Abbiamo potuto provare su PC Blacksad: Under The Skin, il nuovo titolo investigativo per il quale abbiamo preparato questa recensione
Dopo aver portato a termine Blacksad: Under The Skin, possiamo finalmente parlare in una recensione di uno dei giochi che attendevamo con una certa aspettativa in questa fine di 2019. Non molti lo conosceranno, quindi sappiate che è un titolo investigativo che ricalca quella che può definirsi un’avventura grafica. Il titolo è sviluppato da Ys Interactive e Pendulo Studios, mentre è pubblicata da Anuman e Microids. Noi abbiamo potuto testare Blacksad: Under The Skin su PC per questa recensione, ma il videogioco è disponibile anche su Playstation 4 e Xbox One.
Non sono mai stato un appassionato di questo genere, dal momento che lo reputo più semplice e meno interattivo di un’avventura grafica “classica”. Al contempo tuttavia comprendo perché sia emersa questa categoria e quella più vecchia sia invece andata sparendo. Ricordo infatti i momenti in cui si rimaneva bloccati senza possibilità di andare avanti con soluzioni che tutto erano fuorché “normali”. D’altra parte questo nuovo “genere” porta con sé nuove caratteristiche di sicuro rilievo e che non vanno sottovalutate.
È lei il detective, mi sbaglio?
Come accade in moltissimi altri videogiochi di stampo investigativo, bisogna fare essenzialmente due cose. Parlare e analizzare reperti. Il tutto è poi condito dalla ben nota meccanica del quick time event, che risulta essere forse l’unica dinamica di gioco. Sotto questo punto di vista è impossibile in questa recensione non paragonare Blacksad: Under The Skin alla serie di videogiochi Sherlock Holmes di Frogwares. Il gameplay è molto simile, con tanto di scelte morali possibili.
Per quanto non sia un amante di questi titoli non posso dire che non sia una meccanica che non funzioni. Specialmente in casi come questo in cui il budget disponibile dall’azienda è limitato. Assente è quindi una fase di libera esplorazione e la possibilità di svolgere incarichi secondari, anche se vi saranno numerose possibilità con cui completare la storia.
Sicuramente la storia è uno dei punti a favore di Blacksad: Under The Skin, poiché riesce ad essere interessante ed intrigante con il suo procedere. Alcune sequenze di dialogo sono inoltre ben scritte ed il mondo americano del secondo dopo guerra interamente abitato da animali antropomorfi ha un certo fascino. Le possibilità sono sicuramente ottime per possibili seguiti.
Di contro il titolo prevede poca libertà ed il solo caso, per quanto articolato, dell’omicidio nella palestra, ma come già detto potrebbe trattarsi anche qui di motivi di budget. A differenza di un L.A. Noire, tutto si restringe al “caso”. Non vi sono casi secondarie nessun multiplo caso, per proseguire la storia di John Blacksad. Niente sessioni di guida o interrogatori da portare a termine nel modo corretto.
Le deduzioni, che nel gioco Rockstar Games dovevamo operare noi nella nostra mente, qui vengono associate in maniera molto simile a quanto visto con Sherlock Holmes. Ogni tanto sono effettivamente banali, ma altre invece risultano un po’ sul limite del comprensibile. Non si possono commettere quasi mai errori irreversibili in Blacksad: Under The Skin, non almeno nello stesso modo di L.A. Noire.
Le prove non sembrano molto solide! – Recensione Blacksad: Under The Skin
Quello che sicuramente mi ha stupito è stato il comparto tecnico. Graficamente il gioco non può certo ambire ad essere tra i migliori, ma nonostante questo gode di una certa qualità grafica non male, specie a dettagli altri. Devo dire che, senza neanche possedere un computer particolarmente potente si possono mantenere i dettagli particolarmente alti. Ho escluso in tutti i miei test particolari come il bloom ed un anti-aliasing troppo alto.
Colonna sonora ed audio di rilievo invece, senza alcun dubbio. La colonna sonora che richiama il periodo degli anni cinquanta negli Stati Uniti è un po’ “ripetitiva” in questo periodo del mondo videoludico. Ci sono dei momenti di pausa troppo lunghi forse tra una traccia della colonna sonora e l’altra, ma è un dettaglio minore. Il doppiaggio invece non saprei ben definirlo. Quasi “sconcertante” che il titolo sia di origine europea e tra tutte le lingue maggiori manchi proprio l’italiano. I sottotitoli presenti invece manifestano degli errori a volte importanti per comprendere la storia e quindi le scelte da fare nei discorsi.
Bug, fin troppi bug – Recensione Blacksad: Under The Skin
Ciò che invece mi ha stupito sono stati i bug e la poca solidità del titolo. Mi aspettavo che la recensione di Blacksad: Under The Skin sarebbe stata piuttosto semplice da un punto di vista tecnico, ma ho dovuto ricominciare il gioco tre volte per poterlo portare a termine. Il gioco infatti, non permettendo il salvataggio se non quello automatico, è suscettibile a caricamenti di sequenze corrotte. Il primo caso mi è capitato dopo essere uscito durante un filmato.
Blacksad non si è più ripreso e mi ha bloccato in una sequenza senza via di fuga all’ospedale. La seconda occasione si è presentata quando portavo il panino al senzatetto. In quel frangente i modelli di John Blacksad, il protagonista, ed il senzatetto non erano presenti e ciò ha portato il gioco a bloccarsi nuovamente, impedendomi qualunque azione per proseguire. Altri problemi video si sono verificati durante il gioco, come il protagonista compenetrarsi con un muletto, ma si è trattato di eventi che non hanno mai “rotto” completamente il gioco come quelli precedentemente descritti. Su questi si può passare sopra, visto che il titolo deve ancora uscire e sono sempre possibili patch correttive.
Segnalo inoltre una quantità quasi infinita di bug audio. È capitato spesso che quando ho ripreso una partita, dopo una chiusura od una pausa di gioco, l’audio sia completamente saltato. A volte solo la traccia del parlato, altre volte in toto. A volte il bug era reversibile, altre volte invece no. Segnalo inoltre alcune animazioni sconclusionate di più di un personaggio, anche se temo che la cosa possa essere legata per qualche ragione alle impostazioni video del titolo. Infine alcuni oggetti, come un cappello bianco, non sono risultati esaminabili in alcun modo nonostante il gioco mi facesse intendere il contrario.
Conclusioni e caso risolto
In definitiva devo dire che mi sono divertito ed appassionato alla storia. La curiosità di scoprire chi fossero i colpevoli mi ha perseguitato per tutta la durata delle mie partite. Difficile però che io riprenda in mano Blacksad: Under The Skin dopo questa recensione. Il gioco è piuttosto squadrato, non permette di saltare filmati o dialoghi ed è a volte troppo lento nel suo incedere.
La ricerca delle figurine, dei collezionabili, non spinge il giocatore a riprovare, mentre la possibilità di nuove strade da percorrere sì. Il fatto che la storia punti più o meno in una direzione, con flebile possibilità di alterarla, rende la rigiocabilità un po’ meno accattivante come proposta tuttavia. D’altra parte il personaggio di John Blacksad, che viene da un fumetto, potrebbe dare vita ad una serie di investigativi da tener sott’occhio. Come primo tentativo è comunque più che sufficiente e se qualche patch correggese gli errori sparsi qua e là sarebbe un ottimo titolo.
Altrove spesso capita di fare errori grossolani nei dialoghi perché si conosce poco il personaggio principale ed il suo mondo, ma in questo caso Blacksad ha saputo dosare le cose, senza strafare. Il titolo permette inoltre di empatizzare con i personaggi, più di quanto ho visto fare in altri concorrenti, anche più blasonati. Se non fosse per i numerosi bug, meriterebbe un voto sicuramente maggiore.
Punti a favore
- Un buon investigativo con una storia intrigante
- Ambientazione interessante e tutto sommato originale
- Personaggi ben sfaccettati
- Una società di animali ben progettata
- Colonna sonora di qualitÃ
Punti a sfavore
- Troppi bug audio e qualche bug video
- Qualche bug potrebbe "rompere" gioco
- Un po' ripetivo per le meccaniche
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