Scoprite con noi la prima avventura della celebre strega di Umbra, in questa recensione di Bayonetta Origins: Cereza And The Lost Demon
Dopo un’attesa relativamente breve (circa quattro mesi dall’annuncio ufficiale, avvenuto durante la cerimonia dei The Game Awards di dicembre 2022), l’atteso prequel della celebre serie action con protagonista la letale strega di Umbra è finalmente sbarcato su Nintendo Switch. Soltanto circa un mesetto fa vi avevamo parlato delle nostre prime impressioni sul titolo in uno speciale articolo dedicato, ma ora è finalmente giunto il momento della nostra recensione di Bayonetta Origins: Cereza And The Lost Demon.
La fanciulla e il mostro
Per quelli di voi che ancora non sanno di cosa parla Bayonetta Origins: Cereza And The Lost Demon, iniziamo la nostra recensione con qualche accenno di trama. Nel gioco vestiremo ancora una volta i panni della ben nota strega di Umbra, ma prima che quest’ultima sia divenuta la potente eroina che tutti i fan ben conoscono. Qui infatti la nostra protagonista sarà poco più di una fanciulla, e come tale, non disporrà ne dei poteri ne tantomeno della determinazione che caratterizzano la sua versione adulta. Nonostante le normali paure ed incertezze che la contraddistinguono, la giovane apprendista strega riuscirà ugualmente a trovare il coraggio di avventurarsi (contro il volere della propria maestra Morgana) nella foresta di Avalon, abitata da maligne fate.
Sarà a questo punto che, trovandosi in pericolo, la nostra protagonista riuscirà ad evocare un demone che prenderà possesso di Cheshire, il peluche a forma di gatto della ragazzina (ereditandone di fatto anche il nome). I due si troveranno, loro malgrado, a collaborare per rivelare i misteri che giacciono nei meandri della foresta, cercando inoltre un modo per sfuggire all’incantesimo che li tiene intrappolati al suo interno. Queste sono a grandi linee le premesse della trama su cui si basa la nuova opera di Platinum Games, e preferiamo non svelarvi nulla di più in quanto la storia risulta davvero piacevole, grazie ad un’atmosfera ed uno stile fiabeschi e rilassati, che puntano a ricreare la sensazione di stare leggendo un libro di favole illustrate, ma senza mai scadere nel banale o nell’infantile.
Un’improbabile alleanza – Recensione Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon
Come anticipato nel precedente paragrafo di questa recensione, in Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon la nostra piccola apprendista strega non sarà da sola nella sua avventura, ma sarà accompagnata dal demone Cheshire. Questo in termini di gameplay si traduce in un sistema di controllo piuttosto peculiare, che permette fondamentalmente di controllare entrambi i personaggi in contemporanea. Nello specifico il joy-con sinistro permetterà di muovere ed eseguire azioni con la nostra giovane strega, mentre quello destro farà la stessa cosa con Cheshire. Come dicevamo anche nella nostra già citata anteprima, inizialmente questo sistema potrebbe creare un pò di confusione, soprattutto durante i combattimenti, in cui non è sempre facile gestire il posizionamento dei due personaggi per far fronte agli attacchi in arrivo.
Non si tratta però di un vero e proprio problema, ma al contrario ci sentiamo di dire che può essere considerato parte della sfida offerta dall’esperienza, anche perché la difficoltà dell’avventura risulta decisamente tarata verso il basso (ed è perfino possibile semplificare singolarmente vari aspetti del gioco, come i danni subiti, l’aggressività dei nemici, e così via), lasciando di conseguenza ampio margine al giocatore per imparare le meccaniche di gameplay. Inutile dire che quando si riescono a mettere a segno attacchi combinati, il gioco sa decisamente regalare soddisfazione. Quando invece la necessità di far collaborare i due personaggi viene meno (ad esempio in certe fasi esplorative) si potrà ricorrere alla modalità abbraccio, che permette a Cheshire di tornare in forma peluche fra le braccia della sua proprietaria (cosa che accadrà anche quando subiremo una certa quantità di danni).
Sebbene il titolo sia pensato per essere giocato in solitaria, in realtà grazie al sistema di controllo di cui sopra è possibile anche fruire gran parte dell’avventura insieme ad un’altro giocatore, utilizzando i joy-con separatamente (com’è facile intuire, se si gioca su Switch Lite o con un pro controller ciò risulta molto meno fattibile). Al di là di alcune particolari azioni, come ad esempio navigare nei menu di gioco, non vi sono grandi impedimenti nel caso voleste provare ad affrontare l’avventura in questo modo, ma va tenuto conto che ciò contribuirà ad abbassare ulteriormente il grado di sfida offerto, oltre che rischiare di offrire un’esperienza diversa da quella originale.
Enigmi fatati – Recensione Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon
Lo abbiamo detto nell’anteprima e lo riconfermiamo in questa recensione: il gameplay di Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon si basa sì sui combattimenti, ma anche molto sulla risoluzione di puzzle. In questo contesto vanno citati in particolare i Tír Na NÓg. Trattasi di aree che ricordano in parte i sacrari di The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild, e nei quali potremo addentrarci per risolvere vari enigmi ed affrontare combattimenti in essi contenuti. Anche se alcuni di essi sono opzionali, affrontarli è sempre consigliato, in quanto una volta portati a termine permetteranno di eliminare le illusioni delle fate che impediscono di esplorare in tutta tranquillità alcune aree.
Sebbene anche in questo frangente il titolo non offra una sfida insormontabile (se avete un minimo di esperienza con il puzzle solving nei videogiochi non incontrerete alcuna difficoltà), va detto che gli sviluppatori hanno dimostrato comunque grande impegno e dedizione. Nessuno degli enigmi scade mai nel banale o nello scontato, e seppur alcuni di essi siano indubbiamente più complessi e riusciti di altri, in generale tutti risultano piuttosto piacevoli e divertenti da risolvere.
Una foresta incantata – Recensione Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon
In Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon ci ritroveremo ad esplorare la foresta di Avalon, già menzionata in precedenza nel corso di questa recensione. Anche in questo frangente il titolo si discosta dalla trilogia originale, in quanto l’ambientazione sarà strutturata in maniera simile a quanto visto nel genere metroidvania. Potremo sbloccare ed esplorare le varie aree man mano che procederemo nell’avventura, ma potremo all’occorrenza decidere di tornare in una di quelle già visitate, magari utilizzando un nuovo potere per sbloccare alcuni anfratti in precedenza inaccessibili.
Sebbene la foresta sia a tratti piuttosto labirintica, va detto che la progressione non risulta praticamente mai confusionaria, sia perché l’esplorazione di nuove aree è gestita quasi sempre in maniera da non lasciare dubbi su quale sentiero imboccare, sia perché il gioco tenderà il più delle volte ad evidenziare al giocatore il percorso corretto per proseguire. In ogni caso è presente una mappa, consultabile all’occorrenza, per esempio se si decide di fare del backtracking.
L’esplorazione di Avalon sarà fondamentale e dietro ogni angolo potrebbero celarsi, fra le altre cose, scrigni da aprire o oggetti da raccogliere. Questi ultimi tornano utili ad esempio per creare pozioni (ma vista la difficoltà molto permissiva un giocatore navigato potrebbe terminare il gioco senza nemmeno utilizzarle) e potenziare i due protagonisti. Infatti presso determinati accampamenti, oltre a salvare i progressi di gioco potremo anche spendere Rose d’Onice e Gocce di Avalon per acquistare nuove combo e poteri da due classici alberi delle abilità. La complessità delle combo non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei capitoli principali della serie, tuttavia alcuni poteri risultano piuttosto interessanti e divertenti da utilizzare, aggiungendo varietà ai combattimenti.
Il paese delle meraviglie – Recensione Bayonetta Origins Cereza And The Lost Demon
Non possiamo chiudere questa recensione di Bayonetta Origins: Cereza And The Lost Demon senza menzionare il comparto artistico. Quest’ultimo risulta talmente curato e caratteristico da potere essere considerato una delle colonne portanti dell’intera opera (chi ha giocato ad Okami non potrà non percepirne l’influenza), tanto che non è raro ritrovarsi ad ammirare scorci dei coloratissimi ambienti di gioco, i quali sembrano usciti direttamente da un libro di fiabe illustrate. In alcuni momenti l’art style è riuscito a richiamarci alla mente anche il film d’animazione The Secret Of Kells (ed i suoi relativi seguiti), e ciò potrebbe non essere un caso vista l’influenza della mitologia celtica sul titolo (non dimentichiamoci peraltro che esso è stato pubblicato il 17 marzo, ovvero il giorno di San Patrizio).
Anche il comparto audio è di notevole fattura. Le musiche in particolare spiccano grazie ad una qualità compositiva decisamente ottima. Alcune tracce dispongono di un’orchestrazione che sembra rimandare direttamente al classico stile un pò gotico dei film di Tim Burton, mentre altre non nascondono la chiara matrice irish (a tal proposito è stato anche pubblicato ufficialmente su YouTube il tema del gioco, il cui testo è scritto in gaelico). Vi sono poi deliziosi brani dominati dal pianoforte e jingle che sembrano smaccatamente ispirati a quelli tipici della serie The Legend Of Zelda. Per il resto abbiamo un voice acting davvero ben fatto, soprattutto per quanto riguarda la voce narrate che ci accompagnerà per tutta l’avventura, ed un sorprendente sound design in 3D, che da il meglio di sé se giocherete al titolo con un paio di cuffie.
Siamo tutti pazzi qui!
Bayonetta Origins: Cereza And The Lost Demon è un titolo che, come specificato più volte nel corso di questa recensione, fa dell’accessibilità uno dei suoi capisaldi. L’avventura si distacca perciò molto dagli altri capitoli della saga, proponendo un racconto fiabesco, un art style incantevole ed un gameplay divertente e diverso dal solito. Certo la mancanza di un livello di sfida maggiore rischia di rendere l’avventura poco stimolante per i giocatori più navigati, ma se siete fra questi, e siete è disposti a chiudere un occhio su tale aspetto, troverete nell’ultima opera di Platinum Games un’esperienza incantevole, che, come le migliori fiabe, è in grado di affascinare sia grandi e piccini.
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Punti a favore
- Gameplay piacevole e caratteristico...
- La difficoltà tarata verso il basso lo rende accessibile a tutti...
- Art style meraviglioso
- Colonna sonora e comparto audio di prim'ordine
Punti a sfavore
- ... ma controllare i due personaggi potrebbe risultare talvolta un pò confusionario
- ... ma rischia di non offrire una grande sfida per i giocatori più esperti
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