Scopriamo insieme in questa recensione l’apocalisse zombie alla quale ci toccherà sopravvivere in Deadcraft
Che la tematica di un mondo post apocalittico negli ultimi anni abbia guadagnato una grande popolarità, non è certo un mistero. Numerose sono infatti le opere di successo che hanno deciso di pescare a piene mani da questo genere, declinandolo in diverse accezioni. Ce n’è per tutti i gusti: dall’apocalisse post guerra nucleare, raccontata in serie come Fallout (a questo link il nostro parere su Fallout 76) e Metro (qui la nostra recensione di Metro Exodus), per giungere ad un mondo in cui la società umana crolla sotto la minaccia di un’orda di morti viventi. Deadcraft, il titolo trattato nella recensione di oggi, sceglie di ispirarsi proprio a quest’ultimo filone, mettendo in piedi un titolo action con vari elementi survival. Scopriamo insieme più nel dettaglio cosa ci aspetta nell’apocalisse proposta da Marvelous.
Una nuova fine del mondo
Anno 20xx. La Terra è stata bombardata da una pioggia di meteoriti che hanno devastato la superficie e messo in ginocchio ogni forma di vita. I pochi che sono stati abbastanza fortunati da sopravvivere a quest’apocalisse si trovano però a fare i conti con un’altra grande minaccia: i meteoriti infatti hanno portato con sé un misterioso virus in grado di resuscitare i morti, trasformandoli in zombie affamati di carne. In questo contesto si svolgono le vicende di Reid, un sopravvissuto con abilità molto particolari che si imbarcherà in una storia di vendetta, mentre cerca di non soccombere al tragico scenario sopracitato.
Per quanto, termini di trama, Deadcraft mostri chiaramente l’intenzione di non prendersi troppo sul serio, le premesse narrative sulla quale si basa il titolo non brillano certo per originalità, ma, come vedremo meglio anche più avanti nel corso di questa recensione, gli sviluppatori hanno cercato di distinguersi dalla massa aggiungendo alcuni elementi meno ordinari. Il risultato è un’avventura che scivola via senza particolari pretese, fra personaggi bizzarri e dialoghi sopra le righe che qualche volta riescono a strappare un sorriso.
L’arte di sopravvivere – Recensione Deadcraft
Come abbiamo accennato anche nell’incipit di questa recensione, Deadcraft è un titolo action con elementi survival. Il giocatore sarà chiamato ad esplorare il mondo di gioco tramite una visuale è a volo d’uccello, per recuperare risorse e sconfiggere le varie minacce che gli si pareranno davanti. Oltre a preoccuparci della classica energia vitale e stamina, dovremo prestare attenzione anche a diversi altri bisogni del personaggio, come la fame, la sete e la stanchezza. Queste ultime sono rappresentate a schermo da degli indicatori che diminuiranno col tempo o svolgendo varie azioni, e sarà nostro compito recuperare e gestire le risorse disponibili nel mondo di gioco, per evitare di subire malus che, se non staremo attenti, porteranno il nostro alter ego ad una brutta fine.
Il sistema escogitato dagli sviluppatori risulta invero piuttosto semplice da comprendere, e non occorrerà molto prima di assimilare il ritmo di gioco, anche perché le risorse (almeno nella loro forma base) non sono poi così difficili da recuperare e ricompariranno ad intervalli regolari quasi sempre negli stessi luoghi. Certo, limitarsi a consumare carne di ratto avariata ed acqua stagnante non basterà per sopravvivere, non costituendo esattamente una dieta sana per il nostro protagonista (come anche le sarcastiche descrizioni dell’inventario non mancheranno di ricordarci). Per fortuna però il gioco ci permetterà ben presto di costruirci un falò e varie attrezzature, le quali, fra le altre cose, ci permetteranno di rendere un pò più commestibili le “pietanze di fortuna” che recupereremo.
La creazione degli oggetti è uno degli elementi centrali del gioco, e, come in ogni survival che si rispetti, anche qui, utilizzando un banco da lavoro, potremo accedere ad un classico sistema di crafting, con il quale impiegare le varie risorse raccolte in giro per la mappa. Tale meccanica si divide principalmente in due sezioni ben distinte: quella dedicata agli oggetti umani, e quella relativa alle creazioni zombie (affettuosamente rinominata Zombiecraft). Ci sarà concesso anche di dedicarci alla cura di ortaggi come zucche e pomodori, a patto di creare dei terreni appositi per la coltivazione. Infine, soddisfacendo determinati requisiti, potremo guadagnare punti da spendere per sbloccare i diversi (e non proprio piccoli) alberi delle abilità disponibili, aprendo così nuove possibilità di creazione e non solo.
Metà uomo, metà zombie, tutto sopravvissuto – Recensione Deadcraft
Per sopravvivere ad un mondo ostile popolato da predoni e morti viventi occorrerà ovviamente anche sapersi difendere, e fortunatamente Reid da questo punto di vista sembra sapere il fatto suo. Di base avremo a disposizione un pulsante per attaccare, uno per schivare ed uno sprint. Potremo anche concatenare un attacco in corsa o subito dopo una schivata e ci sarà offerta anche la possibilità di imbracciare due armi, le quali saranno intercambiabili con la pressione di un tasto, ed avranno animazioni differenti (per esempio: una grossa ascia a due mani sarà ovviamente meno agile di un pugnale). Esistono anche le armi da fuoco ma, come si può facilmente intuire, non sarà facile entrarne in possesso.
Come avevamo scritto anche nel primo paragrafo di questa recensione, in Deadcraft il nostro alter ego sarà dotato di abilità particolari. Reid infatti scoprirà ben presto di essere un ibrido mezzo uomo e mezzo zombie, e questo gli permetterà di sfruttare una serie di mostruosi poteri (al prezzo però di dover mantenere un bilanciamento fra le due metà). Di base questi saranno due: uno difensivo che trasformerà il braccio del nostro alter ego in uno scudo, ed una potente spazzata in grado di infliggere ingenti danni. Nel complesso quindi il sistema di combattimento del titolo risulta funzionante e sufficientemente vario. Non siamo di fronte a meccaniche in grado di far gridare al miracolo, tuttavia non possiamo negare che in qualche occasione piazzare il colpo giusto abbia generato una discreta dose di soddisfazione.
Giardinaggio zombie – Recensione Deadcraft
Se impersonare un ibrido metà uomo e metà zombie (come descritto nel precedente paragrafo di questa recensione) vi ha intrigato, sarete felici di sapere che le follie in Deadcraft si spingono ben oltre. Tra i poteri di un metà-zombie, Reid scoprirà infatti di poter controllare altri non morti, per farli combattere al proprio fianco. Questo però non sarà possibile sulle normali creature che già si aggirano per il mondo, ma occorrerà “crearsene di proprie”. In che modo? Innanzitutto sarà necessario recuperare dei cadaveri (quelli dei nemici umani che abbatteremo saranno perfetti, a patto che rimangano interi). Questi poi andranno opportunamente preparati per essere… piantati nell’orto!
Sì, avete letto bene, i vostri alleati zombie andranno coltivati proprio come delle piante, innaffiandoli però con sangue di non morto. Dopo qualche giorno di amorevoli cure potrete finalmente cogliere un nuovo non morto (con tanto di fiore sulla testa), pronto per combattere al vostro fianco. Si tratta senza dubbio di una delle trovate più assurde e spassose dell’intera opera, in grado di aggiungere varietà tanto dal lato gestionale del gameplay quanto da quello del combattimento (quando schiererete i vostri alleati in battaglia), anche perché gli zombie coltivati varieranno nel fisico e nelle armi che potranno imbracciare, in base a ciò che erano stati prima di passare a miglior vita.
Lo stile dell’apocalisse – Recensione Deadcraft
Non potevamo concludere questa recensione dedicata a Deadcraft senza un accenno al comparto tecnico. Graficamente il titolo adotta una grafica con toni accesi, che strizza l’occhio allo stile fumetto. La complessità poligonale non raggiunge vette degne di nota, ma il risultato è comunque piacevole agli occhi. Anche il comparto audio fa il suo dovere, tra una colonna sonora hard rock funzionale ma non particolarmente memorabile, ed effetti sonori che ben accompagnano i colpi inferti e le varie azioni a schermo. Nella nostra prova della versione Nintendo Switch del titolo non abbiamo riscontrato pressoché alcun calo di frame rate o altri problemi tecnici da segnalare.
The Walking Reid
Deadcraft è un titolo con delle buone idee, che in più di un frangente riesce indubbiamente a divertire. Le meccaniche survival sono semplici ma funzionano, e se amate il genere, il gioco potrebbe potenzialmente tenervi impegnati per un pò di tempo. Non è tutto oro quello che luccica, ed alcuni fattori, come una narrativa non sempre all’altezza e missioni secondarie spesso un pò scontate, potrebbero portare determinati giocatori ad abbandonare anzitempo l’avventura di Reid. In ogni caso, se vi piace lo stile, ci sono buone probabilità che apprezzerete questo titolo, anche se non siete esperti di survival. Segnaliamo infine che, nel momento in cui scriviamo questa recensione, il gioco è disponibile solo in lingua inglese, ed occorre una discreta conoscenza di questo idioma per non perdersi alcune esclamazioni e modi di dire sopra le righe, di cui il titolo fa ampio uso.
Cosa ne pensate? Avete già provato questo titolo? Fatecelo sapere nei commenti e rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le news dedicate al mondo dei videogiochi. Per acquistare videogame a prezzo scontato, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di Instant Gaming.
Punti a favore
- Il gameplay riesce a divertire, anche se non si è esperti di survival...
- Interessante l'idea di un protagonista ibrido
- Meccanica della coltivazione zombie decisamente spassosa
- Buona varietà nel gameplay
Punti a sfavore
- ... nonostante ciò alcune meccaniche potrebbero lo stesso non piacere a tutti
- Ambientazione non proprio originale
- Trama e quest secondarie non sempre all'altezza
- Al momento manca una traduzione italiana
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