Meglio una doccia calda o fredda? Come utilizzare bene il ventilatore? Una breve guida per salvarti dall’ondata di caldo africano prevista per il fine settimana.
E’ estate: la pelle si abbronza, le giornate si allungano, la sessione estiva imperversa e la pressione arteriosa cala, proprio come la voglia di uscire di casa prima di cena. Secondo le previsioni di 3b meteo, un altro fine settimana bollente sta per arrivare. Stavolta, a tormentare l’Italia sarà una nuova ondata di caldo africano: al sud, si registreranno addirittura picchi di temperatura di 40°C!
Se abiti a più di tre chilometri di distanza dal mare e sei uno studente universitario, sai bene cosa significa lottare contro le fiamme dell’inferno. Migliaia di lacrime, decine di docce polari e ventilatore alla massima potenza: sei sicuro che sia questa la tattica più corretta per affrontare il caldo africano? Può, la scienza, confermare o ribaltare la situazione? Scopriamolo insieme.
Doccia fredda o doccia calda? Questo è il dilemma
Lo so: quando il termometro segna 40 gradi all’ombra, il tuo desiderio più grande è quello di fare una lunga doccia ghiacciata. Mi dispiace deluderti: secondo la scienza, non esiste scelta più sbagliata!
A venirci in soccorso, stavolta, è la biologia. Il corpo umano è una macchina: per funzionare bene, la temperatura corporea interna deve aggirarsi intorno ai 37°C. Affinché quest’ultima resti costante – anche in situazioni climatiche estreme – viene attivato il meccanismo di omeostasi. In poche parole, il corpo regola tutte le sue funzioni in modo da contrastare l’azione dei fattori esterni, preservando lo stato ottimale.
Un fattore esterno, ad esempio, è il getto d’acqua di una doccia fredda sulla nostra pelle, che istantaneamente fa “comprimere” i vasi sanguigni. Dopo che il suo equilibrio è stato alterato, il corpo si attiva per raggiungere di nuovo le condizioni ottimali, aumentando il battito cardiaco. Una volta conclusa la doccia fredda, quest’ultimo fattore provoca un’alterata percezione di calore e sudorazione maggiore.
Fare una doccia calda, tuttavia, è ugualmente deleterio: se si soffre di ipotensione, infatti, il rischio di avere pericolosi capogiri e svenimenti è sempre dietro l’angolo. La scelta migliore per combattere il caldo africano è quella di optare per una doccia tiepida, così da non attivare in modo brusco il meccanismo di omeostasi. Hai preso nota?
Ventilatore: come utilizzarlo al meglio se non si è da soli in piena ondata di caldo africano?
Avere una costante brezza tutta per sé nei giorni di caldo africano è una vera e propria goduria. A volte, però, non è possibile avere l’esclusiva sul ventilatore, soprattutto se è l’unico disponibile in casa. Se proprio devi condividere il tuo, perché non farlo nel modo più corretto e funzionale?
Se possiedi un ventilatore e una stanza molto più calda rispetto al resto della tua abitazione, potresti valutare di utilizzare il primo come estrattore di aria calda. In che modo? Puntando il flusso d’aria dovuto al movimento delle pale nella direzione più “fresca” (ad esempio, verso la porta di accesso alla stanza se il corridoio è meglio coibentato). Questo permette di muovere una massa d’aria più ampia e a temperature leggermente migliori.
Chiaramente, la potenza dell’effetto refrigerante nei confronti della stanza, dipende sia dal gap termico tra l’ambiente caldo e freddo, sia dalla tipologia di ventilatore utilizzato (quelli di tipo industriale sono sicuramente più adatti a questo impiego).
A meno che tu non abbia una villa con piscina in pieno stile Marissa Cooper, questi due utili trucchi provenienti dalla scienza possono aiutarti a sconfiggere il caldo africano. Prima di iniziare a lamentarti, però, fermati un attimo a riflettere: almeno per adesso non siamo in lockdown!
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