In questa recensione vi parleremo di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed, un mix tra picchiaduro a scorrimento e RPG ambientato nel quartiere più famoso di Tokyo per gli amanti di anime e manga
Chi è andato almeno una volta in Giappone ed è appassionato di anime, manga e videogiochi, avrà sicuramente fatto un salto ad Akihabara, quartiere di Tokyo considerato la Mecca degli appassionati di cultura pop giapponese. Tutto il quartiere è popolato da negozi dedicati al merchandising più disparato a cui si uniscono anche sale giochi enormi e i peculiari maid café. Akihabara, conosciuta anche come Akiba, è un mondo a parte rispetto gli altri quartieri di Tokyo, e dieci anni fa, gli sviluppatori di Acquire hanno deciso di rendere omaggio a quest’area creando un gioco dedicato proprio a quel mondo a parte e alla nicchia di persone che lo frequenta con passione.
Nel 2011 usciva Akiba’s Trip titolo che ha debuttato su PSP e che non ha mai visto la luce al di fuori del paese del Sol Levante. I suoi seguiti invece si sono fatti conoscere anche in Occidente, anche se non sono mai stati giochi di grande successo ma più di nicchia considerando anche i temi trattati. Adesso Acquire insieme al publisher Marvelous, pubblica anche in Europa la versione remastered del primo capitolo chiamata Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed che esce proprio oggi, il 20 luglio, per PC, PS4 e Nintendo Switch (la versione da noi provata). In questa recensione vi raccontiamo com’è giocare alla remastered di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed dieci anni dopo la sua uscita originale.
Vampiri e fetish giapponesi
La storia di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed, si apre con il nostro protagonista, chiamato Nanashi (completamente personalizzabile, anche se alla prima partita non avrete molti elementi per farlo), che si reca in uno dei vicoli del quartiere di Akiba per salvare un amico in difficoltà. Qui si trova ad affrontare quello che all’apparenza sembra un semplice delinquente, che riduce in fin di vita il nostro protagonista. In nostro soccorso arriva la sorella di questo individuo che salverà Nanashi donandogli il suo sangue. Il giovane si risveglia legato in una sorta di base segreta, e scopre che ora non è più umano, ma è diventato un Shadow Soul, una sorta di vampiro che succhia le energie alle persone ed è molto debole alla luce del sole.
Nanashi viene dunque ingaggiato dall’agenzia segreta governativa chiamata Niro per usare la sua nuova forza da Shadow Soul per combattere i suoi simili malvagi. Gli Shadow Soul, che normalmente si confondono tra gli umani, stanno infatti attaccando i giovani più talentuosi del paese facendoli diventare degli hikikomori (ossia dei reclusi abbandonati dalla società). Questo avviene per via della trasformazione in questa sorta di vampiri, così che le vittime non possano più vivere una vita esponendosi troppo alla luce del sole. Ognuno dei malcapitati, spesso giovani promettenti considerati i futuri leader del paese, vengono poi sostituiti da membri della razza degli Shadow Soul così da conquistare pian piano tutto il paese.
Nanashi dovrà dunque diventare una sorta di cacciatore di vampiri all’interno di Akiba per sventare il temibile piano di questi esseri maligni. Badate bene, perché la storia non si prende mai sul serio e gioca molto con gli stereotipi tipici di Akihabara, come ad esempio gli otaku incalliti, gli amanti delle idol e così via, mettendo in mezzo personaggi e dialoghi assurdi e divertenti. Ci saranno nel gioco anche diversi finali a seconda delle scelte fatte durante i dialoghi, ma attenzione: salvate sempre il gioco prima di un discorso, perché a volte una scelta sbagliata nei dialoghi vi potrà portare direttamente alla schermata di Game Over.
Ad esempio durante la scena iniziale, in cui il protagonista è legato nella base della Niro, potrete insistentemente chiedere le misure della vostra futura capa, ma ciò convincerà la donna che siete inutili lasciandovi quindi polverizzare al sole. Detto questo non vi aspettate una trama memorabile. Nonostante i momenti divertenti non manchino, il titolo non presenta chissà quale storia superlativa. Sicuramente è in grado di strappare qualche risata, specialmente a chi conosce bene la cultura otaku e il quartiere di Akihabara, che qui è ricostruito piuttosto fedelmente, ma né i personaggi, per quanto assurdi, né le vicende narrate vi resteranno impresse per la loro qualità.
L’arte segreta dello strappo dei vestiti – Recensione Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed
Il gameplay di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed è un mix tra un JRPG giapponese e un beat’em up a scorrimento. Il nostro scopo principale sarà quello di aggirarci per le varie zone di Akihabara per scovare e sconfiggere gli Shadow Soul. Per farlo sarà possibile utilizzare una macchina fotografica sulle cui foto non compaiono gli Shadow Souls. Una volta scovato il bersaglio potremo avvicinarci e affrontarlo in combattimento.
La battaglia si svolge in maniera molto simile a quella di un picchiaduro a scorrimento vecchia scuola, ma traslato in 3D. Avremo tre tasti d’attacco per colpire basso, medio o alto e un tasto per la parata. Andando avanti con il gioco impareremo nuove skill, che aggiungeranno qualche attacco o manovra extra, ma nulla che cambi troppo la varietà delle battaglie. Lo scopo del combattimento non sarà tanto mettere KO l’avversario, ma colpire i suoi vestiti per indebolirli e poi toglierli di dosso al malcapitato avversario tenendo premuto il tasto d’attacco. Se il nemico è un umano fuggirà, altrimenti si polverizzerà al sole. Potremo anche creare delle catene di “svestimento” premendo il tasto giusto al momento giusto così da guadagnare anche più punti.
Il combattimento però risulta davvero troppo impacciato e poco preciso. Manca la possibilità di prendere di mira un nemico quando saranno più di uno e spesso capiterà di colpire a vuoto senza motivo, soprattutto nelle situazioni più concitate. Capiterà a volte casualmente di attirare le ire di passanti casuali che ci attaccheranno in massa costringendoci alla fuga per non soccombere alla schiacciante inferiorità numerica. Come se non bastasse, la telecamera spesso non riesce a seguire l’azione efficientemente risultando piuttosto fastidiosa. Anche la meccanica dello svestire i nemici, di base punta molto sul fanservice, ma alla lunga vi ritroverete a fare sempre le stesse azioni sino alla fine del gioco, cosa che rende il combattimento poco vario in generale.
Vestirsi alla moda – Recensione Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed
Le battaglie sono appoggiate da un sistema di progressione piuttosto semplice, gestito in maniera simile a un RPG. Il nostro personaggio, combattimento dopo combattimento, salirà di livello, incrementando anche le sue statistiche, oltre a questo però potrà equipaggiare anche diverse armi e vestiti, che rappresentano un po’ la sua armatura. Ci saranno centinaia di armi e vestiti diversi. Potrete infatti indossare classiche magliette e jeans, vestiti da supereroi o da astronauta e persino un costume da orso. Anche le armi sono molto varie e a volte folli, potremo usare molti oggetti comuni come strumento d’offesa, ad esempio ombrelli, libri piuttosto voluminosi, mazze da golf e anche spade di legno.
Potrete dunque personalizzare come vorrete il vostro personaggio, tenendo però sempre in considerazione il valore di danno delle armi e della difesa dei vestiti, così da evitare di restare nudi in battaglia con conseguente game over. Finire Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed non vi porterà via troppo tempo: nel realizzare questa recensione abbiamo finito la storia principale in circa 8 ore. Il gioco ha anche diverse quest secondarie, però molto basilari nello svolgimento, in quanto si tratterà semplicemente di picchiare nemici o trovare un determinato numero di oggetti da consegnare al nostro interlocutore. Alla fine, a parte finire la storia per vedere i vari finali presenti, l’unica cosa che potrebbe spingervi a continuare a giocare è il collezionismo dei tanti oggetti presenti all’interno del gioco.
Un giro ad Akihabara – Recensione Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed
Tecnicamente parlando ci troviamo di fronte a un titolo che ha come base un gioco nato su PSP, e da cui non possiamo pretendere miracoli essendo questa una remastered che non va a stravolgere l’essenza dell’originale uscito 10 anni fa. La remastered però non fa nulla di più che pulire un po’ la grafica e i modelli dei personaggi senza rinnovare minimamente problemi che, a distanza di 10 anni, diventano ancora più evidenti. Le animazioni dei personaggi sono sempre molto poco curate, sia durante l’esplorazione che, soprattutto, durante i combattimenti, e le ambientazioni hanno ancora diversi problemi di texture.
Unico punto a favore è l’accurata creazione del quartiere di Akihabara, se ci siete stati dal vivo in passato, riconoscerete molti luoghi realmente esistenti. Girare per un quartiere ben ricostruito però non basta a passare sopra ai problemi tecnici che il titolo si porta dietro. La colonna sonora è fatta da musiche senza infamia e senza lode, con sonorità che vanno dalle classiche canzoni pop da idol fino a qualche pezzo rap. Il titolo è solo in inglese per quanto riguarda i sottotitoli, mentre è presente sia il doppiaggio in inglese che in giapponese.
Considerazioni finali
Giunti alla conclusione della recensione di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed è dunque arrivato il momento di tirare le somme. Il titolo è in pratica una sorta di RPG umoristico con combattimenti in stile picchiaduro a scorrimento. In questo caso particolare ci troviamo di fronte una remastered di un gioco uscito unicamente in Giappone 10 anni fa su PSP che ha poi dato vita a una saga diventata anche abbastanza popolare. I 10 anni e l’origine come gioco per una console portatile si sentono tutti però, e la struttura del gameplay è piuttosto obsoleta per i tempi moderni. Il combattimento è macchinoso e con una telecamera poco reattiva, la storia può strappare qualche risata, ma non è nulla di memorabile e tecnicamente è ancora molto indietro, nonostante i lavori del team di sviluppo per svecchiarlo.
Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed può essere divertente le prime due ore di gioco, ma ben presto si rivelerà un titolo molto ripetitivo e lineare, e le quest secondarie e il collezionismo dei vari oggetti presenti ad Akihabara non vi spingeranno certo a prolungare la vostra visita nel quartiere ricostruito virtualmente. Nonostante il titolo sia venduto a 40 euro, il prezzo è ancora troppo elevato per l’esperienza che offre, dati i suoi diversi difetti. Se siete dei grandi fan di anime e manga e della cultura pop giapponese a tutto tondo, e siete convinti che ogni otaku deve visitare almeno una volta nella vita il quartiere di Akihabara, allora potreste anche divertirvi con questo gioco, ma vi consigliamo comunque di provarlo prima di procedere all’acquisto a occhi chiusi.
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Punti a favore
- Storia folle e divertente...
- Il quartiere di Akihabara è ben ricostruito
Punti a sfavore
- ...ma nulla di realmente memorabile
- Combat system ripetitivo
- Telecamera poco precisa
- Tecnicamente ancora molto indietro
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