Una lunghissima attesa, tanti rinvii, tante polemiche e tanto, tantissimo hype, eccoci finalmente a parlare di Cyberpunk 2077 in questa nostra recensione
“Congruenza con un impegno assunto o con un comportamento, in quanto importa e sottintende l’accettazione di ogni conseguenza”. Questa frase, con cui abbiamo deciso di aprire la nostra recensione di Cyberpunk 2077 è la definizione di quella che sarà la parola che andrà a fungere da collante, con tutti i concetti che proveremo ad esprimere: responsabilità. Trovarsi a parlare di un’opera come Cyberpunk 2077 implica una certa responsabilità, così come, di responsabilità (e forse anche un po’ di tensione) ne ha avvertita CD Projekt negli ultimi mesi.
Il nostro compito sarà quello di accompagnarvi nell’immaginario che il famoso team polacco ha voluto creare e mettere a disposizione del giocatore, provando a sviscerarne tutti i pro, i contro e soprattutto le potenzialità. Il tutto, però, affiancato ad un primo concetto fondamentale: la coerenza.
Coerenza? Sì, coerenza!
Che cosa intendiamo quando parliamo di coerenza? La coerenza di cui parliamo riguarda il rapporto che vige fra il lavoro svolto dalla software house e l’idea di fondo che ha spinto, la software house stessa, ad incamminarsi verso questo viaggio nella realizzazione di una delle opere videoludiche più mastodontiche degli ultimi anni.
Cyberpunk 2077 è, in realtà, un adattamento di un gioco di ruolo del 1990 intitolato: Cyberpunk 2020. Battute a parte sull’anno così complesso e per certi versi alienante, dunque in linea con il gioco di ruolo originale, il lavoro di CD Projekt è stato quello di prendere le basi offerte da questo GDR e costruirvi attorno ulteriori strutture adatte al medium videoludico. Il lavoro e l’idea che stanno alla base sono tutt’altro che banali ed è proprio per questo che, a prescindere da tutto, va fatto un plauso al team e va ulteriormente sottolineata l’importanza della sopracitata coerenza.
Ovviamente avendo a disposizione due medium diversi, sono proprio quelle sopracitate (perdonate la ripetizione) strutture a diversificare in maniera sostanziale il lavoro e l’opera, pur tentando di mantenere quella che possiamo definire: filosofia di fondo. La nostra recensione di Cyberpunk 2077 si concentrerà proprio su questi aspetti, cercando di effettuare un giro lungo, avendo uno sguardo presbite, analizzando tutte le componenti del titolo per poi concludere il nostro giro, cercando di tirarne le somme in maniera più chiara possibile.
Mi presento: io sono V! – Recensione Cyberpunk 2077
Così come vi troverete a varcare l’uscio videoludico della porta targata “Cyberpunk 2077”, noi vi facciamo varcare l’uscio della nostra recensione parlando del primo elemento con cui avrete a che fare: l’editor. Partiamo subito col dire che l’editor del personaggio è uno dei più interessanti degli ultimi anni, e non ci riferiamo solo alle tantissime possibilità di personalizzazione che avrete, ma anche (e ci verrebbe da dire: soprattutto) alla semplicità e intuitività del sistema stesso. Queste due ultime componenti, semplicità ed intuitività, non vanno assolutamente sottovalutate.
Fin troppo spesso si ci trova a che fare con dei sistemi di creazione del personaggio inutilmente complessi e tediosi. Cyberpunk 2077 vi offre la possibilità di creare il vostro personaggio, che si chiamerà V, a prescindere da tutte le scelte che farete in questa fase iniziale, in poco tempo, ma senza tralasciare il livello di dettaglio. Oltre all’aspetto fisico vi troverete a scegliere anche fra 3 diversi background: Nomade, Vita da strada e Corporativo. A seconda della scelta che effettuerete in questa fase avrete un incipit diverso.
V, inoltre, non sarà un semplice essere umano. Al suo interno sarà presente un cyberware, che sarà possibile modificare. Il cyberware potrebbe essere facilmente riassunto in: elementi cibernetici presenti all’interno del vostro corpo, che potrete modificare e/o potenziare, andando ad offrire ulteriori possibilità di personalizzazione in termini di abilità e sviluppo.
Quando si dice: “Saper scrivere” – Recensione Cyberpunk 2077
Chiunque si sia trovato, almeno una volta nella vita a scrivere, per diletto, lavoro, passione o per necessità, è sempre riuscito ad avere una forte attenzione nei confronti dei testi e dei prodotti altrui. Che si parli di romanzi, saggi, sceneggiature o anche semplicemente lettere, non fa differenza, la differenza la fa quel leggero senso di invidia che ci fa dire: “Caspita, avrei voluto scriverlo io!”. Leggere Cyberpunk 2077, e non parliamo solamente della lettura dei dialoghi, ma intendiamo la capacità di cogliere tutte quelle sfumature che gli sviluppatori hanno inserito all’interno del titolo, provoca proprio quel leggero senso d’invidia.
La scrittura di Cyberpunk 2077 è brillante, sotto tutti i punti di vista. Non andremo a farvi alcuno spoiler per quanto riguarda la trama, possiamo solamente dirvi che essa saprà catturarvi per tutte le ore di gioco che vi impegnerà. Così come saprà catturarvi ogni singolo dialogo, o monologo, delle più svariate quest secondarie che avrete a disposizione.
In questo, però, sappiamo che CD Projekt difficilmente sbaglia, basta riportare alla mente la profondità della scrittura dell’ultimo capolavoro del team: The Witcher 3. Anche in questo caso il lavoro è di altissima fattura e di altissimo prestigio. Se dovessimo individuare una piccola nota negativa (che poi così tanto negativa non è, e capiremo perché), le possibilità di dialogo sono limitate solo ad alcuni personaggi.
Ciò significa che non avremo la possibilità di parlare, in maniera più o meno approfondita, con tutti gli NPC o con tutte le persone che popolano Night City. Non possiamo, però, ritenere questo un vero e proprio difetto, in quanto fisiologicamente impossibile da realizzare. Questo piccolo tarlo, però, ci è balzato in mente proprio dopo aver fatto esperienza dell’ottima qualità dei dialoghi (tantissimi, non quantificabili) disponibili.
GDR o Sparatutto? Entrambi! – Recensione Cyberpunk 2077
Forse fin troppo tardi iniziamo a parlare, in questa recensione, della struttura del gameplay di Cyberpunk 2077. Ci perdonerete ma alcune precisazioni sulle componenti di cui vi abbiamo appena parlato andavano fatte. Cyberpunk 2077 si presenta come un action-GDR in prima persona, ma andiamo per gradi.
La componente GDR è molto presente all’interno del gioco com’è giusto che sia, e, com’è altrettanto giusto che sia, essa non è troppo invasiva e questo lo si può notare, ad esempio, dalle varie opzioni nei dialoghi che non sempre implicheranno delle conseguenze nette ed irrevocabili, proprio perché, a nostro avviso, l’idea non era quella di creare un GDR puro, nudo e crudo. I dialoghi offriranno spesso delle interessanti opportunità di approfondimento dei vari personaggi (anch’essi scritti in maniera eccezionale) e delle situazioni, oltre ovviamente, alle decisioni vere e proprie.
Il sistema di progressione del personaggio presenta elementi positivi e negativi. Partendo da ciò che di buono è in grado di offrire, non si può non citare la rapidità della progressione. Chiaro, non sarete OP dopo poche ore di gioco, ma sarete in grado di confrontarvi con missioni, nemici e situazioni abbastanza complesse, che progrediranno insieme a voi. L’elemento negativo, a nostro avviso, risulta essere la complessità delle varie opportunità di crescita che avrete a disposizione. Proviamo a spiegarci meglio. Cyberpunk 2077 non è un gioco che ti prende per mano e che ti accompagna in ogni singolo elemento che lo costituisce, molto starà a voi.
Starà a voi eliminare quel senso di confusione che avrete (navigando i menù, per esempio) tramite la perseveranza e l’abitudine. Il vostro, o la vostra, V, avrà a disposizione una serie di caratteristiche da far progredire a vostra scelta, ognuna delle quali presenterà più alberi delle abilità. Le caratteristiche sono: Intelligenza, Fisico, Riflessi, Capacità tecnica e Freddezza. Ognuna di esse, come già detto presenta diversi alberi delle abilità e vi permetterà di modificare e personalizzare al massimo il vostro modo di giocare e di approcciarvi al gioco.
Cyberpunk 2077 è un FPS e in quanto tale aveva destato in noi più di qualche semplice preoccupazione. Da amanti (nda) del genere, l’idea che CD Projekt potesse affacciarsi per la prima volta al mondo degli sparatutto in prima persona con un’opera così, ci spaventava, e non poco. Per quanto sia importante approfondire la componente GDR, altrettanto importante è offrire un sistema di shooting e di combattimento corpo a corpo di buon livello. Con piacevole stupore possiamo dire che il team polacco ha effettuato un (quasi) ottimo lavoro anche in questo campo.
Sia chiaro, non ci troviamo dinanzi allo shooting di un Call of Duty o di un Rainbow Six Siege, ma vista la natura ibrida del titolo possiamo ritenerci soddisfatti. Così come ci riteniamo soddisfatti per quanto riguarda il combattimento meele: veloce, fluido e ben congegnato. Migliorabile, certo, ma ben congegnato e coerente con la natura del gioco. Aspettarsi un GDR classico è sbagliato, così come è sbagliato aspettarsi uno sparatutto altrettanto classico e frenetico a livelli di un FPS Arena.
Benvenuti a Night City! – Recensione Cyberpunk 2077
Molte opere di intrattenimento, a partire dalla letteratura, passando per quelle cinematografiche e finendo al mezzo videoludico, sono fortemente caratterizzate dall’ambiente e, in caso di contesti urbani, dalle città in cui sono ambientate. Inutile dire che Cyberpunk 2077 è una di quelle opere in cui l’importanza e il valore della città sono assolutamente ingombranti (nell’accezione più positiva del termine). Night City è una delle città più belle città che si siano mai viste in un videogioco ed emerge, carismatica e d’impatto, come un vero e proprio personaggio a sé stante.
Strada e cieli trafficati, insegne luminose, ologrammi, persone di ogni tipo, genere ed etnia, zone borghesi, ricche e in cui si respira un’aria aristocratica e, allo stesso tempo, sobborghi, zone malfamate e vicoli stretti, bui e popolati da persone poco raccomandabili. Night City vive di contraddizioni, vizi, corruzione, ma anche di lealtà, fratellanza e progresso.
Praticamente tutti gli angoli della città sono esplorabili e le possibilità, dal punto di vista delle attività, sono molteplici. Vi saranno dei luoghi contrassegnati, sulla vostra mappa, da punti esclamativi, e ognuno di essi corrisponderà ad un’attività diversa che vi suggerirà anche il livello di pericolo (e di sfida) della stessa. Night City è divisa in diverse zone e quartieri e in ognuno di essi vi lavorano dei Fixer, paragonabili a dei gangster locali. Un elemento che abbiamo apprezzato particolarmente è il collegamento fra le varie attività disponibili e proprio le zone in cui vi troverete.
Attraversando una determinata strada, di un determinato quartiere, verrete contattati telefonicamente da uno di questi Fixer che vi proporrà una missione nei paraggi da poter svolgere subito o quando, semplicemente, ne avrete voglia. Le missioni non risultano mai banali o ripetitive, grazie, soprattutto, all’estrema cura per gli ambienti sia esterni e sia interni avuta da CD Projekt e alle possibilità di hacking e di approccio: stealth o, più “diretto” (mettiamola così) che potrete avere, e all’introduzione della meccanica della braindance, in cui vi troverete a rivivere e ricostruire azioni avvenute nel passato e vissute da altri personaggi.
Altra piccola nota a margine riguarda il sistema di guida, leggermente oleoso per quanto ci riguarda, ma che comunque riesce ad offrire varietà in base al mezzo che state utilizzando.
Tecnicamente parlando… – Recensione Cyberpunk 2077
Eccoci arrivati ad uno dei punti più importanti e delicati della nostra recensione di Cyberpunk 2077: il comparto tecnico. Negli ultimi giorni sul web s’è letta e vista davvero la qualunque. Proveremo a fare chiarezza anche noi, sottolineando che la nostra prova è avvenuta su una PlayStation 5, ma abbiamo avuto anche la possibilità di effettuare dei test su PlayStation 4 base. Partiamo con una nota positiva, ovvero lo stile. Indubbiamente lo stile di Cyberpunk 2077 è accattivante e ben studiato, ben visibile in tutto, design delle armi, dei personaggi, delle auto e ovviamente visibile in Night City. CD Projekt, però, non si è inventata nulla di nuovo ma, forse, è riuscita ad offrire meglio di altri la sensazione di un mondo veramente Cyberpunk.
Parlando di grafica pura ci troviamo di fronte ad un titolo in linea con la precedente generazione (PS4 e Xbox One per intenderci) ma, a nostro avviso, non una delle migliori. Su PS5 il gioco gira bene, il frame rate è stabile e tutte le componenti grafiche fanno il loro lavoro senza, però, provocare quell’effetto “wow” che si ci potrebbe aspettare (attendiamo la versione next gen per quello, in arrivo nel corso del 2021).
Da sottolineare che sulla nuova console di casa Sony il titolo non permette di scegliere fra l’avere un maggiore dettaglio grafico o una maggiore perfomance in termini di FPS. Su PS4 invece, e le scuse pubblicate sui social da parte del team nelle scorse ore lo testimoniano, non ci siamo. Il titolo risulta fin troppo castrato e depotenziato graficamente e con problemi performativi non di poco conto, quasi ai limiti del giocabile.
Il gioco visivamente stupisce (e neanche troppo) solo all’impatto, grazie anche all’ottima gestione della profondità di campo, ma una volta abituatisi alla bellezza della città, delle zone rurali e a tutto il contorno risultano evidenti, purtroppo, alcuni difetti. Partendo dai modelli dei personaggi, leggermente approssimativi negli NPC principali, molto approssimativi per tutto il resto. Passando per le animazioni facciali, praticamente assenti e di livello basso nella gran parte dei casi. Finendo ai numerosissimi bug con cui purtroppo bisogna fare i conti. In un titolo simile, così ampio e pieno, la presenza di bug è, secondo noi, abbastanza normale.
Il problema sorge nel momento in cui questi bug passano dall’essere delle auto che attraversano qualche personaggio come se fossero incorporee (che può anche strappare un sorriso), all’impedimento di portare a termine una missione o all’estraniarvi troppo dal gioco, facendovi rendere conto che state effettivamente videogiocando; limitando così l’immersività su cui tanto la software house ha lavorato.
La pesante patch dei giorni scorsi ha parzialmente risolto il problema dei crash, capitati in gran numero anche a noi, ma non spariti definitivamente. L’audio risulta essere molto molto positivo, sia per quanto riguarda i suoni prodotti dalle armi, dalle esplosioni e dai motori, sia per quanto riguarda la soundtrack. Assolutamente positivo il doppiaggio italiano, con una menzione speciale per Luca Ward nei panni di Johnny Silverhand (Keanu Reeves).
Responsabilità, coerenza, giudizio.
Responsabilità è la parola con cui abbiamo aperto la nostra recensione di Cyberpunk 2077 ed è la stessa parola con cui vogliamo chiuderla. Il nostro giro lungo è stato effettuato e ora sentiamo la responsabilità, così come l’ha sentita CD Projekt durante la realizzazione, di esprimere un giudizio. Ci teniamo ad esprimere un ultimissimo concetto, breve, ma molto pregno di significato: il nostro giudizio sarà frutto di tutte le riflessioni avute in game e durante la stesura di questo (lunghissimo e ci perdonerete anche stavolta) articolo. Esprimeremo un voto finale, anche se, a nostro avviso, un singolo voto non può essere in grado di ricucire tutti i punti dei diversi concetti molto molto ampi che abbiamo trattato.
Cyberpunk 2077 è un capolavoro? No. Cyberpunk 2077 è il videogioco definitivo? No. Cyberpunk 2077 è, però, una delle esperienze videoludiche più interessanti delle ultime generazioni, in cui si nota la spinta verso il progresso che ha mosso la software house durante la realizzazione. Un titolo godibile sotto quasi tutti i punti di vista, estremamente longevo, ritmico e scritto in maniera eccellente, non esente, però, da difetti. Lo si potrà amare, così come lo si potrà odiare, ognuna delle due reazioni è assolutamente legittima.
Speriamo che questa recensione vi sia piaciuta e vi invitiamo a farci sapere la vostra opinione con un commento. Per ulteriori novità dal mondo videoludico rimanete sintonizzati su tuttoteK.
Punti a favore
- Editor dettagliato ed intuitivo
- Scrittura brillante e mai noiosa
- Progressione e personalizzazione del personaggio ben congegnate
- Shooting di buon livello
- Varietà nelle missioni
- Night City è uno spettacolo
Punti a sfavore
- Tanti, troppi bug
- Modelli e animazioni facciali da rivedere
- Su console di "vecchia generazione" è ai limiti del giocabile
- Menù un po' ostici
valerio
16 Dicembre 2020 alle 15:22Anche troppo generoso Fra! Il titolo è uscito per esigenze squisitamente finanziarie, perchè gli stessi investitori che ora fanno finta di scandalizzarsi con il team di sviluppo hanno reso obbligatoria una deadline di metà dicembre (per ovvi motivi ) che non poteva in alcun modo essere rispettata tecnicamente. CDPR avrebbe dovuto seguire il modello Rockstar di RDR2 (all’inverso), pubblicando prima la versione PC , poi next-gen e infine (forse) ps4 e xbox One. E’ scandaloso vantarsi dei risultati finanziari dei preorder, per poi correre ai ripari con promesse di rimborso che probabilmente non potranno concretizzarsi. Una opera mastodontica che si avvia a gettare le basi di una enorme class action tipica del mercato consumer USA. Peccato davvero.
Francesco Messina
16 Dicembre 2020 alle 16:39Ciao Valerio, innanzitutto grazie per il commento e per lo spunto di riflessione, riflessione assolutamente legittima, opinabile certo ma legittima e valida. Credo, però, che in fase di recensione, almeno per quanto riguarda il mio modus operandi (abbandono la prima persona plurale a questo punto), tutta questa riflessione da te fatta non sia molto congruente. Mi spiego meglio. Nel momento in cui mi trovo a recensire un titolo le questioni legate al marketing e allo sviluppo non credo (opinione mia e solo mia, ovviamente giudicabile anch’essa) abbiano un valore sostanziale. Nel caso di Cyberpunk 2077 mi sono limitato ad analizzare la versione del gioco che abbiamo avuto, ovvero una versione PlayStation.
Ho giocato il titolo su PS5 per il 99% del tempo, effettuato un test su PS4 per capire effettivamente che tipo di problemi ci fossero (problemi che risultano anche fra i “contro” della review) ed espresso, però, un giudizio complessivo sul gioco e sulla versione da me giocata. Andrebbero fatte, probabilmente, tante recensioni per quante sono le piattaforme, cosa, ahimè, non possibile. Cyberpunk 2077 credo sia un titolo valido, non un capolavoro, non un’esperienza definitiva, ma un titolo molto molto valido, a prescindere dalle problematiche legate alla gestione dello sviluppo e della pubblicazione.