Una nuova combinazione di farmaci è più efficace nella protezione e nel recupero da ictus cerebrale rispetto ai farmaci singoli
Una nuova ricerca riporta che la combinazione di un nuovo farmaco e di derivati ​​del DHA, un omega 3, selezionati è più efficace nel proteggere le cellule cerebrali e aumentare il recupero dopo l’ictus rispetto a un singolo farmaco.
Ictus: i numeri del problema
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ogni anno, più di 795.000 persone negli Stati Uniti hanno un ictus. E così ogni 40 secondi qualcuno negli Stati Uniti ha un ictus ogni 40 secondi e ogni 4 minuti una persona muore per ictus. Circa l’87% sono ictus ischemici, in cui il flusso di sangue al cervello è bloccato. I costi legati a questa malattia negli Stati Uniti ammontano a quasi 46 miliardi di dollari tra il 2014 e il 2015. Questo include il costo dei servizi sanitari, dei medicinali per il trattamento e i giorni lavorativi persi. L’ictus è una delle principali cause di grave disabilità a lungo termine. Riduce infatti la mobilità in più della metà dei sopravvissuti di superiore ai 65 anni. Durante un ictus ischemico, i segnali prodotti dai globuli bianchi in arrivo e dalle cellule immunitarie primarie del cervello, chiamate microglia, causano la neuroinfiammazione che porta a un accumulo di sostanze chimiche che danneggiano il cervello. Il fattore di attivazione delle piastrine (PAF) si accumula e l’inibizione di questo processo gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza neuronale.
Gli studi sui farmaci
Un fattore complicante nello sviluppo di strategie neuroprotettive per l’ictus sono i molteplici percorsi ed eventi che si verificano nel cervello. I trattamenti con agenti monoterapici per lo più non hanno avuto successo. Il Dr. Bazan studia da tempo approcci farmacologici delle complicazioni dell’ictus. Ha dimostrato che oltre alle sue proprietà antinfiammatorie un acido grasso omega-3 essenziale, detto DHA, stimola la produzione di neuroprotectina D1 (NPD1), una molecola che protegge le cellule cerebrali e ne promuove la sopravvivenza. Poiché nessuna singola terapia si è dimostrata efficace nel trattamento della complessità dell’ictus, il team ha mirato a due diversi eventi. Il primo è il blocco dei recettori del fattore di attivazione piastrinica pro-infiammatori (PAF-R) e il secondo è l’attivazione dei percorsi di sopravvivenza cellulare.
Il doppio trattamento contro l’ictus
Il team del Dr. Bazan ha scoperto ha scoperto che la molecola sintetica LAU-0901 blocca il fattore di attivazione piastrinica pro-infiammatoria. Combinando LAU-0901 con l’NPD1 attivato dall’aspirina (AT-NPD1) sono riusciti a ridurre le dimensioni dell’area danneggiata nel cervello durante l’ictus e avviarne la riparazione. Questo ha portato a un recupero comportamentale notevolmente migliorato. La combinazione dei trattamenti ha ridotto del 62% le dimensioni delle lesioni senza l’aspirina e del 90% con l’aggiunta di quest’ultimo farmaco. Il trattamento combinato con LAU‑0901 più AT‑NPD1 ha migliorato il punteggio comportamentale fino al 54% dopo il terzo giorno di trattamento. In più la combinazione ha ridotto la produzione del fattore proinfiammatorio acido 12‑idrossiicosatetraenoico. I ricercatori credono che l’attività biologica di LAU-0901 e AT-NPD1 sia dovuta alla modulazione specifica delle vie di segnalazione associate al sistema immunitario, all’infiammazione e alla interazione fra le cellule. La combinazione delle molecole promuove quindi la sopravvivenza delle cellule neuronali. Questa terapia combinata può essere quindi promettente per il futuro sviluppo terapeutico contro l’ictus ischemico. Il Dott. Bazan osserva:
Questi risultati forniscono un importante progresso concettuale di ampia rilevanza terapeutica per la sopravvivenza cellulare, la funzione cerebrale e, in particolare, ictus e malattie neurodegenerative.
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