Il primo Bulletstorm fu a metà tra il titolo di nicchia e l’occasione sprecata, ma con la Full Clip Edition Gearbox riporta il gioco sulla current gen, aggiornandolo e dotandolo di tutti i fronzoli necessari. E’ persino compresa una nuova modalità in cui impersoneremo il celebre Duke Nukem, che appartiene alla stessa casa madre. Pronti per la recensione? Si parte per il futuro
Se dobbiamo fare una remastered, facciamo una remastered che abbia senso. Prendiamo Bulletstorm: è uno sparatutto in prima persona, tamarrissimo, frenetico, a tema fantascientifico, del 2011. Fu sviluppato da People Can Fly e da Epic Games e pubblicato da Electronic Arts su PC, PS3 e Xbox 360. Nell’ambito videogames se non sei Pacman le cose invecchiano in fretta, e con qualche passaggio di proprietà rieccoci alle prese con lo stesso titolo (beh, quasi lo stesso titolo).
E potrebbe trattarsi benissimo della remastered di qualcosa che quasi tutti vedono per la prima volta. Fondamentalmente sono in pochi a ricordarsi del gioco. Bulletstorm: Full Clip Edition rappresenta la seconda occasione per raggiungere il successo: nonostante il gameplay frenetico, estremamente divertente, e l’ottima qualità generale (anche narrativa), il gioco non riuscì a far breccia nei cuori di una bella fetta di stampa e videogiocatori. Dopo un primo tentativo riuscito a metà , quindi, il publisher Gearbox ci riprova, e questa volta o la va o la spacca, perchè dopo 6 anni non c’è più tempo.
E’ il momento di tornare in compagnia di Grayson Hunt, del Generale Sarrano, Trishka, Ishi Sato e di tutti gli altri personaggi fuori di testa che abbiamo imparato ad amare. Come si sarà comportato Bullestorm: Full Clip Edition ben 6 anni dopo? Dopo aver provato la versione Xbox One, siamo pronti per rispondere.
Bulletstorm Full Clip Edition: benvenuti nel futuro
Il gioco è ambientato nel ventiseiesimo secolo, un bel po’ in là rispetto al nostro presente. I pianeti sono ormai protetti da un esercito segreto chiamato Dead Echo che ne regola l’esistenza all’interno del Sistema Solare, e anche oltre. Grayson Hunt, il nostro protagonista, di professione fa il pirata spaziale, ex combattente delle armate confederate facente parte della squadra d’élite chiamata Dead Echo. Trovatosi faccia a faccia con l’Ulysses, la nave ammiraglia delle Black Echo, Gray decide di abbatterla, sacrificando la propria nave che compie un atterraggio di emergenza sul pianeta Stygia.
In questo momento si apre un flashback in cui si vede Gray, quando insieme ai suoi compagni faceva ancora parte delle Dead Echo, fare irruzione in un grattacielo e uccidere un uomo di nome Novak, presentato dal loro superiore, il generale Victor Sarrano, come un pericoloso terrorista. Dopo un sopralluogo però, la squadra scopre che Novak era un giornalista che stava documentando la corruzione di Sarrano.
Ritornato nel presente, Gray viene a sapere che Ishi, il suo più grande amico, è gravemente ferito, e l’unico modo per salvarlo è utilizzare un intervento di bio-ingegneria per trasformalo in un Cyborg. Gray decide quindi di trovare Sarrano, precipitato anche lui su Stygia, e fargli pagare per gli innocenti che aveva fatto assassinare dalla Dead Echo.
Con tutto il suo equipaggio morto nello schianto, l’unico a seguirlo è proprio Ishi, che tuttavia deve continuamente combattere contro l’intelligenza artificiale della sua metà robotica che cerca di prendere il controllo. La narrazione nel suo complesso, come potete immaginare, è dunque particolarmente interessante, ricca dei giusti colpi di scena. Tenete anche presente che non ci siamo spinti, nel raccontarvela, oltre le prime ore di gioco, altrimenti vi avremmo rovinato tutta la sorpresa. Difficilmente riuscirete a non rimanere incollati allo schermo dall’inizio alla fine.
Passami quella frusta
Se Bulletstorm è un gioco interessante dal punto di vista narrativo, diventa una produzione di tutto riguardo passando ad analizzarne il gameplay. L’elemento che distingue Bulletstorm da tutti gli altri FPS del genere, con i quali inizialmente rischia di confondersi, sono gli skill shots: particolari combinazioni di tecniche, che danno punti in relazione alla qualità del colpo.
Gli skill shots riconosciuti dal sistema di gioco sono oltre 160, una varietà possibile solo grazie al vastissimo arsenale e alla possibilità di eseguire divertenti eliminazioni ambientali. Davanti ad un nemico, ad esempio, si potrà scegliere tra una lunghissima serie di opzioni: farlo volare in aria utilizzando il calcio o la scivolata, magari poi lanciandolo verso delle punte acuminate per tranciarlo, afferrarlo con il cappio o semplicemente sparargli. I punti ottenuti con le uccisioni saranno spendibili in stazioni lungo tutto il percorso di gioco per comprare potenziamenti, armi o munizioni.
Legato al polso vi ritroverete una frusta elettronica, che potete utilizzare per scaraventare per l’aria i nemici e per farvi largo tra armi da fuoco o esplosive trappole ambientali. Sparsi nelle arene di Bulletstorm ci sono pericoli costantemente in agguato, come carrelli di hot dog esplosivi, piante mangia-uomini, e pale da ventilatore rotanti, nel senso che a volte un calcio piazzato nella giusta direzione, è tutto ciò che serve per dare un’estrema unzione raccapriccianti ai vostri nemici. La scelta delle armi potrebbe apparire leggermente limitata, ma è possibile caricare stesse, come abbiamo già visto, per aggiungere un effetto più potente secondario e dunque la varietà ne risente solo in maniera marginale.
Nonostante il gunplay appaia scattante e reattivo, lo schema di controllo è rimasto quello ostico di un tempo, per colpa di alcune scelte discutibili. Se si tiene premuto il pulsante Y (su Xbox One) si apre la ruota delle armi, ma se si tocca Y con un solo tocco potete anche alternare la vostra arma attuale, un aspetto che molte volte fa commettere errori anche gravi. Non possiamo saltare, il che limita la nostra flessibilità durante il combattimento e l’unico modo per spostarsi sugli oggetti è quello di avvicinarli e attendere che appaia un suggerimento.
Certo, questo non toglie spazio al divertimento, ma in una remastered che mira ad offrire un’esperienza completa sono scivoloni che non ci si può permettere se non a caro prezzo. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, invece, la resa grafica e la stabilità sono stati decisamente potenziati e la differenza rispetto al gioco del 2011 è evidente in quasi ogni aspetto, dalla pulizia a schermo alle rifiniture poligonali dei nemici.
Punti a favore
- Storia interessante
- Frenetico e appagante
- Gameplay e sparatorie molto curati
Punti a sfavore
- Controlli ancora un po' ostici
- L'aggiornamento tecnico poteva essere migliore
- Contenuti praticamente identici
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