Neuralink è il nuovo progetto di Neurochirurgia robotica di Elon Musk? Scopriamolo in questo articolo dedicato
Avete presente Neuralink, la startup legata all’ambito della neurotecnologia che è stata creata dall’istrionico Elon Musk? Ebbene, fin dal primo momento in cui se ne parlò, fece da polo attrattore per un gran numero di persone, interessate e curiose nel voler comprendere che tipo di impatto potesse avere in ambito scientifico.
L’obiettivo di Neuralink pare essere quello di realizzare un’interfaccia cervello-macchina decisamente all’avanguardia e futuristica. Insomma, il progetto di Neuralink mira in tutto e per tutto a portare in dote una rivoluzione nel settore della neurochirurgia, ma anche della medicina più in generale. Diamo uno sguardo, però, alla fattibilità di un simile progetto, ma anche ai rischi che porta con sé.
Le potenzialità di Neuralink
Diamo uno sguardo a quelli che potrebbero essere i campi di applicazione di questo nuovo progetto. Prima di tutto, potrebbe tornare potenzialmente utile nella cura di patologie neurologiche. Il progetto Neuralink, infatti, potrebbe mettere a disposizione delle soluzioni sempre più all’avanguardia per la cura di patologie di natura neurodegenerativa, come nel caso del Parkinson, ma anche dell’Alzheimer.
Un altro potenziale campo di applicazione di Neuralink è quello relativo alla chirurgia di precisione. La chirurgia robotica, in effetti, nel corso degli ultimi anni sta consentendo di fare grandi passi in avanti in questo ambito. E le tecnologie all’avanguardia di Neuralink potrebbero davvero garantire di raggiungere un livello di precisione ancora più alto, nello specifico in alcuni interventi neurochirurgici.
Un altro campo che potrebbe essere migliorato da tale progetto è quello del controllo in tempo reale dell’attività cerebrale. Neuralink, infatti, sarebbe in grado di mettere a disposizione dei dati e delle informazioni decisamente importanti per poter effettuare la diagnosi, così come la cura di diverse condizioni di tipo neurologico.
Cosa sta cambiando con la chirurgia robotica
Fino a questo momento, è innegabile che la chirurgia robotica ha portato in dote un grande cambiamento a livello medico. Sono migliorati due aspetti in modo particolare, ovvero la precisione e una gestione che non ha eguali. Basti pensare a meccanismi e sistemi all’avanguardia come quello ribattezzato “Da Vinci”, che ha portato in dote una vera e propria rivoluzione nell’ambito di settori medici come la ginecologia, ma anche l’urologia e la chirurgia generale.
Uno degli ostacoli a una maggiore diffusione e impiego della chirurgia robotica, però, è correlato al limitato quantitativo di elettrodi oppure di strumenti che possono essere impiegati. Ebbene, Neuralink sta provando in tutti i modi ad ampliare i confini della chirurgia robotica, diffondendosi anche all’interno del settore della neurochirurgia.
Il progetto di Neuralink si fa forte dell’altissimo numero di elettrodici e sulla sua capacità di riuscire a controllare l’attività cerebrale in presa diretta. In questo modo, potrebbe essere decisamente più semplice intervenire chirurgicamente. Se sistemi classici come quello denominato Da Vinci, infatti, sfruttano ancora un quantitativo limitato di strumenti, è bene mettere in evidenza come Neuralink, al contrario, sia in grado di usare la bellezza di oltre tremila elettrodi. Ed è proprio questo uno degli aspetti che fa la differenza, dal momento che è in grado di garantire un alto livello di granularità e di precisione, mai raggiunte fino a questo momento. Non solo, dal momento che la tecnologia di questo progetto di Elon Musk potrebbe di fatto aprire a nuove frontiere nell’ambito della medicina, anche per la cura, ad esempio, di patologie neurologiche particolarmente gravi.
Le premesse sono certamente interessanti e buone, ma d’altro canto è pur sempre vero che si tratta di discorsi teorici. Al momento, mancano studi clinici e anche la ricerca bibliografica è piuttosto limitata. E qualche pericolo potenziale è bene considerarlo, come ad esempio i rischi correlati all’uso di impianti di device all’interno del cervello e chiaramente la questione etica collegata all’attività manipolatoria nei confronti della mente.
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