Dopo gli esperimenti degli anni passati, Battlefield ritorna portandoci direttamente nel 2042 ma con un pizzico di vecchio stampo. Scopriamo insieme Battlefield 2042 nella nostra recensione
Osservare così tanti giocatori che si accalcano nelle affollate zone di guerra di Battlefield 2042 è un grande quadro del perché più grande non sempre è meglio. Da sempre gli enormi scontri a fuoco sono senza dubbio parte del fascino di Battlefield, ma le ultime mode “sparatutto” hanno reso le lobby di massa leggermente frustranti. Per fortuna Battlefield regala alternative e varietà, grazie soprattutto alla nuova modalità Hazard Zone e i suoi strumenti Portal. Ma basterà a rendere giustizia ad un retaggio così pesante? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di Battlefield 2042!
Un salto avanti, ma con un occhio al passato
Battlefield sposta la serie in un’ambientazione del prossimo futuro piena di gadget high-tech e libertà d’azione mai vista prima nella serie. L’obiettivo era quello di riportare la sensazione che Battlefield fosse di nuovo un enorme parco giochi dove farsi a pezzi a vicenda. A prima vista sembra che l’elenco dei 10 specialisti giocabili di Battlefield 2042 sia basato sulle quattro classi originali di Battlefield: Assalto, Supporto, Ricognizione e Ingegnere. Tuttavia, a differenza dei precedenti capitoli, in cui le classi avevano lavori e abilità molto specifiche per definirle, le abilità degli specialisti di 2042 non cambiano molto la dinamica di una squadra.
Chiunque può equipaggaire strumenti di riparazione (quindi non è più specifico per gli ingegneri) e ogni Specialista può anche equipaggiare qualsiasi arma. Ci sono specialisti che hanno abilità più uniche, come Casper che ottiene un drone OV-P Recon con cui esplorare o Sundance che ottiene una tuta alare invece di un paracadute per coprire più distanza mentre si lascia cadere nella mappa, ma nulla che sia un vero gamechanger. Questo se da una lato rende il gioco molto più skill-based, dall’altro lo rende piatto e amorfo nella scelta specifica degli specialisti.
Modalità di gioco – Recensione Battlefield 2042
Ci sono tre tipi di modalità in Battlefield 2042. L’evento principale, All-Out Warfare, ha al suo interno le modalità Breakthrough e Conquest (64 giocatori per ogni squadra). Con così tante persone che si sparano l’un l’altra su un campo di battaglia così vasto il caso regna sovrano, regalando però un colpo d’occhio non indifferente. Conquest è la tradizionale modalità di Battlefield in cui si compete per catturare e mantenere più punti in una volta sparsi in una mappa enorme. Stavolta però le dimensioni della mappa e il numero di giocatori sono portati a 11. Questa modalità, per quanto sia la più classica e divertente, richiede un gran lavoro di squadra per portare a casa l’obbiettivo.
Hazard Zone è invece la modalità più nuova. È fondamentalmente la versione di Dice di “Fuga da Tarkov”: 32 giocatori si raggruppano in squadre di quattro per perlustrare la mappa alla ricerca degli obbiettivi dati, facendo fuori sia piccoli sciami di soldati IA che avversari prima di uscire dalla mappa. Questa modalità è la più simile ad un battle royale in quanto una volta uccisi non si è in grado di respawnare a meno che un compagno di squadra sia in grado di garantire un uplink di respawn. In Portal invece si può cambiare qualsiasi cosa, dal fuoco amico attivo per una squadra ai danni. Fondamentalmente tutto ciò che si può pensare di cambiare del gioco, è possibile. Non solo vi permette di creare esperienze e modalità di gioco del tutto uniche in Battlefield, ma fornisce anche una comprensione più pratica di ciò che accade nel bilanciamento del gioco.
Troppa gente in poco spazio – Recensione Battlefield 2042
Inanzitutto, per quanto riguarda il level design, la selezione di mappe di 2042 è un po’ una delusione. Nel gioco sono presenti soltanto sette mappe e quasi tutte favoriscono certi tipi di giocatori rispetto ad altri. Anche la loro topografia o le loro strutture in genere non danno molta ispirazione o varietà per ispirare strategie varie e creative. E ancora, questi paesaggi non si avvicinano neanche al livello di distruzione ambientale che DICE ha introdotto in Battlefield 4. Al di là di qualche pezzo unico esplosivo o di un pezzo occasionale come la rampa di lancio di Orbital, molto poco di ciò che si vede può essere distrutto.
A ciò si aggiunge uno dei problemi maggiori di questo nuovo Battlefield: la densità di giocatori per mappa. Se in passato le mappe erano più grandi e meglio costruite per ospitare enormi quantità di giocatori, in 2042 questa cosa è venuta a un po’ a mancare. Squadroni di giocatori si ritrovano ad affrontarsi in spazi troppo ristretti e con pochi ripari, cadendo inevitabilmente come mosche alla prima distrazione. Questo fattore penalizza sia i giocatori meno esperti che chi ha da sempre preferito l’alternativa di DICE alla guerriglia di Activision.
Gameplay – Recensione Battlefield 2042
Come nei giochi passati, in 2042 si è liberi di spawnare in qualsiasi area occupata dalla propria squadra o su un compagno. Solo che ora ci sono molti più punti da catturare per ogni mappa rispetto alle voci precedenti, e puntualmente la vostra squadra si dividerà presto in qualsiasi numero di direzioni a causa di ciò. Questo non era un gran problema nei vecchi Battlefields, in quanto i punti di cattura erano generalmente abbastanza vicini. Ovunque si verificassero scontri per la supremazia, era abbastanza semplice per la tua squadra concentrarsi o respawnare nelle vicinanze. Con più giocatori e una più ampia gamma di punti, la squadra sarà inevitabilmente divisa in diversi settori, senza una specifica spinta centralizzata. Questo rende Battlefield 2042 un gioco estremamente basato sul teamwork e sulla cooperazione che, come ben sappiamo, è estremamente difficile da ottenere in lobby così larghe.
Senza organizzazione il flusso delle battaglie risulta erratico e confuso, e raramente ritroviamo il tipico “caos controllato” in cui Battlefield eccelleva. Questi momenti ideali, quando le scelte di classe dei giocatori si completano a vicenda e gli attaccanti e i difensori lavorano insieme verso un obiettivo comune, diventano una rarità in un gioco dove regna la confusione. Purtroppo.
Il verdetto
Al netto di quanto giocato e analizzato in questa recensione, è chiaro come Battlefield 2042 cerchi di fare molto, ma solo alcuni degli esperimenti di DICE siano riusciti bene. I 128 giocatori della modalità All-Out Warfare si sentono decisamente troppo, ma la sua nuova modalità Hazard Zone (molto più strategica) è incredibilmente divertente. La cosa più sbagliata del gioco, però, è che il maggior divertimento in 2042 l’ho avuto giocando le riproduzioni dei suoi giochi precedenti in Portal. Se da un lato questa opzione arricchisce e valorizza il gioco (e diverte) dall’altro fa riflettere su quanto 2042 sia lontano dalla perfezione e ancor di più dal retaggio di un brand importante come quello di Battelfield. Per un gioco che sostiene di essere il futuro di Battlefield, dipendere dal passato è un problema mastodontico ed estremamente penalizzante.
Battlefield 2042 è ora disponibile per Xbox Series X/S, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Microsoft Windows. Come sempre vi invitiamo a restare connessi su tuttoteK per ulteriori recensioni, news e aggiornamenti sul mondo dei videogiochi. Inoltre, non dimenticate di seguire Instant Gaming per giochi sempre scontati. Ciao e buon gaming!
Punti a favore
- Tecnicamente notevole
- Lo shooting rimane all'altezza del nome
- Hard Zone e Portal estremamente divertenti...
Punti a sfavore
- ...ma già visti e rivisti
- Troppo caos ingiustificato
- Poche mappe e non ben strutturate
- Classi troppo ininfluenti
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