L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente riconosciuto la Dipendenza videoludica come una malattia. Kenichiro Yoshida, CEO di Sony, ribadisce la gravità del problema e della necessità di contromisure
Dopo un intenso dibattito, la settimana scorsa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha formalmente annoverato la Dipendenza videoludica nell’elenco delle malattie mentali. Ora che è ufficialmente una sindrome riconosciuta, per questo disturbo sono state stilate delle caratteristiche ben definite.
La Dipendenza videoludica (nota anche come Gaming disorder) è stata inserita nella lista dell’International Classification of Diseases (ICD-11) nel corso della settantaduesima World Health Assembly. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto delle specifiche caratteristiche della sindrome, ovvero:
- incapacità di controllare l’attività di gioco (eccessiva intensità e durata, incapacità di concludere una sessione e di distinguere il contesto);
- dare la priorità ai videogiochi rispetto a tutte le altre attività quotidiane, tra cui altri interessi, studio e lavoro;
- prosecuzione dell’attività a prescindere da eventuali conseguenze negative, tra le quali disturbi della personalità, problemi familiari, sociali, educativi e occupazionali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha descritto il Gaming disorder come «un modello di comportamento di gioco persistente e ricorrente, che può avvenire online o offline». Ora che la Dipendenza videoludica è stata riconosciuta come malattia, le nazioni aderenti all’OMS dovranno adottare misure di prevenzione e trattamento a partire dal 2022.
La gravità del problema è evidente, non solo per chi soffre di questo disturbo ma anche per chi crea e produce videogiochi. Sul tema anche Kenichiro Yoshida, CEO di Sony, che in un’intervista pubblicata su Kyodo News ha espresso la sua opinione in merito.
Kenichiro Yoshida, CEO di Sony
Dipendenza videoludica: per il CEO di Sony servono delle contromisure efficaci
Il dirigente nipponico ha ribadito che questo disturbo comportamentale deve essere preso molto seriamente, e che siano necessarie delle contromisure per limitarne i casi. Prima che l’OMS riconoscesse il Gaming disorder come un disturbo, Yoshida aveva già discusso il tema. Oggi, il dirigente sottolinea che Sony sta già mettendo a punto alcune strategie per affrontare questa pericolosa tendenza, diffusa soprattutto nell’utenza più giovane.
Dobbiamo prenderlo sul serio e adottare delle contromisure. Abbiamo già implementato un sistema di classificazione (per limitare i giocatori in base alla loro età) e abbiamo adottato misure basate sui nostri stessi standard.
Secondo un rapporto del mese di aprile, Sony non è nuova al problema. Da tempo l’azienda sta cercando di combattere questo tipo di devianza comportamentale, per esempio limitando i contenuti troppo violenti o sessualmente espliciti. Altri rappresentanti dell’azienda giapponese hanno confermato le parole di Yoshida, dichiarando che Sony attuerà regole ancora più severe in futuro.
Voi cosa ne pensate? Credete che nuove regole possano limitare l’insorgere della Dipendenza videoludica, o che cambieranno solo lo stile dei prossimi giochi in arrivo? Vi invitiamo a prendere seriamente questa malattia: se conoscete qualcuno che ne soffre, rivolgetevi a un professionista! Raccontateci le vostre opinioni nei commenti e restate con noi per le prossime novità!
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