A pochi giorni dalla presentazione ufficiale di Little Devil Inside, si sono moltiplicate alcune accuse di razzismo nei confronti del gioco, con effetti imprevedibili
Little Devil Inside, primo importante lavoro del team Neostream, a seguito del reveal ufficiale nella serata di gala del Future Gaming Show della scorsa settimana, è stato pesantemente bombardato da commenti denigratori circa presunte velleità di razzismo. Dato che non è nostra abitudine imboccare il lettore con giudizi preconfezionati, vi invitiamo prima di tutto a visionarne di nuovo il trailer di presentazione.
Orbene, avete notato qualcosa di particolarmente conturbante dal punto di vista della correttezza con cui è giusto trattare, in un opera di fantasia, l’argomento razza? C’è qualcosa che potrebbe esservi sfuggito circa una malcelata attitudine alla profilazione razziale? Riguardatelo.
Ancora nulla? In realtà a qualcuno è parso sicuro che il team di sviluppo stesse facendo ricorso, nella delineazione dei personaggi, a stereotipi irragionevoli quanto duri da abbandonare. Abbiamo visto, in questa settimana, che molte testate si sono soffermate sull’argomento cercando di evidenziare al lettore quali sarebbero le doglianze di chi protesta, argomentandone le ragioni. Noi non lo faremo.
Non vi diremo il punto incriminato del video in cui qualche zelante attivista o perditempo ha pensato di intravedere lo scandalo, né ci sogniamo di ripetere le accuse infamanti e fondamentalmente fuori luogo che sono state mosse ad uno studio indie nato da poco ed al primo progetto che conta. E consentiteci: non c’entra nulla il Black Lives Matter e tutto ciò che strumentalmente vi si agita intorno.
Little Devil Inside: il razzismo..negli occhi di chi guarda.
Riteniamo sia oltremodo senza senso cercare di affibbiare una etichetta che non esiste a ciò che pur sempre rimane opera dell’ingegno e della fantasia, e pertanto incensurabile per natura. Si è parlato di dread nei capelli, di labbra troppo pronunciate e carnagione mulatta in un gruppo di aggressori che ricordano tribù africane e che inseguono l’uomo bianco per farne (presumibilmente) un sol boccone (neanche fossero i Korowai). Tutto ciò è francamente offensivo per l’intelligenza di tutti i videogiocatori che si affacciano ad un qualsiasi titolo con la curiosità e soprattutto col rispetto con cui si ascolta chi ha una storia da raccontare.
Ci fa specie e dispiace che la Neostream abbia annunciato di voler correre ai ripari addirittura modificando il design di alcuni personaggi nel gioco, perché davvero non se ne sentiva il bisogno. Noi di tuttoteK non vediamo l’ora, proprio perché non viviamo di preconcetti, di ascoltare cosa ne pensate. Scrivetecelo qui nei commenti, senza filtro alcuno.
Lascia un commento