Valorant è ormai entrato nel pieno della closed beta, e dopo averlo provato in anteprima siamo qui per tirare le somme con le nostre prime impressioni
Abbiamo avuto modo di mettere le mani sullo shooter targato Riot Games, che sta macinando numeri sempre più impressionanti e infrangendo record su record. Valorant, l’fps 5 vs 5 del momento, è un gioco estremamente tattico, rapido e spietato. Un solo passo falso può costare la partita, così come una giocata vincente può fare la differenza. Curiosi di sapere le nostre prime impressioni a riguardo? Iniziamo allora con la nostra anteprima sulla closed beta di Valorant!
Un po’ CounterStrike e un po’ Overwatch, ma diverso da entrambi
Iniziamo questa anteprima, con la prima cosa che salta all’occhio mettendo le mani sulla closed beta do Valorant per la prima volta: la sua somiglianza per impostazione e meccaniche di gioco con CounterStrike. Le mappe sono di dimensioni decisamente ridotte proprio come lo shooter di Valve, così come i movimenti dei personaggi e le dinamiche.
In più, in Valorant ogni personaggio (chiamato Agente) ha il suo set predefinito di abilità, classificandosi in una determinata classe. Questa idea, nonostante prenda un po’ troppo spunto da Overwatch, è stata riplasmata e adattata ad uno stile di gioco molto più riflessivo e “fatale”. Possiamo benissimo definire Valorant come il figlio tra CS e Overwatch, che una volta maturo decide di andar via di casa per disegnarsi la propria strada. E che strada!
Di cosa stiamo parlando nello specifico? – Anteprima Valorant: le nostre impressioni sulla closed beta
Valorant è uno shooter in prima persona PVP 5 vs 5, che verrà lanciato ufficialmente da Riot Games soltanto nell’estate di quest’anno. Il gioco, come già detto, prende idee da diversi fps per riforgiarsi in uno stile nuovo e decisamente interessante, unendo la pura e proverbiale strategia di CounterStrike al dinamismo del sistema ad abilità di Overwatch. Il risultato è un gioco estremamente tattico, rapido nei momenti giusti ed estremamente spietato in caso di passi falsi.
La modalità di gioco è semplice: in ogni partita (suddivisa in round) c’è una squadra che attacca e una squadra che difende. La squadra in attacco dovrà piazzare una bomba chiamata “Spike” in uno degli avamposti avversari, e la squadra in difesa dovrà impedirlo a tutti i costi. Dopo i primi 12 round, i ruoli si invertono, vedendo la squadra in attacco difendere e viceversa. Vince chi arriva prima a 13 round vinti.
Attualmente la beta di Valorant conta 10 personaggi, 5 bloccati e 5 giocabili in anteprima. In piena linea con la politica di mamma Riot, i personaggi sono divisi per classi ma sono tutti uguali nelle statistiche, differenziandosi soltanto nel look e nel set di abilità, per non avvantaggiare o sfavorire nessuno. Il sistema di ricompense per sbloccare gli Agenti mancanti è costruito su un Pass Stagionale (similmente ai battle royale attualmente in circolazione) e su un sistema a “Contratti”.
Questi Contratti sono singoli per ogni Agente, e permettono di ottenere ricompense esclusive per il personaggio che abbiamo scelto, tra cui la possibilità di sbloccarlo (dopo numerose ore di gioco).
Mappe ed armi – Anteprima Valorant: le nostre impressioni sulla closed beta
Nonostante Riot abbia dichiarato che al lancio Valorant conterà 4 mappe e 12 Agenti, in questa closed beta abbiamo a disposizione soltanto 3 mappe (e 10 Agenti). Queste mappe sono diverse nella struttura, nell’ambientazione e nel numero di avamposti, ma dimostrano pressappoco le stesse dimensioni. Gli avamposti che dovremo attaccare o difendere a costo della vita contano numerosi punti di accesso, sia sullo stesso piano che in altezza, rendendoli il vero cuore della battaglia.
Le armi in Valorant, nonostante il look futuristico, sono più o meno le stesse che possiamo trovare in qualsiasi altro shooter in circolazione. Abbiamo pistole, fucili d’assalto, fucili a pompa e fucili di precisione per soddisfare ogni gusto possibile e immaginabile. Tuttavia, ottenere l’arma desiderata non è semplice come sembra. All’inizio di ogni round troviamo una meccanica piuttosto interessante, ovvero la “Fase d’Acquisto”.
Durante la fase d’acquisto, ci sarà permesso acquistare armi, scudi e le abilità del nostro personaggio. I soldi per acquistare l’equipaggiamento bisognerà ottenerli durante la partita, tramite un sistema a ricompense basato su uccisioni, assist, bombe piazzate (o detonate) e altre statistiche. Inoltre, è possibile coordinare le “spese” della squadra tramite un comodo menù e addirittura comprare armi per i compagni più bisognosi.
Questa meccanica fa di Valorant un gioco estremamente meritocratico, rendendolo puramente skill based e incentrato sul gioco di squadra, senza però influire sulle capacità individuali. Una giocata può fare la differenza, un buon posizionamento può portare all’uccisione di tutti gli avversari così come un errore può portare rovinosamente alla sconfitta. In questo, il gioco risulta estremamente spietato e talvolta frustrante, rendendo la vita particolarmente complicata ai neofiti del genere.
Estetica e tecnica – Anteprima Valorant: le nostre impressioni sulla closed beta
Nel look Valorant si mostra molto simile a Fortnite, ma mantenendo alcui elementi estetici caratteristici di Riot Games. Le abilità sono ben fatte, gli shader degli effetti sono coloratissimi e molto belli da vedere, e i personaggi cartoon sembrano usciti direttamente da League of Legends. Le animazioni sono fluide e davvero leggere, aprendo le porte del gioco anche a chi non possiede un PC troppo performante.
Tecnicamente, nonostante il gioco sia ancora in closed beta, si mostra abbastanza maturo da poter essere reso di sponibile fin da subito (con qualche accortezza in più). I già rodati server di Riot, oltre ad essere numerosi sono anche stabili e preformanti, rendendo l’esperienza di gioco perfettamente lineare e priva di drop. Unico piccolo neo riscontrato in queste ore di gioco, se proprio se ne vuole trovare uno, risiede nei modelli e nelle hitbox. A volte gli headshot non vengono registrati, i colpi alle gambe vengono registrati anche sul busto e i colpi meno precisi ogni tanto mancano inesorabilmente il bersaglio, nonostante graficamente risultino a segno.
Altro piccolo problema, non di semplice risoluzione, è il già alto numero di giocatori AFK. Come già detto, Valorant può risultare estremamente spietato e frustrante sia per i neofiti del gioco che per i giocatori più rodati. Mentre la seconda categoria è consapevole del fatto che la pratica rende perfetti, i giocatori della prima preferiscono abbandonare il gioco in preda al ragequit o semplicemente vagano in cerca di kill fino alla fine della partita.
Nonostante questo problema non sia di semplice risoluzione speriamo con tutto il cuore che Riot ci metta una pezza con un sistema simili al “Tribunal” di League of Legends, soprattutto considerando il pesante fattore “gioco di squadra” caratterizzante di Valorant.
Un punto di svolta?
La domanda che ci sorge spontanea è: da quanto visto in anteprima in questa closed beta, Valorant può considerarsi un punto di svolta? La nostra risposta è: probabilmente sì, per una serie di motivi. Il primo è l’approfondita conoscenza del mondo competitivo di Riot Games. Una software house che con League of Legends ha creato un impero basato sull’ eSport, saprà sicuramente come rendere Valorant un caposaldo del competitivo a livello mondiale.
Il secondo, è l’unicità del gioco. Sicuramente Valorant può risultare esteticamente simile ad altri titoli e riprende idee e meccaniche da Overwatch e CounterStrike. Tuttavia, il coniugare questi elementi così bene, insieme alla componente non pay-to-win caratteristica di Riot, lo rendono un titolo unico nel suo genere.
Infine, fattore da non sottovalutare, la questione fanbase. Valorant probabilmente riuscirà ad accaparrarsi fan dagli shooter in circolazione, oltre che dai fedelissimi di League of Legends. Molta gente, anche solo per la curiosità di provare il gioco, contribuirà a far crescere il nome di Valorant e considerata la qualità del prodotto è probabile che ne verrà catturata. D’altronde, da un gioco capace di raccogliere 1.7 milioni di spettatori in contemporanea su Twitch, possiamo aspettarci questo ed altro.
In conclusione, non vediamo l’ora di sapere cosa Riot abbia in serbo per il, già roseo di prospettive, futuro di Valorant. Conoscendo l’accurata gestione della software house e il suo costante impegno nel rinnovarsi, confidiamo nel fatto che Valorant, sulla linea di quanto visto in anteprima in questa beta, si imporrà come un gigante nel mondo degli shooter online così come nel competitivo.
Speriamo che le nostre prime impressioni siano state di vostro gradimento, e come sempre vi lasciamo ricordandovi di restare connessi su tuttoteK per ulteriori guide, news, recensioni e tanto altro dal mondo dei videogiochi e non solo. Ciao e buona battaglia!
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