Nel corso delle partite di EURO2020, Lorenzo Insigne ha sfoderato in più occasioni il suo famoso “tiraggir”: scopriamo quali sono le leggi fisiche su cui si fonda.
Giovane e scattante, Lorenzo Insigne è sicuramente l’atleta azzurro più amato di EURO2020. Grazie a decine di meme divenuti virali sui social nelle ultime settimane, il calciatore è ad oggi considerato una vera e propria star dal popolo del web. Perché l’attaccante partenopeo ha conquistato improvvisamente una fama mediatica così intensa?
Un ruolo importante è sicuramente quello giocato dalle colorite espressioni in napoletano che Insigne riserva ai suoi avversari, soprattutto in occasione di contrasti particolarmente violenti. Il motivo principale, tuttavia, è da ritrovare nel suo emblematico “tiraggir”, firma inconfondibile dell’atleta.
Per decenza, non possiamo riportare le traduzioni in italiano delle citazioni più famose del calciatore pronunciate in occasione dell’ EURO 2020. Nulla ci vieta, però, di lodarne le più spiccate peculiarità fisiche. Analizziamo, in chiave “scientifica”, ciò che rende l’inconfondibile tiro di Insigne un capolavoro senza eguali.
EURO2020: l’arte del “tiraggir”
A metà strada tra il destro di Holly e un tiro di Pirlo, il “tiraggir” (ndr dal napoletano, tiro a giro) è l’asso sfoderato da Insigne nell’area di rigore avversaria. Che sia su punizione o dopo uno stop ben riuscito, esso prevede una dinamica precisa.
Dopo il sapiente tocco di piatto, il pallone assume una traiettoria singolare: roteando in maniera vorticosa, esso compie un percorso parabolico deviato (nel gergo chiamato “effetto”). Se ben impostato, l’attacco risulta difficilmente gestibile dall’estremo difensore avversario, proprio a causa della sua imprevedibilità.
Cosa c’è alla base della fisica del “tiraggir”?
Il pallone da calcio utilizzato durante le partite di EURO2020 ha una massa compresa tra 410 e 450 grammi. La circonferenza, invece, oscilla tra i 68 e i 70 centimetri. Alla luce di queste misure, considerare il pallone come “punto materiale” – cioè come un corpo dotato di massa ma di dimensioni trascurabili – potrebbe essere troppo riduttivo. Definiamolo, quindi, un corpo rigido. Per descrivere come il pallone arriva nei pressi della porta, si deve considerare la sovrapposizione di due moti: il moto del centro di massa e il moto rotazionale rispetto all’asse passante per il centro di massa.
Il primo compiuto dal pallone è abbastanza simile al moto parabolico. Il moto parabolico bidimensionale si può definire a sua volta come somma di altri due. Per maggiore chiarezza, introduciamo un sistema di riferimento. Consideriamo come “asse delle ascisse” (x) l’asse parallelo al campo, con verso positivo rivolto in direzione della porta avversaria. Naturalmente, l’asse delle ordinate (y) sarà perpendicolare ai piedi di Insigne, con verso positivo in direzione del cielo. Il pallone è, all’istante in cui viene calciato (al tempo t0), posizionato all’origine degli assi.
Nell’avvicinarsi alla porta, il pallone compie un moto rettilineo accelerato rispetto all’asse y e un moto rettilineo uniforme rispetto all’asse x. A causa della presenza del famoso “effetto”, la parabola tratteggiata è leggermente “inclinata” rispetto alla terza dimensione, non ancora citata per maggiore ordine. Questo è ciò che rende il “tiraggir” eseguito correttamente, un attacco difficile da parare.
Non dimentichiamoci che il pallone si avvicina alla porta avversaria ruotando rispetto al proprio asse! Questo aspetto è fisicamente molto rilevante, ma andiamo per gradi. Per semplicità, supponiamo che la velocità di rotazione in queste condizioni (chiamata velocità angolare) resti costante in modulo. Anche il centro di rotazione (polo) risulta essere fisso.
Il primo fattore del “tiraggir”, protagonista di EURO2020: il momento totale delle forze.
Requisiti fondamentali del perfetto “tiraggir” sono il mantenimento costante del moto rotazionale del pallone e l’inclinazione della traiettoria dopo il massimo del moto parabolico “inclinato”. Affinchè la prima condizione non venga meno, è necessario mantenere non nullo il momento totale delle forze applicate sul pallone. Per assicurare questo, occorre che il punto di applicazione della forza risultante non corrisponda mai al centro di rotazione del corpo (in quel caso avremmo braccio nullo). Oppure, se ciò malauguratamente accade, la velocità del polo non deve essere parallela alla quantità di moto totale del sistema. Inoltre, Insigne, per assicurare la traiettoria desiderata, tira di piatto e non di punta. Questo permette, a leggero discapito della forza, maggiore precisione.
Il “tiraggir” e l’Equazione di Bernoulli: la coppia che non ti aspetti
La vera sfida è, invece, assicurare il cambiamento della traiettoria dopo il massimo. Come già anticipato, in questo fenomeno un ruolo importante è giocato dal moto rotatorio. Per giustificare ciò, occorre introdurre il concetto di portanza. In parole povere, essa è la spinta che un oggetto in movimento in un fluido riceve per effetto di differenza di pressione tra la superficie inferiore e quella superiore. Per comprenderne l’importanza, basta pensare che questa è la “forza” che permette agli aerei di spiccare il volo. Secondo la famosa equazione di Bernoulli, un cambiamento di pressione comporta un cambiamento di velocità di scorrimento del fluido.
Il pallone si muove nell’aria (fluido) , a sua volta in movimento rispetto al pallone. Supponiamo che quest’ultimo ruoti in senso antiorario. La sua rotazione comporta la comparsa di velocità risultanti differenti sui suoi due lati. Perché accade questo?
La risposta è semplice. Sul lato in cui la velocità di scorrimento dell’aria e la velocità di rotazione del pallone hanno lo stesso verso, i due vettori sono concordi. Per questo motivo, le due intensità si sommano per dare il vettore velocità risultante. Sull’altro, invece, avremo due velocità discordi e quindi sicuramente l’intensità del vettore risultante sarà più bassa del precedente.
Grazie a questa differenza di “spinta” laterale, il pallone si “deforma” e la sua traiettoria risulta inclinata (ad “effetto”). Come fare a gestirla? Attraverso un sapiente controllo della rotazione del pallone, chiara conseguenza dell’esperienza del giocatore.
Al termine di questa analisi abbiamo scoperto che, in realtà, i due requisiti fondamentali del perfetto “tiraggir”, simbolo indiscusso di EURO2020, sono entrambi strettamente legati al moto rotazionale del pallone. Speriamo che, anche nel corso di quest’ultimo e decisivo match, Insigne riesca ancora ad addomesticare le leggi della fisica, senza esagerare con le sue pittoresche imprecazioni.
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