L’omeopatia: funziona? Fa bene o fa male? ร utile al nostro organismo? Storia, domande e risposte su una tecnica controversa
Di quando in quando torna in auge l’argomento omeopatia: perchรฉ abbiamo un conoscente che ne usufruisce, perchรฉ l’abbiamo provata e ha funzionato, perchรฉ se non funziona, come mai la vendono?. ร un argomento scottante, almeno un italiano su 10 ha usufruito di rimedi omeopatici e la percentuale di utilizzatori abituali si attesta al 4% (in calo). Ma l’omeopatia funziona o no? Cosa c’รจ di vero tra le tante notizie che circolano nel web? Cerchiamo di sviscerare alcuni dubbi in merito.
Storia dell’omeopatia
Christian Friedrich Samuel Hahnemann
Principio di similitudine del farmaco
Nella prima metร del XIX secolo il medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755 – 1843), ritenendo inefficaci le pratiche mediche del proprio tempo, enunciรฒ il principio di similitudine del farmaco, secondo cui si puรฒ porre rimedio a una malattia somministrando al paziente una sostanza che induce sintomi simili a quelli comparsi. Da questo principio, il nome della branca di medicina alternativa: dal greco แฝ ฮผฮฟฮนฮฟฯ, รฒmoios, “simile” e ฯฮฌฮธฮฟฯ, pร thos, “sofferenza” deriva quindi il termine omeopatia e chiamรฒ tale sostanza principio omeopatico.
Per danneggiare i pazienti il meno possibile, Hahnemann ridusse enormemente le dosi dei principi omeopatici. Alle critiche sull’inefficacia di tali dosi rispondeva che per mantenere e aumentare l’efficacia curativa della sostanza fosse sufficiente diluirla e dinamizzarla (agitarla). Nella pratica, Hahnemann si limitava a decretare i principi omeopatici per contrastare una malattia, diluirli e somministrarli.
Il successo: l’omeopatia funziona!
L’omeopatia prese subito piede nel XIX secolo, sembrava essere un rimedio migliore e meno nocivo rispetto ai suoi contemporanei (il salasso con sanguisughe) e in tutta Europa aprirono numerosi ospedali omeopatici. Mano a mano che la medicina diventava piรน razionale, tuttavia, l’omeopatia perdeva terreno perchรฉ meno efficace: di fatto, non offriva risultati migliori di un effetto placebo.
La memoria dell’acqua
Nel 1979 l’immunologo francese Jacques Benvenisteย (1935 – 2004), direttore di ricerca all’INSERM (Institut national de la santรฉ et de la recherche mรฉdicale) scoprรฌ la molecola del PAF, un fattore biochimico fondamentale per l’attivazione piastrinica.
Era dunque un volto noto quando nel 1988 pubblicรฒ sulla rivista Nature i risultati di una scoperta sensazionale che sconvolse la comunitร scientifica: il principio della memoria dell’acqua, secondo cui le proprietร di una sostanza diluita verrebbero trasmesse nell’acqua. Se fosse riuscito a dimostrare questo principio, avrebbe dato conferma agli studi di Hahnemann, poichรฉ bastava una piccola quantitร di farmaco, diluita, per ottenerne lo stesso effetto. In parole semplici la prova che l’omeopatia funziona.
Venne istituita una commissione di controllo sulle ricerche, che rilevรฒ una pesante manipolazione e falsificazione dei dati. La scoperta del falso venne pubblicata successivamente. Altri laboratori, tra cui l’INSERM stesso, ritentarono le ricerche di Benveniste, non ottenendo mai i risultati da lui pubblicati. Quando poi si scoprรฌ un conflitto di interessi tra Benveniste e alcune industrie di prodotti omeopatici, il medico venne allontanato dall’INSERM stesso.
Un secondo tentativo di truffa da parte di Benveniste interessรฒ il Dipartimento della Difesa Statunitense: il medico sviluppรฒ l’idea che le proprietร biologiche delle molecole fossero trasmissibili a distanza, tramite onde radio. Anche questa teoria non ottenne risultati.
L’attuale diffusione dell’omeopatia
In Europa c’รจ un costante calo di consumatori di omeopatia, che sul territorio italiano stazionano attorno al 4,1%. In ogni caso, l’utilizzo รจ attestabile a sfiducia nella medicina tradizionale o paura di assumere farmaci “troppo forti”.
La diluizione
Gli omeopati ritengono basilare la diluizione del farmaco in potenze: chiamano potenza D una diluizione 1 a 10 di un farmaco e potenza C una diluizione 1 a 100: ad esempio, un farmaco di 1 grammo deve essere diluito in 9 grammi di acqua per ottenere una potenza 1D, mentre una potenza 1C corrisponde a una parte in 99 di acqua.
Il fatto รจ che gli omeopati lavorano con potenze come 12D, ossia un farmaco viene diluito 12 volte in un rapporto 1 a 10, il che significa diluirlo 10 alla 12 volte: una parte su 1.000.000.000.000; un millilitro su mille metri cubi di acqua. E altri preparati salgono a 30C o 200C. Questo significa che, semplicemente, รจ quasi impossibile trovare una singola molecola del farmaco originario nel prodotto finale.
I prodotti omeopatici solidi sono composti da palline di zucchero con il prodotto finale di queste diluizioni. Che ovviamente costano piรน di una caramellina. Se la memoria dell’acqua fosse vera ci basterebbe acquistare una volta nella vita un farmaco e diluirlo numerose volte all’infinito.
“Ma con me l’omeopatia funziona!”
Ci sono due motivazioni possibili: la prima, si tratta di effetto placebo; la seconda, si fa confusione coi prodotti fitoterapici.
Ciรฒ che spinge la guarigione tramite omeopatia รจ l’effetto placebo: per chi non lo conosce, รจ l’effettivo miglioramento della salute del paziente a cui รจ stata fornita una sostanza senza alcun principio attivo specifico, ma in cui il paziente ripone fiducia per la guarigione. Vero รจ che l’omeopata individualizza e segue piรน da vicino la persona malata, convincendola che il prodotto รจ efficace. Alla prova dei fatti, l’effetto placebo del rimedio omeopatico aiuta leggermente a curare malattie meno gravi (raffreddore, febbre, malanni invernali, tosse, emorroidi…) ma certo รจ da rigettare per casi gravi.
In alternativa, semplicemente, si confonde il prodotto omeopatico con il fitoterapico, ossia composto o tratto dalle piante. Molti prodotti fitoterapici hanno efficacia conclamata per determinati mali, ma nulla c’entrano con l’omeopatia. La confusione puรฒ essere generata dal fatto che alcuni prodotti fitoterapici passano sotto la mano dell’industria dell’omeopatia: se troviamo “Arnica montana 30C” si tratta di un prodotto fitoterapico a base di arnica diluito 30 volte in proporzione 1 a 100.
Ma se l’omeopatia funziona poco, come mai รจ venduta?
La risposta รจ ovvia: finchรฉ c’รจ domanda di prodotti omeopatici ci sarร sempre offerta. Un buon parallelo รจ l’oroscopo (consultato da una percentuale di italiani maggiore di chi sfrutta l’omeopatia), che naturalmente non ha alcuna base scientifica, ma compare su tutti i giornali, e chiunque conosce il proprio segno zodiacale. Finchรฉ molte persone consulteranno l’oroscopo, perchรฉ ci credono o anche solo per curiositร , esisteranno sempre gli astrologi e la pagina delle stelle sui giornali.
I pericoli
Il completo abbandono della medicina tradizionale a favore dell’omeopatia arrischia il paziente a condizioni di salute piรน gravi perchรฉ non curate in tempo. Si deve avere consapevolezza di ciรฒ che si assume e della sua efficacia. C’รจ poi il “rischio portafogli”, ossia di sperperare denaro affidandosi a rimedi efficaci solo come effetto placebo.
In definitiva il placebo puรฒ essere utilizzato come terapia, ma sempre in sintonia con la medicina tradizionale.
Speriamo di aver chiarito un po’ le idee sull’omeopatia. Continuate a seguire la sezione scienze per altre curiositร ed approfondimenti!
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