Una nuova ricerca trova il metodo migliore per raccogliere e studiare i virus e le particelle dannose disperse nell’aria che respiriamo
Mentre il mondo è ancora alle prese con l’epidemia di SARS-CoV-2, un team di ricerca pubblica una revisione dei metodi di raccolta dei virus e trova il metodo più efficace disponibile.
Inquinamento e virus: tante tecniche di campionamento
Nel monitoraggio dell’inquinamento dell’aria sta diventando molto rilevante per la salute umana. Si stima che l’inquinamento dell’aria sia responsabile di circa 4.2 milioni di morti all’anno nel mondo. L’inquinamento indoor, cioè quello che avviene all’interno di abitazioni, uffici ed ambienti chiusi sta assumendo poi una rilevanza sempre maggiore nella gestione della salute. La recente pandemia poi evidenzia ancora di più quanto possa essere importante verificare la concentrazione di virus e agenti biologici nell’aria e negli ambienti chiusi. Ad oggi, però, nel mercato esistono più di dieci tecniche di campionamento per particelle piccole come i virus. Ecco quindi che un team di ricerca ha cercato quale sia il sistema più accurato per cercare questi agenti patogeni.
Il progetto INHALE
Il progetto INHALE è finanziato dall’EPSRC e mira a valutare l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute personale negli ambienti urbani. Questa ricerca coinvolge l’Imperial College di Londra, l’Università del Surrey e l’Università di Edimburgo. É un progetto nato nel 2016, ma più che mai attuale vista l’attuale situazione pandemica. Il team di ricerca si è focalizzato su particelle molto piccole, le PM2.5 e le PM0.1. Particelle di dimensioni in cui rientrano molti virus e batteri. I ricercatori volevano anche comprendere la tossicità , la composizione elementare e il contenuto di carbonio di queste particelle. La raccolta di particelle ultrafini è di particolare importanza a causa delle difficoltà comunemente riscontrate nel raccoglierne abbastanza per gli studi di tossicità . Il team ha anche cercato di trovare la soluzione migliore per impedire la distruzione dei campioni, un problema comune riscontrato negli esperimenti tossicologici che rende difficile la raccolta di grandi quantità di campioni.
Virus: il metodo migliore
Nella revisione, che è stata pubblicata dalla rivista Science of the Total Environment , un team guidato dall’Università del Surrey ha concluso che il modo più efficace per raccogliere e rilevare gli agenti patogeni presenti nell’aria, in particolare i virus, era utilizzare tecniche di campionamento ciclonico. Questo tipo di tecnica utilizza le forze centrifughe per raccogliere le particelle su un cono sterile contenente un liquido sterile, come il DMEM (il mezzo essenziale minimo di Dulbecco). Il campione raccolto potrà quindi essere tranquillamente trasportato ed essere disponibile per la raccolta dei virus. Il team di ricerca spera che questo lavoro posa diventare un punto di riferimento per tutti i gruppi che studiano i virus aerodispersi. Il professor Prashant Kumar, autore principale dello studio ha dichiarato:
La comunità scientifica dovrà diventare più efficiente e piena di risorse se vogliamo sconfiggere nemici come i virus presenti nell’aria. Conoscere gli strumenti giusti da utilizzare, nonché come e dove utilizzarli, è fondamentale nella nostra continua lotta per rendere l’aria che respiriamo più pulita e sicura per tutti.
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