Si torna a parlare di microtransazioni: un giocatore contrae debiti per 50 mila sterline sul MMORPG RuneScape
Tornano ad accendersi i riflettori sulle microtransazioni. Tramite un report del Parlamento del Regno Unito, pubblicato in data 9 settembre, il governo britannico informa che un giocatore ha speso circa 50 mila sterline su RuneScape. Questa folle spesa, secondo il report, avrebbe causato gravi danni finanziari sia al giocatore (maggiorenne) che ai suoi genitori. La somma di denaro è stata spesa interamente sul MMORPG RuneScape, gestito dalla compagnia Jagex.
Il problema delle microtransazioni
Quello delle microtransazioni è un problema molto sentito dalla community del gaming negli ultimi anni. In particolare l’interesse su questa dinamica si è acceso in seguito al pronunciamento di diversi governi nazionali. In Europa Belgio, Olanda e Regno Unito hanno indagato il problema. Le prime due Nazioni hanno cercato di limitare nei videogiochi in commercio sul loro territorio il ricorso a meccaniche che prevedessero l’utilizzo di valuta reale. Il Regno Unito invece aveva deciso di non intervenire direttamente sulla questione. Tuttavia l’interesse su queste dinamiche non è scemato in territorio britannico.
50 mila sterline spese in microtransazioni su RuneScape
Il 9 settembre 2019 il Parlamento del Regno Unito ha prodotto un report sulla presenza di microtransazioni nei videogiochi. Dati abbastanza allarmanti emergono dalla relazione. Un giocatore avrebbe contratto un debito di circa 50 mila sterline, spese interamente sul gioco RuneScape in microtransazioni. Jagex, la compagnia che gestisce il MMORPG, ha cercato di chiarire la sua posizione tramite il suo portavoce. Dal report si legge che la compagnia afferma di aver posto dei limiti settimanali e mensili alle somme che è possibile spendere in microtransazioni. Tale limite, secondo il portavoce, sarebbe stato toccato solo una volta. La ragione di questa decisione sarebbe stata proprio quella di impedire che i giocatori spendessero più di quanto fosse loro possibile.
Jagex alla difesa delle microtransazioni su Runescape
Ovviamente Jagex si è apprestata a correre ai ripari. Oltre ad aver comunicato le limitazioni imposte alle microtransazioni su RuneScape, ha voluto anche comunicare qualche dato. Secondo quanto riportato dal suo portavoce ed inserito anche nel report del Parlamento del Regno Unito, Jagex guadagnerebbe circa un terzo dei suoi utili dalle microtransazioni. I restanti due terzi deriverebbero da altre modalità di modelli di abbonamento. Il portavoce ha affermato anche che solo il 10% dei giocatori di RuneScape farebbe ricorso a microtransazioni.
Microtransazioni e la community del gaming
L’inserimento di meccaniche che prevedono la spesa di valuta reale è una delle questioni più controverse nel mondo videoludico. Se i giocatori generalmente accettano la presenza di microtransazioni in giochi free-to-play, non la perdonano nel caso queste vengano inserite in titoli Tripla A. I casi di boicottaggio di titoli venduti a prezzo pieno che presentavano al loro interno microtransazioni sono numerosi. Basti ricordare il clamore e le proteste con cui venne accolto al lancio Star Wars Battlefront II, distribuito da EA. Anche la notizia delle 50 mila sterline spese su RuneScape ha generato malcontento. Dalle numerose dichiarazioni di videogiocatori riportate, appare chiaro che certe meccaniche siano viste con sempre più insofferenza da parte dell’utenza. Ecco cosa ne pensa uno dei giocatori intervistati:
Una combinazione di promozione aggressiva delle Treasure Hunt [così sono chiamate le microtransazioni nel gioco], mancanza di updates per molti mesi e un forte sentimento della community di RuneScape è quello di cui si approfittano.
Trovo la natura delle loot boxes molto predatoria, il fatto che nascondano il reale valore degli oggetti e dell’esperienza per prendere più soldi dai giocatori è particolarmente malvagio.
Quali soluzioni possibili?
Per quanto molte compagnie e software house cerchino di sminuirlo, il problema delle microtransazioni è reale e molto sentito dalla comunità di videogiocatori. Le notizie che continuano ad emergere e la sempre maggiore insofferenza dimostrata dalla community dovrebbero essere un campanello d’allarme. Tuttavia fino ad ora le compagnie non sembrerebbero essersi mostrate molto attive o volenterose per limitare e regolare questa pratica. Dovrebbe essere loro interesse intervenire direttamente su queste dinamiche. Altrimenti, il rischio è che a muoversi siano la politica ed autorità esterne al mondo videoludico.
E voi cosa ne pensate delle microtransazioni? La trovate una pratica da eliminare o la accettate? Continuate a seguirci per restare aggiornati sul mondo dei videogames.
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