Era il 10 Febbraio 1996 e per la prima volta un computer “IBM Deep Blue”, appositamente progettato dalla casa statunitense per il gioco degli scacchi, sconfisse Kasparov, l’allora campione del mondo in carica
Da quel momento molta strada è stata compiuta nel miglioramento dell’intelligenza artificiale e, molteplici operazioni che sembravano ad esclusivo appannaggio dell’uomo, vengono oggi svolte da computer o robot progettati appositamente per sostituirsi alle persone o per aiutarle.
Intelligenza artificiale e gioco
Sono sempre più diffusi i software che, attraverso calcoli elaborati, permettono anche ai meno esperti di districarsi in un settore in continua espansione come quello delle scommesse. Come raccontato in un articolo del Corriere dello Sport, esiste un algoritmo che, utilizzando un database vastissimo di quote ed intenzioni di giocata, è in grado di indicare all’utente gli eventi su cui è consigliabile scommettere. Quello degli eSport e delle scommesse sportive è un mondo in continua evoluzione, come testimoniato dal sito di Betway che offre la possibilità ai propri clienti di scommettere su eventi e tornei di gioco virtuale.
Il mondo degli eSport è, per sua stessa natura, aperto alle innovazioni: si pensi a quella che soltanto qualche anno fa sembrava essere fantascienza, ovvero la realtà virtuale (VR) che, invece, negli ultimi anni è entrata di prepotenza nel mondo degli “sport elettronici” dando vita a sfide sempre più accattivanti e coinvolgenti. La nuova sfida che il mondo degli eSport sembra aver accolto è quella dell’intelligenza artificiale. Soltanto un anno fa un Bot creato dalla OpenAI (associazione creata per lo studio dell’Intelligenza Artificiale da Elon Musk) vinceva una serie di sfide contro un videogiocatore professionista di DOTA 2 (uno dei titoli più noti ai praticanti degli eSport). Come riportato in un articolo di Repubblica, questo Bot, a differenza di altri utilizzati precedentemente, è come se ogni giorno giocasse 180 anni di partite su server diversi, immagazzinando un’enorme mole di dati che, a quanto pare, riesce poi a trasformare in una strategia vincente. Soltanto un anno dopo, però, lo stesso Team di Bot ha sfidato 5 dei più forti giocatori di DOTA 2 e questa volta ad avere la meglio è stato il team “umano”.
Lo sport e l’intelligenza artificiale
Baseball
Dal 2014 la Major League di Baseball degli U.S.A. utilizza un elaborato servizio digitale, chiamato Player Tracking System che, offerto da Amazon Web Service, permette un’analisi minuziosa di tutto ciò che accade durante una partita di baseball. Il sistema è talmente accurato che, attraverso elaborazioni grafiche, è in grado di ipotizzare cosa sarebbe successo se il giocatore avesse effettuato una scelta diversa rispetto a quella effettivamente attuata durante la partita. Il software in questione viene ampiamente utilizzato anche nelle trasmissioni televisive del post partita ed è diventato uno strumento di fondamentale importanza per gli allenatori che, analizzando i dati, sono in grado di impartire alla squadra i dettami per affrontare una determinata situazione di gioco.
Football americano
Anche nella NFL (National Football League) viene utilizzata l’intelligenza artificiale offerta da Amazon Web Service durante gli incontri di campionato: ogni giocatore, infatti, è dotato di un chip appositamente montato all’interno della propria attrezzatura da gioco che ne registra tutti i movimenti effettuati durante la partita. L’analisi di tali dati, pertanto, risulta di fondamentale importanza per l’allenatore che sarà in grado di studiare i dettagli della partita e di ogni singolo giocatore nei minimi particolari.
L’intelligenza artificiale come strumento di prevenzione
Un altro utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo dello sport è quello “medico-scientifico”. È di recente creazione, infatti, un algoritmo che tramite dei sensori GPS installati sugli indumenti degli atleti, nel caso specifico calciatori, sia durante gli allenamenti che durante la partita, immagazzina i dati relativi allo sforzo muscolare, i picchi di velocità raggiunti ed il battito cardiaco, essendo, inoltre, in grado di prevedere con un’accuratezza del 50 % il rischio di infortunio di tipo muscolare dello sportivo. In questo caso, quindi, come raccontato in un recente articolo de La Stampa, l’intelligenza artificiale viene utilizzata non solo allo scopo di raccogliere dati per creare un programma di allenamento specifico per il singolo calciatore, ma anche come vero e proprio strumento di prevenzione, con tutti i benefici che ne derivano, sia dal punto di vista della salute dell’atleta che dal punto di vista del mancato danno patrimoniale da parte dei club professionistici.
L’impressione è che nel prossimo futuro le intelligenze artificiali andranno ad incidere in modo sempre più significativo sulle nostre vite e solo il tempo sarà in grado di dirci quali nuovi traguardi verranno raggiunti.
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