Il mondo fantasy di Square-Enix concede il bis su Nintendo Switch e PS4: abbiamo provato in anteprima la demo di Theatrhythm Final Bar Line
Nella stesura della sua precedente recensione di Kingdom Hearts: Melody of Memory, chi vi scrive si è chiesto se indieszero volesse rivisitare la serie Theatrhythm e a poco più di due anni di distanza troviamo una risposta nella versione demo di Final Bar Line, che abbiamo provato in anteprima. Il titolo musicale targato Square-Enix abbandona il sottotitolo più esplicativo, forse a fronte di una ormai indiscutibile fama della sotto-serie. Del resto, di tutti i “Final Fantasy” (virgolette d’obbligo nel caso di quella console) usciti su Nintendo 3DS, il primo Theatrhythm e il seguito Curtain Call erano ironicamente i più fedeli ai dogmi del franchise.
L’annuncio del gioco ha sorpreso tutti in due modi. Il primo è il ritorno stesso di quello che si sarebbe altrimenti supposto essere un semplice esperimento. Il secondo, invece, sono i contenuti, che nel gioco di base promettono di eclissare di parecchio la già ottima tracklist di Melody of Memory. Il titolo, forse per un veto dalla casa del Topo, è rimasto fermo sulla linea dura in fatto di DLC: il gioco non ha ricevuto più alcun contenuto aggiuntivo, al di fuori di una cutscene inserita mediante una patch. Non è il caso del ritorno in pompa magna di indieszero, per un motivo che potrebbe far discutere. Andiamo con ordine.
Preludio – Anteprima Theatrhythm Final Bar Line
Già al primo avvio di Theatrhythm Final Bar Line, possiamo aprire l’anteprima con una conferma per chi ha giocato ai due capitoli su Nintendo 3DS (figli del loro tempo): il gioco è stato localizzato in italiano. La demo offre principalmente le modalità “essenziali”, chiedendo però al giocatore di sbloccarle per avviare i dovuti tutorial di rito. “Missioni di Serie” e “Tappe Musicali”, nel caso, si traduce rispettivamente in “Storia” e “Gioco libero”. Non che questa branca del brand abbia chissà quale trama: si suppone che le versioni super-deformed del cast combattano ancora per Cosmos e Chaos (dai Dissidia per PSP, non quello per PS4), ma di “ciccia” non ce n’è.
Il gameplay duro e puro la fa da padrone. In molti hanno semplificato questa serie come “Guitar Hero, ma con Final Fantasy”; condivisibile, se non fosse per alcune sostanziali differenze. Occorre intercettare tre tipi di segnali colorati (che mantengono in italiano la nomenclatura inglese, ovvero “trigger”) che a seconda dei casi si dirigono verso uno o quattro cerchi a tempo di musica. I rossi, “touch trigger”, richiedono solo la pressione di un pulsante frontale o dorsale. I verdi, “hold trigger”, impongono la pressione prolungata. Infine, le frecce gialle “slide trigger” richiedono uno scatto della leva analogica in una direzione. Sempre a tempo, ovvio.
Memoria muscolare (e musicale) – Anteprima Theatrhythm Final Bar Line
Non è un caso se abbiamo citato in causa Kingdom Hearts: Melody of Memory. L’ultimo arrivato di indieszero ha portato diverse ventate d’aria fresca, di cui il gioco va a beneficiare enormemente. Parliamo molto in breve dei requisiti di sblocco. Di norma, la “Missione di Serie” che racchiude i brani più iconici di un singolo Final Fantasy ricompensa il giocatore con l’accesso all’equivalente di un altro episodio della saga una volta raggiunta la metà (o, nel caso della demo, la fine) del percorso punteggiato dai vari brani. Sbloccando un diverso Final Fantasy, se ne ottengono anche i personaggi giocabili. Esatto, veterani di Theatrhythm: niente più “frammenti di cristallo”, evviva!
La stessa facilità si rispecchia anche nello sblocco dei brani nel Museo, riascoltabili a piacimento una volta affrontato il relativo brano nella modalità “storia” (e, presumiamo, lo stesso varrà per i filmati nel gioco completo). E a proposito di Museo, anche quest’ultimo attinge a piene mani dalla suddivisione dei contenuti vista in Melody of Memory, compresa (purtroppo) la nuova politica image-only delle CollectaCard. Segnaliamo poi dallo spin-off di Kingdom Hearts anche la presenza di due stili di input aggiuntivi, ovvero “Semplice” (senza slide trigger, e – di nuovo – evviva) e “In coppia” (la modalità co-op).
Ouverture a bomba – Anteprima Theatrhythm Final Bar Line
E parliamo, dunque, di queste benedette Missioni di Serie. L’idea è quella di affrontare, in ordine, i brani più noti di un determinato Final Fantasy per ricreare (in modo stringato) l’esperienza uditiva dell’intero gioco. Che il titolo riesca nel suo intento antologico, poi, sarà materia di recensione più avanti; per ora, segnaliamo la presenza di missioni nella cosiddetta “avventura”. Si tratta di obiettivi secondari, che variano dal semplice “completa il brano senza subire un Game Over” a direttive più complicate, come abbattere due boss in un solo brano. Per farlo, occorre far crescere la propria squadra.
Gli elementi da GdR sono presenti anche qui, ma (comprensibilmente) ridotti all’osso. Crescendo di livello, i personaggi ottengono boost di attacco, difesa, punti vita e, soprattutto, abilità inedite. Con una rosa di eroi sufficientemente guarnita (per una squadra da quattro di loro) è possibile curarsi ad ogni nota azzeccata, ricorrere alle evocazioni più in fretta e via dicendo. Le creature mitiche da chiamare in campo fanno il loro ritorno nei brani da battaglia, e consentono di infliggere ingenti danni al riempimento della relativa barra. Cogliamo l’occasione per ricordare, però, che in quanto rhythm game questo titolo è intransigente: spezzare una combo perfetta è questione di un attimo.
Il prezzo della libertà – Anteprima Theatrhythm Final Bar Line
Oltre a permetterci di constatare le differenze tra stili di input e livelli di difficoltà (Base, Esperto, Estremo e il neonato – nonché folle – Supremo), la voce Tappe Musicali ci ha fatto notare due cose: in primis, la modalità serve solo a migliorare i propri punteggi, divisi per ogni combinazione tra le due variabili; in secondo luogo, ciò significa che non è previsto l’utilizzo della modalità come scorciatoia per le missioni di… beh, delle Missioni di Serie. Contando poi il ritorno del punteggio cumulativo Rhythmia (visto in Melody of Memory con l’equivalente, i Punti Ritmo), ed annessi contenuti sbloccabili, abbiamo un candidato ai titoli più longevi della console.
Ed è qui che lo spazio di manovra della demo inizia a venire meno. Il menù Multi-Battaglia e quello delle schede del profilo del giocatore sono entrambi inaccessibili, mentre il livello massimo che i personaggi possono raggiungere è fisso a quota 30. Il piacevole rovescio della medaglia, in tutto questo, è che i dati di salvataggio della demo (inesistenti per la versione di prova di Melody of Memory, sebbene per motivi al tempo insospettabili) sono trasferibili al gioco completo. I cui mondi “esplorabili” promettono di includere pure i titoli per cellulari Mobius e Record Keeper, nonché Dissidia, VII Remake, Tactics, Mystic Quest e persino gli stessi Theathrythm.
“Guil-ty as charged”
L’uscita del gioco è prevista su Nintendo Switch e PS4 il 16 febbraio, ovvero tra poco (pochissimo) più di due settimane. L’aspetto divisivo a cui alludevamo all’inizio della nostra anteprima è da imputarsi alla cosiddetta “Ubisoft chart”. Per i meno avvezzi a questo tipo di pratica ormai comune nell’industria videoludica Tripla A, esistono più edizioni del gioco a prezzi differenti. La versione di base, fissa a quota 60 euro, vi dà accesso a 385 (!!!) brani provenienti da ogni angolo del brand. Se volete coccolarvi un po’ meglio, però, avete due alternative che vi costeranno rispettivamente 30 e 50 euro in più.
L’edizione Digital Deluxe include 27 brani aggiuntivi ed esclusivi a questa versione, nonché un banner sulla schermata del titolo con cui fregiarvi del vostro palato fine. Il tutto vi verrà a costare 90 euro, e comprende anche il Season Pass che (a scaglioni) includerà brani dalle serie SaGa, NieR, The World ends With You e LIVE a LIVE. Il totale dei brani salirà, nel corso del 2023, a quota 442. Se poi avete più voglia di spendere, avete l’opzione di acquistare la Premium Digital Deluxe Edition e fare vostri anche i brani della serie Mana, Xenogears, Octopath Traveler, Chrono Trigger e altre saghe non annunciate. Il totale ammonta a 110 euro, per 502 brani.
Ora sta a voi dirci la vostra: siete in fila per il day one o preferite saltare il concerto? Fatecelo sapere qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttoteK per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Instant Gaming.
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