad una gestazione molto travagliata.
Swery prese pesantemente ispirazione da I Segreti di Twin Peaks, tanto che il nostro agente Francis York Morgan è una copia più irriverente del detective Cooper. Ma non si fermò lì, cogliendo quanto possibile dal mondo del cinema e delle serie TV.
Il primo Deadly era quindi un magnifico Frankenstein: orribile da vedere ma dal cuore pulsante e ricco di passione. Lo è anche Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise come vedremo in questa recensione, ma sicuramente ci sono state maggiori difficoltà o fretta nello sviluppo di questo seguito, tanto da generare un abominio fin troppo disordinato e caotico, che talvolta ci ha fatto superare il limite di sopportazione. Scopriamolo insieme.
Dove eravamo rimasti
Questo secondo capitolo funziona sia da seguito che da prequel. Iniziamo infatti il gioco quattordici anni dopo gli eventi di Greenvale con Morgan severamente malato e che ha intrapreso una vita solitaria e tormentata dai suoi incubi. Da quando è andato in pensione è sempre stato sotto l’occhio dell’FBI e ora vogliono conoscere ulteriori dettagli sulla vicende che lo hanno coinvolto nel caso degli omicidi a La Carré nel Luisiana, prima ancora di quelli a Greenvale. Noi potremo giocare quegli eventi e a fine di ogni episodio torneremo a Boston riprendendo il filo della narrazione futura, un po’ come accade in Assassin’s Creed.
Il gioco vero e proprio parte quando l’agente speciale nel passato decide di andare a New Orleans per visitare alcune ambientazioni del film Il Bacio della Pantera. Tuttavia durante il percorso, viene derubato della macchina di servizio ritrovandosi solo con uno skateboard a disposizione. Per questo motivo decide raggiungere il paese più vicino, La Carré. Quella che doveva essere una vacanza si trasforma ben presto in un nuovo caso da risolvere. Una giovane ragazza appartenente alla famiglia più influente del luogo, è infatti stata uccisa in circostanze misteriose.
Un nuovo caso da risolvere tra una citazione e l’altra – Recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
York si impadronisce del caso iniziando a investigare, facendo così la conoscenza dei vari abitanti. Da una parte affronteremo investigazioni dominate dalla logica, altre invece porteranno sul piatto una grossa porzione di magia voodoo ed elementi soft survival horror. Ciò nonostante le situazioni spaventose ci sono sembrate meno impattanti rispetto al passato, questo è un peccato visto che sono piuttosto importanti alla narrazione. Colpevole è forse un gameplay deludente che non è riuscito a mediare, attraverso le azioni, i suoi temi.
Gli eventi principali di trama ci hanno infatti piacevolmente tenuti incollati allo schermo, costantemente curiosi sulle sorti di alcuni personaggi e sul dispiegarsi della trama stessa. Onnipresenti sono gli infiniti dialoghi tra York e Zach (la sua seconda personalità) che ci faranno scoprire mille retroscena e curiosità sul mondo del cinema, da opere cult ad altre più sconosciute. Inoltre i dettagli più insignificanti potrebbero far scattare piccoli monologhi e interessanti lamentele, similmente ai dialoghi apparentemente frivoli che si vedono nei film di Tarantino.
La terza personalità di York – Recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
Abbiamo infatti scoperto di quanto il nostro agente ami le docce con un’alta pressione dell’acqua, la sua nuova passione per i ponti oppure il fatto che il realismo di un film si definisca in base alle regole che si è posto. Quest’ultimo pensiero è quasi certamente un’autocitazione. Talvolta prigionieri di questi discorsi sono anche gli abitanti di La Carrè, che purtroppo ci hanno colpito di meno rispetto al capitolo precedente. Tuttavia alcuni sono stati capaci di ammaliarci, come Patricia Woods, la giovane collega di York, capace di tenere testa a ogni assurdo dialogo con l’agente.
Ciò nonostante nei suoi alti e bassi, la bellezza di cui abbiamo parlato fino ad ora viene parzialmente demolita da un gameplay sottotono ed un livello tecnico del gioco talmente basso che farebbe impallidire qualunque produzione.
Una deserta seppur interessante cittadina – Recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
Deadly Premonition 2 è un videogioco open world che si ambienta nella cittadina di La Carré, luogo che sulla carta dovrebbe essere interessante da visitare, ma si affossa sotto il peso di un design scialbo e povero. Nonostante la presenza di alcuni abitanti casuali, sfrecciare per le strade è un’azione che rimarca la desolazione della città. C’è proprio una fondamentale assenza di dettagli ed elementi che potrebbero renderla più interessane. Discorso diverso sono gli interni, ricchi di personalità e cura nei dettagli, meticolosamente ricreati prendendo ispirazione dal vero.
Tra dentro e fuori, la nostra ricerca del colpevole procede parlando con i vari personaggi, correndo da una parte all’altra della mappa e cercando indizi interagendo con punti esclamativi ben evidenti. Capiterà inoltre di dover completare missioni da facchino, raccogliendo da terra oggetti e portando qua e là fagioli rossi, code di scoiattolo e altro ancora.
Se già questo tipo di missioni in genere sono tra le più noiose nel gaming, ci si aggiunge la necessità di dover incontrare i personaggi all’interno di determinati giorni della settimana e orari del giorno. Per fortuna sono disponibili oggetti speciali in grado di far scorrere il tempo secondo le nostre necessità; tuttavia York inizierà ad aver realisticamente fame, perdendo stamina e necessitando di una doccia per evitare di puzzare e far scappare gli abitanti in preda al panico. Problemi facilmente risolvibili, ma che non sono agevolati dalla legnosità del gameplay e dalle lunghissime schermate di caricamento.
Qualcosa di più e altro di meno – Recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
Inoltre mentre esploriamo le strade di La Carré, York parlerà molto spesso tra sé e sé, il problema è che lo fa in modo talmente ripetitivo e automatico da risultare sfiancante, minando ancora di più il piacere degli spostamenti. Ci sono però due modi per velocizzarli: potenziando lo skate e sfruttando i viaggi rapidi con il taxi. Il primo avviene mettendo insieme speciali talismani dal venditore di merce voodoo, attraverso i quali possiamo anche migliorare svariate statistiche del nostro agente come i danni e la vita.
Statistiche che diventano utili ogni volta che York dovrà affrontare un presagio di morte, cioè le sezioni survival horror. Come in passato, ci troveremo in lunghi corridoi in cui avremo il compito di abbattere ogni nemico ultraterreno che ci troveremo di fronte. Tuttavia questo seguito ha subito una grossa riduzione nel divertimento data la quasi totale assenza di armi secondarie, oltre alla pistola a pallini di gomma.
Inoltre la varietà e design dei nemici lascia molto a desiderare. A confronto con il primo gioco sono stati aggiunti alcuni minigiochi, tra cui il bowling, il lancio del sasso e un percorso ad ostacoli con lo skate, che ci servirà ad ottenere alcuni trick.
Questi ultimi sono abbastanza piacevoli da sfruttare, ma troppo legnosi nell’uso da risultare quasi inutili. Per quanto problematico, il gameplay generale risulta comunque abbastanza “servizievole” e nei canoni della serie. Spesso infatti gioco è l’autore sono perfettamente consapevoli delle problematiche o delle frustrazioni causate al giocatore, rompendo la quarta parete in modo simpatico e intelligente. Addirittura York esprime il suo disappunto di fronte a queste fetch quest. Diventa quasi una sfida assieme a York da combattere contro l’autore. Ma è quando affianchiamo tutto questo ai problemi tecnici, che il livello di frustrazione raggiunge livelli stellari.
Il mistero di infittisce, come anche i problemi – Recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise
In sede di recensione Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise è stato un autentico disastro a livello tecnico. La stabilità del gioco è talmente flebile, che probabilmente abbiamo sperimentato ogni genere di bug possibile: siamo caduti nelle texture, svariati crash, freeze, i comandi hanno smesso di rispondere e tanto altro ancora. Da aggiungere anche delle performance decisamente sottotono nell’open world sia in dock che modalità portatile.
L’unico santuario di pace sono gli ambienti interni che, oltre ad avere il design più convincente, sono tra le uniche locazioni che offrono delle ottime performance. Da rimarcare sono anche i caricamenti biblici. Tutti problemi che stupiscono se pensiamo che la distanza visiva è addirittura inferiore al primo Deadly Premonition. Tuttavia Swery ha pubblicamente promesso di lottare con il producer per aggiustare alcuni di questi problemi.
Dal punto di vista puramente estetico e di design il lavoro svolto con il seguito rappresenta, per la maggior parte, un miglioramento. Ora c’è uno stile fumettistico molto più marcato grazie all’adozione del cell shading e i modelli dei personaggi sono di gradevole fattura. Inoltre i palazzi non sono più frutto di uno sfacciato copia incolla, ma sufficientemente diversificati, il problema sta tutto nella tristezza che li circonda.
Tiriamo le somme
È complicato dare una valutazione ad un titolo così tecnicamente disastrato in cui però è palese la mano di un autore appassionato. Il gioco offre infatti una trama molto interessante che siamo sicuri piacerà agli amanti del primo gioco. I luoghi e dialoghi sono ricchi di dettagli, che offrono numerosi spunti di riflessione e illuminano il giocatore di nozioni apparentemente inutili. York con le sue affermazioni logiche e fuori luogo trainano la vicenda con piacere, mantenendo sempre alto il livello d’interesse sul mistero che si nasconde dietro La Carré.
Il gameplay è una nota stonata, con alcuni passi avanti ed altri decisamente indietro, parte che inoltre più di tutte soffre della distrastrosa esecuzione tecnica sui poggia l’intero titolo. A tirare ancora indietro il voto è il prezzo di 49,99€, troppo alto per lo stato attuale delle cose.
Il gioco della recensione di oggi Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise, è stato sviluppato da TOYBOX Inc. e pubblicato da Rising Star Games, è ora disponibile esclusivamente su Nintendo Switch. Per rimanere aggiornati su videogiochi e tecnologia vi consigliamo di continuare a seguirci sulle pagine di tuttoteK.
Punti a favore
- Mistero appassionante
- Protagonista super carismatico
- Mano autoriale molto presente
Punti a sfavore
- Gameplay e sessioni horror sottotono
- Tecnicamente un disastro
Lascia un commento