In questa nostra prima recensione di Call of Duty: Vanguard andremo a concentrarci su quella che è la campagna, cuore pulsante dell’esperienza single player del nuovo capitolo di questa storica saga
La saga di Call of Duty ha sempre vissuto e camminato su di un doppio binario. Una doppia anima che ha sempre offerto, agli appassionati e ai fan della serie, una duplice opportunità di divertimento. Da una parte l’esperienza solitaria e narrativa del comparto single player; dall’altra l’aspetto più social e competitivo offerto dal multiplayer e dalle modalità online. In questa nostra (prima) recensione di Call of Duty: Vanguard andremo proprio a trattare la prima esperienza citata: ovvero la campagna single player.Â
Approccio e metodologia
Prima di procedere con la recensione del comparto single player e della campagna di Call of Duty: Vanguard ci teniamo a fare una piccola precisazione, relativa all’approccio metodologico utilizzato nella trattazione di questo titolo. Come accennato precedentemente, tutti i titoli della saga di Call of Duty – e anche questo Vanguard – presentano due anime che offrono sì un’esperienza complessiva ma che, al contempo, vanno trattate e considerate come due componenti completamente autonome.
Due giochi all’interno di un gioco solo. Per questo motivo tratteremo il titolo andando ad effettuare una scissione contenutistica ed empirica, in modo tale da poter offrire un’analisi più approfondita di entrambe le sopracitate (forse anche troppe volte) anime. Detto ciò e chiarito questo fondamentale passaggio possiamo procedere.Â
Punti di vista – Recensione Call of Duty: Vanguard, campagna single player
L’idea della pluralità che la natura intrinseca di un gioco come Call of Duty: Vanguard presenta, ci offre un assist perfetto, in fase di recensione, per iniziare ad analizzare e a parlare della narrazione che, la campagna single player del titolo, a sua volta ci offre. Una narrazione interessante, lo diciamo fin da subito, con degli spunti che abbiamo gradito particolarmente durante la nostra esperienza di circa 6-7 ore. Avremo a che fare non con un solo protagonista ma con diversi protagonisti.
Verremo catapultati in diverse fasi del secondo conflitto mondiale. Fasi vissute da diversi personaggi in diversi contesti. Il tutto ruoterà intorno ad un plotone di soldati speciali, di cui vivremo le origini (sia personali che del gruppo) e le vicende “contemporanee”. Diverse linee temporali, dunque, per diversi personaggi che, a loro volte, presentano diverse caratteristiche. Ognuno di essi avrà delle peculiarità , legate al proprio background e al proprio vissuto, che andranno poi ad influire anche sul gameplay.
C’è chi potrà dare dei comandi e delle regole al gruppo, chi sarà esperto nell’utilizzo degli esplosivi, chi presenterà particolari abilità nel parkour e chi, invece, sarà specializzato nel pilotare aerei militari. Questo elemento, da una parte offre un interessante spunto che affonda le proprie radici nel legame fra narrazione e gameplay che, quando presente, risulta sempre un punto a favore.
Dall’altra, però, emerge anche una gestione molto timida di tale scelta e, le sopracitate caratteristiche e peculiarità (non ce la sentiamo, forse, di parlare di vere e proprie abilità ) si presentano in maniera eccessivamente guidata e blanda. Tutta la narrazione viene condita da una sceneggiatura di altissimo livello e delle cut-scenes di cui vanno sicuramente elogiate la regia e la resa (quasi) cinematografiche.
Sono fuori dal tunnel… ? – Recensione Call of Duty: Vanguard, campagna single player
Quante volte abbiamo parlato e sentito parlare del concetto di tunnel in un videogioco? Tante. Soprattutto se si fa riferimento ad una campagna single player di un titolo della saga di Call of Duty. Per tunnel si intende, sostanzialmente e senza troppi giri di parole, una struttura chiusa e guidata degli ambienti di gioco. Questa struttura, chiaramente, limita le azioni del giocatore e costringe ad avere un approccio ad una determinata area già “previsto” dal gioco stesso.
Anche in Vanguard questa pochezza nel level design delle zone affrontate durante le missioni della campagna single player, va a influire negativamente sull’esperienza complessiva. Pochi sono i casi in cui, per via di vicissitudini narrative e di scelte di level design, avremo la possibilità di affrontare i nostri nemici adottando uno stile di combattimento piuttosto che un altro. Si tratta di un vero e proprio peccato, soprattutto in questo capitolo.
Considerando, infatti, il precedente discorso sulle abilità e sulle peculiarità dei personaggi utilizzabili, sarebbe stato calzante oltre che interessante e profondo, dare la possibilità al giocatore di sfruttare quelle caratteristiche in ambienti più articolati e meno guidati. Dal punto di vista dello shooting non c’è molto da segnalare. Call of Duty non ha mai peccato in questo aspetto e la morbidezza, oltre che la duttilità dello shooting offerti anche dai precedenti capitoli della saga, permangono con decisione e determinazione.Â
Tecnicamente – Recensione Call of Duty: Vanguard, campagna single player
Call of Duty: Vanguard, dal punto di vista tecnico, non risulta semplice da analizzare in fase di recensione, soprattutto se, ad essere analizzata sempre dal punto di vista tecnico, deve essere la campagna single player. Questo perché ci troviamo di fronte, spesso e volentieri, a delle scelte e delle intuizioni di primissimo piano e, al contempo, a delle soluzioni evitabili e che fanno storcere (un bel po’) il naso. Lo stile grafico adottato si discosta dagli ultimi titoli della serie (Modern Warfare e Cold War) e punta più ad un effetto simil cartoon con un tocco di fotorealismo che rende il tutto piacevole sì, ma non entusiasmante.
Al contrario, invece, risultano di pregevole fattura le cut-scenes, di cui si sottolinea la straordinaria performance di Dominic Monaghan nei panni di uno spietato e cervellotico nazista. La nostra prova, avvenuta su PS5, è stata piacevolmente accompagnata da un frame rate di roccia ma, allo stesso tempo, ci hanno leggermente disturbato i tempi di caricamento, lievemente lunghi.
Ciò che maggiormente, però, non ci ha convinti è stata la gestione dell’intelligenza artificiale (di nemici e compagni) fin troppo scarsa e scevra da pregi e, inoltre, la presenza sempre maggiore di glitch grafici, texture ed effetti visivi approssimativi. Guardare una scena di CoD: Vanguard risulta spettacolare solo se, la visione, rimane superficiale. Ottimo il comparto audio, sia per quanto riguarda la colonna sonora che gli effetti sonori delle armi (i cui modelli risultano di grande qualità così come il contesto di base e i modelli dei personaggi) e ottimo il doppiaggio in italiano.Â
Una Seconda Guerra Mondiale non sfruttata pienamente!
La nostra recensione della campagna single player di Call of Duty: Vanguard si conclude qui ed è il momento di tirarne le somme. L’esperienza per giocatore singolo, offerta in questo capitolo, risulta tutto sommato piacevole ma, allo stesso tempo, stenta a decollare per via di una serie di scelte e di difetti strutturali. Interessante la gestione plurale della narrazione con personaggi con caratteristiche e peculiarità singole e proprie. Così come risulta sempre azzeccato lo shooting e tutto ciò che concerne superficialmente il comparto tecnico. Comparto tecnico che, se analizzato in profondità , presenta grosse lacune nella gestione dell’IA e qualche incertezza grafica. Il titolo non si schioda da un level design fin troppo classico e che non fa esprimere, al titolo stesso, tutte le sue potenzialità .Â
Ricordiamo che CoD: Vanguard è disponibile per PC, console PlayStation e console Xbox, dal 5 novembre 2021. Rimanete sintonizzati su tuttoteK per ulteriori aggiornamenti e per la recensione della componente multiplayer del titolo. Date un’occhiata, invece, ad Instant Gaming, per acquistare videogiochi a prezzo scontato.
Punti a favore
- Interessante la narrazione plurale...
- Caratteristiche dei personaggi funzionali al gameplay...
- Shooting di ottima qualitÃ
- Comparto sonoro eccezionale
Punti a sfavore
- ...che stenta a decollare
- ...ma non sfruttate a dovere
- IA scarsa ed effetti grafici non convincenti
- Level design (tranne in pochi casi) troppo classico
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