La plastica dei nostri computer e device è difficilmente riciclabile, ma ora un nuovo studio apre la strada per un suo innovativo utilizzo
La plastica trovata nei rifiuti elettronici viene raramente riciclata a causa della sua composizione complessa e degli additivi pericolosi. Ma gli scienziati ne hanno ora sviluppato un nuovo uso; riutilizzandola come alternativa alla plastica utilizzata nei contenitori per colture cellulari di laboratorio, come le piastre di Petri. Questi risultati, descritti in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science of the Total Environment, indicano un potenziale nuovo uso sostenibile della plastica dei rifiuti elettronici, che rappresenta circa il 20% dei circa 50 milioni di plastica buttata in tutto il mondo all’anno.
Tonnellate di scarti dalla ricerca
La ricerca biomedica è uno strumento fondamentale per il miglioramento delle condizioni di vita umana, ma molte delle tecnologie utilizzate prevedono l’uso di plastiche. Uno studio del 2015 ha stimato che 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica vengono generati dai laboratori di ricerca a livello globale ogni anno. Riutilizzare gli scarti elettronici nei laboratori non solo consentirebbe di recuperarla ma aiuterebbe anche a ridurre la quantità di rifiuti di plastica generati dai ricercatori. Poiché la plastica è un componente fondamentale dei processi produttivi e logistici, abbiamo urgente bisogno di soluzioni sostenibili ai rifiuti per mitigare l’impatto sull’ambiente e sui costi sociali. Soluzioni innovative servono quindi per sviluppare un’economia circolare della plastica. Inoltre, la ricerca degli scienziati NTU che trasforma i rifiuti in risorsa è in linea con il Manifesto della sostenibilità e la visione dell’Università previsti per il 2025.
La plastica dei rifiuti elettronici incoraggia una crescita cellulare sana
Per questo studio, il team di NTU ha utilizzato plastica recuperata dai rifiuti elettronici raccolti da un impianto di riciclaggio dei rifiuti locale. Hanno quindi recuperato tre diversi tipi di plastica per rifiuti elettronici: i pulsanti della tastiera, i fogli diffusori degli schermi LCD con una superficie relativamente piatta e liscia e il foglio prisma, degli stessi LCD, che hanno invece creste altamente allineate. I ricercatori hanno riciclato e sterilizzato le plastiche creando dei dischi circolari di 1,1cm di diametro. Su questi dischi hanno poi seminato cellule staminali umane. Una settimana dopo, gli scienziati hanno scoperto che oltre il 95% delle cellule staminali rimaneva viva, un risultato paragonabile al controllo sperimentale delle cellule staminali coltivate sulle classiche piastre Petri disponibili in commercio. Le cellule coltivate a partire dai rifiuti elettronici mantenevano anche la possibilità di differenziarsi in cellule ossee, sanguigne, nervose e altro.
Le caratteristiche della superficie della plastica influiscono sulla crescita delle cellule staminali
Le cellule staminali possono subire la differenziazione nelle giuste condizioni nel corpo o in un laboratorio. Un modo per facilitare questo processo in laboratorio è l’aggiunta di un mezzo che “spinge” le cellule staminali in una certa direzione. Per studiare l’effetto della plastica di rifiuti elettronici sulla differenziazione delle cellule staminali, i ricercatori hanno aggiunto due tipi di terreno diversi. Un tipo induce le cellule staminali a svilupparsi in cellule adipose e l’altro le spinge spinge invece a diventare cellule ossee. Dopo due settimane, le cellule fatte crescere su plastica riciclata si erano differenziate come le cellule coltivate su piastre Petri classiche. Gli scienziati hanno anche scoperto che le cellule staminali coltivate sulla plastica della tastiera e del foglio diffusore avevano maggiori probabilità di svilupparsi in cellule ossee, mentre le cellule staminali coltivate sul foglio derivato dal prisma avevano maggiori probabilità di svilupparsi in cellule adipose.
In futuro, il team del NTU mira a migliorare ulteriormente i processi di riciclaggio della plastica derivata da rifiuti elettronici per potenziarne le applicazioni biotecnologiche. Ciò aiuterebbe a promuovere pratiche sostenibili nella ricerca e trasformare la spazzatura in risorsa.
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