L’ora è finalmente giunta. Quel fatidico momento, che tutti noi amanti di Assassin’s Creed stavamo aspettando, è finalmente arrivato. La celebre saga ritorna in campo nelle terre dei Faraoni, tra dune, tempeste di sabbia, templi antichi e tesori perduti, ma soprattutto Assassini. La pausa di riflessione di Ubisoft avrĂ dato i suoi frutti? Ecco a voi Assassin’s Creed Origins
Sole cocente, che illumina d’oro le dune del deserto. Sabbia che si alza da terra con uno sbuffo di vento, ma che turbina veloce con il passaggio di alcuni cavalli al galoppo. Caldo, molto caldo. In lontananza vedo delle rovine… un faraone seduto, una testa di leonessa. Poi mi giro e in fondo, all’orizzonte, vedo qualcosa di molto famigliare. Lì, dove il mondo sembra finire, vedo le piramidi. Continuo a girare e a camminare lentamente, ammirando tutto ciò che mi circonda. La vista corre veloce e vede tutto: cose vicine, cittadine lontane, scorpioni che sbucano dalla sabbia.
Mi sembra di essere in un sogno, ma ad un certo punto il richiamo di un’aquila mi distrae. Alzo lo sguardo e la vedo volteggiare sopra di me. E ad un certo punto succede qualcosa, qualcosa di totalmente inaspettato. Io sono l’aquila, che vola sopra l’Egitto. Adesso vedo tutto, vedo tutta la bellezza delle terre dei faraoni e una sola parola mi viene in mente per descrivere tutto questo.
Immenso.
Perché si, Assassin’s Creed Origins è immenso. Queste sono le emozioni che, da grande amante della saga degli Assassini, ho provato non appena sono riuscita a mettere le mani sull’ultima fatica di Ubisoft. L’impatto è stato estremamente emozionante, ma non solo quello visivo. Preferirei chiamarlo più “impatto storico”, perché quello che Assassin’s Creed Origins offre è molto più di un’esperienza videoludica. E’ una lezione di storia, un salto indietro nel passato.
Assassin’s Creed Origins, la rinascita dopo due anni di stop
Come tutti ben ricordiamo, dopo Assassin’s Creed Syndicate, Ubisoft ha deciso di prendersi una pausa. Evie e Jacob Frye sono stati gli Assassini che ci hanno fatto vivere “l’ultimo Credo”, per poi fermarsi e mettersi temporaneamente da parte. Ma perché Ubisoft ha fatto questa scelta? Credo che la casa abbia deciso di prendersi una pausa di riflessione per rivalutare il brand di Assassin’s Creed e trovare un modo per farlo tornare nel cuore dei fan. Perché diciamocelo, gli ultimi capitoli, parlando soprattutto di Unity e Syndicate, erano particolarmente sottotono.
Ora sfocio nel personale con queste riflessioni, cosa che non si dovrebbe fare in una recensione, ma credo sia doveroso precisare. Personalmente ho amato molto Assassin’s Creed Unity ma, come anche in Syndicate, mancava qualcosa. Qualcosa che lo rendesse speciale agli occhi dei fan, che lo facesse rimanere impresso nelle esperienze videoludiche di tutti noi.
Ebbene, Assassin’s Creed Origins è il risultato di ben due anni sabbatici di Ubisoft. La pausa di riflessione ha funzionato?
Un padre e un marito amorevole, perchè Bayek non è solo il Medjay d’Egitto
E’ abbastanza difficile parlare della trama di Assassin’s Creed Origins senza cadere in spoiler. Fin da prima dell’uscita del titolo eravamo a conoscenza del nome del protagonista, Bayek di Siwa, e di qualche informazione riguardante il suo addestramento. Bayek infatti fa parte della stirpe dei Medjay d’Egitto, ovvero una popolazione che occupava la regione Medja collocata nel Sudan settentrionale. Nel tempo però il termine Medjay ha assunto anche un altro significato ed è proprio quello che riguarda il nostro protagonista. Bayek, infatti, ricopre un ruolo ben preciso in Assassin’s Creed Origins, ovvero un guerriero al servizio del Faraone facente parte delle truppe d’elite.
Queste sono le informazioni che né più né meno erano note già lo scorso luglio, ma ad inizio gioco Bayek ci viene mostrato nella sua sfera più personale. Un padre e marito premuroso, che ama la moglie e soprattutto il figlio, a cui insegna a muovere i primi passi nel mondo e superare le proprie paure.
Una vita perfetta e tranquilla che però, ad un certo punto, viene sgretolata da un tragico evento che distrugge il nostro Bayek. Uso volutamente il termine “distruggere”, perché il fatto segnerà il nostro protagonista nel profondo portandolo alla sete di vendetta. Ed è proprio in questo punto che si colloca l’inizio vero e proprio delle vicende di Assassin’s Creed Origins.
Layla, Bayek e Aya, tra presente e passato
Dopo l’incipit veniamo catapultati nel vivo della storia, dove inizieremo ad esplorare il vastissimo mondo di gioco e faremo la conoscenza di molti personaggi, tra i quali spiccano nomi di personalità storiche illustri. Durante l’incredibile esperienza di Assassin’s Creed Origins vivremo la storia dal punto di vista di Bayek, accompagnati dalle sue idee e dai suoi sentimenti.
La trama verrà ulteriormente arricchita attraverso la possibilità di impersonare Aya, la moglie di Bayek, e Layla Hassan, la protagonista del presente. Aya è una donna carismatica e spigliata, perfetta per stare accanto ad un uomo come Bayek. I due si supportano a vicenda e, come potremo vedere anche dalle prime sequenze di gioco, si amano molto. Layla Hassan invece, ricercatrice dell’Abstergo, è colei che dà vita alla storia di Bayek, rivivendo i suoi ricordi all’interno dell’Animus.
Assassin’s Creed Origins, le radici del Credo…
Posso dire con certezza che la trama di Assassin’s Creed Origins è gradevole e si segue con piacere. Sono rimasta coinvolta dalla storia di Bayek e ho apprezzato molto la volontà di Ubisoft di risaltare anche il suo legame con Aya. Nonostante questo, però, la trama non presenta un’originalità che si può definire unica o particolarmente importante.
Il compito di Origins sarebbe stato quello di raccontare le origini della Confraternita degli Assassini, aspetto che purtroppo non è stato approfondito a dovere. Tale mancanza si nota fin dai primi attimi di gioco con la comparsa del salto della fede, tipico segno di riconoscimento di ogni Assassino che si rispetti. Il balzo è il primo aspetto del Credo che viene mostrato all’interno della trama, seguito poi dall’introduzione della lama celata.
…che purtroppo non hanno ricevuto la giusta attenzione
Ora, qual è il problema?
Il problema è semplice, ovvero non esiste alcuna motivazione che giustifichi l’inserimento del salto della fede e della lama celata. Entrambi non vengono spiegati a dovere e fin da inizio gioco Bayek sa effettuare il balzo della fede. Ma dove ha imparato a farlo? Stesso discorso per le lame celate, un regalo di Aya per il nostro protagonista. Anche in questo caso non viene approfondito il vero significato di quest’arma simbolo degli Assassini. Per non parlare dell’anulare mozzato, che nel gioco viene fatto passare quasi come un incidente casuale.
Certamente la loro presenza è legata alla maturazione di Bayek e alla sua crescita come Medjay, ma rimane il fatto che non è stata data una spiegazione esaustiva del loro “esserci”. Come ben sappiamo questi elementi hanno un significato molto profondo nella saga di Assassin’s Creed, e proprio per questo credo che avrebbero meritato una maggiore attenzione.
I miei occhi, le mie orecchie, la mia guida: Senu, l’inseparabile compagna di viaggio
Tra le innvovazioni di Assassin’s Creed Origins troviamo anche l’introduzione di Senu, l’aquila che accompagnerà Bayek durante la sua avventura e che è andata a sostituire l’occhio dell’aquila dei capitoli precedenti. Senu è la nostra guida, indispensabile per progredire nella storia e soprattutto per avere una visione completa dall’alto dell’ambiente circostante.
Grazie a lei saremo in grado di individuare i nostri obiettivi missione, oltre che marchiare i nemici e scoprire il loro livello. Senu ci indicherà anche l’ubicazione dei tesori nascosti e di materiali utili per il crafting, ma si rivelerà molto utile anche durante i combattimenti. Infatti, con un semplice comando, l’aquila infastidirà i nemici e noi, di conseguenza, potremo coglierli impreparati ed eliminarli più rapidamente.
Il gameplay, l’innovazione vera e propria di Assassin’s Creed Origins
Dopo aver nominato Senu è giunta l’ora di passare al gameplay di Assassin’s Creed Origins, che rappresenta la vera rivoluzione del titolo e dell’intera saga di Assassin’s Creed. Il cambiamento si nota fin da inizio gioco, dove per la prima volta abbiamo la possibilità di impostare la difficoltà con cui vogliamo affrontare la partita. Le scelte disponibili sono tre, ovvero facile, normale o difficile.
Alle armi, è ora di combattere!
E ora entriamo nel vivo del gameplay, dove mi lancio fin da subito nell’analisi del combat system. La parola d’ordine è ancora una volta rivoluzione, poiché il sistema di combattimento dei capitoli precedenti è stato completamente sradicato, dando vita ad un’esperienza del tutto nuova.
In Assassin’s Creed Origins i combattimenti sono molto piĂą dinamici, imprevedibili e impegnativi. Riguardo a quest’ultimo aspetto dipende molto dalla difficoltĂ scelta, ma personalmente impostando quella normale mi sono piĂą volte trovata in situazioni abbastanza critiche, soprattutto all’inizio.
Attacca, difenditi, para e schiva… mi ripeti la disposizione dei tasti?
Il primo cambiamento in cui ci imbattiamo è la rivoluzione dei tasti di attacco, parata, difesa e schivata.
Provato su sistema PlayStation 4, l’attacco leggero si effettua premendo il tasto R1, quello pesante con R2 e invece tenendo premuto il tasto L1 il nostro Bayek alzerà lo scudo per difendersi. Lo scudo avrà un ruolo fondamentale nei combattimenti, poiché grazie ad esso potremo anche ripararci dalle frecce degli arcieri, recuperando quelle che rimarranno conficcate su di esso. Tra gli attacchi è presente anche quello Ultra, attivabile con la pressione in simultanea di R1 e R2 dopo il caricamento della barra.
La schivata ora si effettua con il tasto quadrato e con la pressione del tasto cerchio potremo rompere la guardia e bloccare gli attacchi avversari, ovviamente se riusciremo ad anticiparli di qualche secondo. La meccanica della parata ricorda molto quella vista in Dark Souls ed è innegabile che doni una profondità unica e mai vista all’interno di un Assassin’s Creed. Sempre presente l’iconica corsa acrobatica, che ora si effettua con il tasto X.
Tra spade, lance e archi potremo equipaggiare Bayek a nostro piacimento, scegliendo tra un armamentario variegato e basandoci sul nostro stile di combattimento
Per sfruttare al meglio questo combat system rinnovato, Bayek avrà ovviamente bisogno di armi stabili e affidabili. Ebbene, Assassin’s Creed Origins ci offre un armamentario di tutto rispetto, composto da armi leggere, pesanti e bianche.
Tra le leggere troviamo spade tradizionali, sciabole affilate e pugnali, mentre tra le pesanti figurano alabarde, mazze e asce. In Origins è stato dato un ampio spazio alle armi bianche, che includono vari tipi di archi. Si passa da archi semplici con una singola freccia, ad archi che permettono di incoccare fino a cinque frecce, e si arriva ad arrivare agli archi più avanzati, che permettono l’uso del mirino.
Le side-quest di Assassin’s Creed Origins non sono un optional e spesso si rivelano una scelta obbligata
Dopo aver sgominato qualche banda di predoni e aver tagliato qualche gola qua e là , un Assassino ha anche bisogno di rilassarsi un po’ e in Assassin’s Creed Origins esistono moltissimi modi per farlo.
Le missioni secondarie che il gioco offre sono veramente tante e variegate, con la possibilità di affrontarle nel modo che preferite. Potete tentare l’approccio stealth oppure buttarvici di petto, anche se quest’ultima non è spesso una scelta saggia. L’IA del nemico è stata notevolmente migliorata e molto spesso si dovranno affrontare combattenti davvero tosti, muniti di armi pesanti che possono togliervi una bella porzione di vita con un solo colpo. Anche gli arcieri sono parecchio fastidiosi, poiché vi disturberanno in continuazione durante i combattimenti corpo a corpo.
In ogni caso le missioni secondarie offrono una buona sfida e un discreto divertimento, anche se purtroppo alla lunga potrebbero risultare noiose. Non tanto per la ripetitivitĂ , perchĂ© come detto sono molto varie, ma piĂą che altro per il fatto che risultano piuttosto obbligate. Per procedere nella storia principale dovremo raggiungere una certa esperienza con il nostro protagonista, poichĂ© se saremo di livello eccessivamente basso avremo notevoli difficoltĂ ad abbattere i nemici. Per livellare sarĂ dunque necessario affrontare le side-quest fino ad arrivare all’esperienza desiderata, ma il problema sta nel fatto che molto spesso la missione principale richiede un livello molto superiore a quello attuale.
Questo fatto ci porta quindi ad affrontare obbligatoriamente le missioni secondarie per salire di livello, situazione che a lungo andare potrebbe risultare abbastanza noiosa e frustrante. Il giocatore quindi non può scegliere di finire la campagna principale e dedicarsi poi alle missioni secondarie, poiché queste ultime sono necessarie per livellare e progredire nella trama.
Assassin’s Creed Origins ci porta alla scoperta dello splendore d’Egitto, con un motore di gioco stabile ma con un doppiaggio decisamente mediocre
L’Antico Egitto, con i suoi misteri e le sue meraviglie, è l’ambientazione che rende Assassin’s Creed Origins un gioco affascinante e pieno di sorprese. Le locations nascondono piccole meraviglie in ogni angolo, se sapete cercare e osservare con pazienza. I colori sgargianti e la sensazione di calore che trasmette l’Egitto è unica, così come la sensazione che l’ambiente viva insieme a noi. Il giocatore può fare un vero e proprio tuffo nel passato ammirando le architetture del tempo, rappresentate soprattutto dalle piramidi. Ubisoft ha svolto davvero un lavoro certosino con la riproduzione di queste ultime e di certo ne rimarrete ammaliati.
Gli ambienti di gioco sono dinamici e molto realistici, soprattutto grazie ad un motore stabile che offre fluiditĂ nei movimenti piĂą semplici ma anche nel bel mezzo di una battaglia. Durante la mia partita non ho riscontrato bug rilevanti, se non qualche effetto di pop-up e qualche caricamento di texture leggermente in ritardo.
Ho riscontrato una fastidiosa pecca nel doppiaggio italiano, che purtroppo risulta abbastanza inespressivo e ovattato. Il doppiaggio inglese, che ho provato in prima persona, risulta molto piĂą enfatico e personalmente mi ha trasmesso maggiori emozioni rispetto a quello italiano. La voce originale inglese di Bayek presenta toni molto marcati, che si sposano perfettamente con la personalitĂ del personaggio.
Assassin’s Creed Origins, tiriamo le somme
Accompagnare Bayek nel suo viaggio è stata un’avventura unica ed emozionante. Ubisoft ha decisamente fatto passi da gigante dopo Assassin’s Creed Syndicate e il cambiamento si nota fin dai momenti iniziali del gioco. Credo che Assassin’s Creed Origins sia il frutto di molte riflessioni, confronto di idee e soprattutto impegno da parte del team.
Esplorare l’Antico Egitto con tutte le sue meraviglie vale tanto quanto una lezione di storia, un tuffo nel passato che vi immergerà in locations uniche. La trama non è particolarmente originale, ma questo non significa che sia completamente insoddisfacente.
Purtroppo alcuni elementi, soprattutto quelli legati alla Confraternita degli Assassini, non sono stati approfonditi a dovere, ma nonostante questo la storia è gradevole e piacevole da seguire. Le missioni secondarie potrebbero darvi qualche noia e purtroppo il doppiaggio italiano non è dei migliori, ma nonostante questo il gioco presenta molte innovazioni e vale veramente la pena di essere giocato.
La pausa di riflessione che Ubisoft si è presa dopo Syndicate ha funzionato? Assassin’s Creed Origins ne è il frutto e con certezza posso rispondere sì.
Per un ulteriore approfondimento e maggiori informazioni vi invitiamo a leggere anche la nostra anteprima, stilata dopo aver provato il gioco durante la Milan Games Week 2017.
Punti a favore
- Trama piacevole...
- Impatto storico notevole
- Locations meravigliose e dinamiche
- Motore di gioco stabile e fluido
- Gameplay completamente rinnovato
Punti a sfavore
- ...ma non originalissima
- Alcuni elementi iconici della saga non sono spiegati a dovere
- Missioni secondarie spesso obbligate
- Doppiaggio italiano mediocre
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