Dormio è una nuova tecnologia in fase di sperimentazione dal Dream Lab del MIT per studiare e analizzare i sogni
I grandi pensatori del mondo probabilmente hanno perso molto sonno soffermandosi sui misteri dei sogni. Il matematico e filosofo René Descarte era così affascinato dalla vivida immagine del sogno che mise in dubbio l’esistenza stessa della realtà. La sua affermazione più celebre fu:
“Qualunque cosa io abbia accettato fino ad ora come il più vero è venuto da me attraverso i miei sensi. Ma a volte ho scoperto che mi hanno ingannato, ed è poco saggio fidarsi completamente di coloro che ci hanno ingannato una volta.”
Il filosofo cinese Zhuangzi del IV secolo raccontò un sogno in un saggio “Butterfly Dream”:
“Ora non so se fossi un uomo che sognava di essere una farfalla, o se ora sono una farfalla che sogna di essere un uomo”.
E il filosofo orientale Chogyal Mankhai Norbu ha concluso che tutte le nostre sensazioni – gusto, olfatto, vista, udito – sono semplicemente elementi di un sogno più ampio.
Oggi anche i ricercatori del MIT sono rimasti affascinati dai sogni. Hanno ideato un laboratorio del sonno con soggetti dotati di un dispositivo glovelike che consente ai ricercatori di comunicare con loro mentre scivolano nell’ipnogogia, uno stato semi-cosciente fugace tra veglia e sonno. Il dispositivo, chiamato Dormio, tiene traccia della frequenza cardiaca, del tono muscolare e della conduttanza della pelle. Quest’ultimo avvisa i ricercatori quando i soggetti si tuffano nelle prime fasi del sogno. Adam Horowitz, ricercatore del Dream Lab del MIT, ha dichiarato:
“Sognare è davvero solo pensare di notte. Quando entri, esci diverso al mattino. Ma non ci siamo posti domande sull’esperienza di quella trasformazione di informazioni o sui pensieri che la guidano.”
Dormio: come funziona l’esperimento
Il dispositivo Dormio riproduce una parola o un altro suono audio mentre i soggetti si spostano in una fase di sonno di transizione. I ricercatori hanno scoperto che i soggetti ricordano quelle parole, suoni e altri argomenti relativi agli stimoli nelle interviste successive alle loro sessioni di sonno. Horowitz ritiene che Dormio alla fine possa contribuire a migliorare la creatività e il miglioramento della memoria mentre i ricercatori progettano tecniche avanzate per catturare maggiori dettagli dagli stati ipnogogici. In questo modo si apre la porta all’interattività tra il mondo “reale” e uno stadio di fantasia e immaginazione semi-cosciente che fino ad ora è rimasto sostanzialmente privo di armonia da attori esterni.
Alcuni vedono Dormio come un aggiornamento del 21° secolo al dispositivo Steel Ball utilizzato nelle prime esplorazioni dei sogni da personaggi famosi come Thomas Edison, Edgar Allen Poe e Salvador Dali. Questi afferravano una palla mentre si addormentavano e, quando la palla rotolava dalle loro mani e li svegliava, riuscivano a ricordare meglio i loro sogni. Edison, Poe e Dalì potrebbero non aver conosciuto il termine ipnogogia, ma probabilmente hanno ben compreso e forse utilizzato ciò che i ricercatori del MIT descrivono oggi come “imprevedibilità fenomenologica, percezione distorta dello spazio e del tempo, perdita del senso di sé e associazione spontanea e fluida di idee “.
Lo studio sensoriale sui sogni e il progetto open source
Un altro ricercatore del MIT sta esplorando l’impatto dell’olfatto sulla ricerca dei sogni. Judith Amores ha progettato un diffusore di profumo che elimina gli odori mentre i soggetti scivolano nel sonno. Nelle interviste, i soggetti riportano ricordi associati agli odori. Amores spera che i suoi sforzi possano portare sollievo per i soggetti che soffrono di traumi e PTSD. Innescando profumi con associazioni positive durante gli incubi, Amores crede che “puoi guarire senza essere pienamente cosciente”.
Il MIT fornisce la tecnologia Dormio in modalità open source. I disegni dei circuiti stampati sono anche disponibili online gratuitamente. L’analisi dei sogni ha una ricca storia: Freud ha cercato spiegazioni psicosessuali per i fenomeni del sonno. Ha teorizzato che i sogni consentano l’espressione sicura dei pensieri repressi. Negli anni sessanta, il ricercatore di Stanford William Dement, noto come “il padre della medicina del sonno”, fu il primo a collegare il movimento rapido degli occhi e l’inizio dei sogni.
Uno studio del 1998 pubblicato su Science ha esaminato il modo in cui il cervello coordina le emozioni, i sensi e la memoria a lungo termine durante vivaci stati del sogno, teorici stimolanti che hanno suggerito che i sogni sono semplicemente frammenti casuali di memoria salvati o espulsi mentre il cervello conduce la “pulizia della casa”.
Usando Dormio ognuno di voi potrebbe addormentarsi come farebbe normalmente, ma la transizione al sonno della fase 2 verrebbe monitorata e interrotta. Questo vi sospenderebbe in uno stato semi-lucido in cui i micro-sogni sono poco percepibili, permettendo di comprendere e ricordare meglio ciò che si sta vivendo. Il professor John Antrobus del CCNY ha studiato il sonno per decenni e ha dimostrato che i sogni sono collegati alle nostre ansie, ma riconosce che alcune risposte rimangono sfuggenti:
“Il cervello è un organo interpretativo e quando le regioni sono meno connesse mentre dormono, otteniamo narrazioni bizzarre. Ma il suo scopo? Per questo dobbiamo chiederci qual è lo scopo del pensiero. Non possiamo rispondere l’uno senza rispondere all’altro.”
Ma forse la valutazione più intrigante viene da Nick Bostrom, un filosofo svedese all’Università di Oxford. La sua conclusione è la seguente:
“Probabilmente viviamo tutti in un sogno digitale immaginato da un computer”.
E allora, se siamo tutti solo un sogno, cosa sono i nostri sogni?
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