Dan Bunting, capo di Treyarch, nota casa di sviluppo della serie di Call of Duty e vicina ad Activision Blizzard, ha dovuto lasciare la compagnia dopo le accuse di molestie sessuali rivelate dal Wall Street Journal
La purga all’interno dell’industria videoludica, a seguito degli abbandoni dopo gli abusi rivelati verso alcune dipendenti all’interno delle aziende videoludiche, prosegue. Mentre Activision Blizzard è ancora alle prese con diverse cause nei suoi confronti, nello studio è avvenuto un secondo grande walkout del personale, richiedendo espressamente il licenziamento di Bobby Kotick dalla posizione di CEO.
In alcune nuove ed agghiaccianti rivelazioni nei confronti di Kotick portate a galla dal Wall Street Journal, traspariscono anche le sue azioni che hanno impedito il licenziamento di Dan Bunting, capo del noto studio produttore di Call of Duty Treyarch, dopo che ne fu suggerita la sua rimozione in seguito a delle investigazioni sulle presunte accuse di molestie sessuali.
Dan Bunting, Treyarch, Activision Blizzard e le molestie sessuali
Secondo il Wall Street Journal, il fatto di cui viene accusato Dan Bunting risale al 2017, mentre una sera si trovava a bere: in quel frangente egli avrebbe così avuto modo di attuare molestie sessuali verso una sua dipendente, e dopo che questo avvenimento condusse le Risorse Umane di Activision a consigliare il licenziamento, l’intervento di Bobby Kotick, CEO di Activision Blizzard, riuscì a far mantenere la posizione di Dan Bunting in Treyarch. Un portavoce di Activision affermò allora che Bunting sarebbe rimasto nell’azienda, e che sarebbero state imposte delle misure disciplinari.
L’allontanamento spontaneo di Bunting dalla compagnia è avvenuto però poco dopo che il WJD ha iniziato a scavare nella faccenda, ricollegando il fatto in mdo alquanto diretto alle altre numerose incriminazioni che sono sorte in questi mesi, anche se quest’ultime erano inizialmente più concentrate sull’area appartenente a Blizzard. Ciò sta a dimostrare come questo tipo di comportamento fosse comune nell’azienda; in più, anche Sledgehammer Games non è esente da simili comportamenti, con una dipendente stuprata dal supervisore Javier Panameno del 2016-2017.
Sempre grazie al WSJ, si viene a sapere come Kotick non solo fosse a conoscenza di tutto ciò, ma avrebbe anche minacciato di morte un’assistente nel 2006 per evitarne la diffusione; vengono inoltre rielencati multipli atti di abuso originati dai membri dell’azienda, che sono stati prontamente insabbiati. Activision-Blizzard ha risposto a questo report di WSJ dicendosi delusa, poiché le situazioni citate nell’articolo sono state poi seguite prontamente dall’intervento del CEO.
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