Il nuovo coronavirus, ora denominato SARS-CoV-2, spaventa il mondo, ma a che punto siamo riguardo le cure? In questo articolo cercheremo di analizzare ciò che sappiamo su una possibile cura o vaccino per il famigerato coronavirus
Trovare una cura per il coronavirus per gestire l’emergenza non è affatto semplice. Oltre a studiare il patogeno per individuarne i punti deboli, è necessario testare i farmaci per riscontrarne l’efficacia e i possibili effetti collaterali, tarare i dosaggi e le modalità con cui somministrarli. La fase di test è certamente la più lunga e complicata. Ma facciamo il punto della situazione su una possibile cura per il coronavirus.
Coronavirus: cosa sappiamo di questa infezione
Per capire come trovare una cura per il nuovo coronavirus, che ormai si è diffuso anche in Italia, dobbiamo prima sapere come è fatto. Di questo virus sappiamo già molte cose e riguardo la pericolosità di questa infezione ne abbiamo già parlato. I coronavirus sono una famiglia di virus molto ampia. Il nome deriva dall’aspetto che si vede al microscopio, che li fa assomigliare una pallina circondata da una corona a punte. Si dividono possono in due classi, il sottogruppo alfa e il sottogruppo beta. I coronavirus beta si possono dividere ancora in 2 classi: coronavirus umani comuni (che causano normalmente raffreddori) e i nuovi coronavirus come la SARS, la MERS e questo nuovo SARS-CoV-2 che causa la patologia chiamata COVID-19. Di questo virus conosciamo il genoma, quindi dalle proteine che lo compongono e da queste bisogna partire.
Dalle analisi questo coronavirus risulta simile più simile alla SARS (la pandemia che colpì il mondo nel 2002/2003) che alla MERS (2012/2013). Da questi dati si può pensare allo sviluppo di terapie. In particolare quattro proteine sembrano essere dei buoni bersagli per potenziali farmaci efficaci. Due proteasi (enzimi che servono a tagliare le proteine cellulari), la RNA-polimerasi virale (proteina necessaria alla riproduzione del codice genetico virale) e la proteina SPIKE (una proteina esterna che serve al virus per “agganciarsi” alle cellule) sono già note per poter essere colpite da farmaci testati in laboratorio.
Cura coronavirus: come viene gestita la ricerca
Contro la pandemia di SARS del 2002/2003 gli scienziati testarono già molti farmaci con un successo variabile e, nel frattempo, la medicina e la ricerca hanno fatto passi da gigante. Nuove tecniche si sono sviluppate, per fare un esempio la genomica legata alla tecnologia CRISPR-Cas9, che hanno letteralmente cambiato il modo di vedere e manipolare gli organismi. Grazie a queste, sottolinea Nature, più di 80 trials clinici sono stati avviati nel mondo. Come evidenziato dalla prestigiosa rivista, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si sta muovendo per monitorare lo svolgimento di questi test controllati. Questo controllo servirà a monitorare che non vengano fatte sperimentazioni “a casaccio”, fornendo quindi risultati comparabili fra di loro e davvero significativi per la salute pubblica. Si sta infatti testando di tutto, da farmaci contro l’HIV a farmaci usati contro Ebola, da antinfluenzali fino alla medicina tradizionale cinese. Diventa quindi importante mettere chiarezza.
Cura coronavirus: i farmaci più promettenti
Ora vedremo insieme quali sono i farmaci, che sono già stati usati in passato, e che sembrano essere più promettenti per la cura di questo nuovo coronavirus.
- Remdesivir: è un farmaco sviluppato dall’azienda Gilead Sciences. Ha dimostrato una buona attività antivirale contro i coronavirus di SARS e MERS in precedenti esperimenti su cellule e sugli animali. Da questi studi si pensa dovrebbe bloccare la riproduzione del virus.
- Farmaci anti-Hiv: uno studio pubblicato nel 2004 ha mostrato che la combinazione di farmaci anti-Hiv Lopinavir e Ritonavir ha sostanziali benefici clinici se somministrata a pazienti con SARS. L’ospedale di Wuhan, epicentro dell’epidemia, ha già avviato uno studio clinico sulla combinazione di anti-Hiv, come riferito dal Lancet.
- Clorochina: famoso antimalarico, fu già usato su proposta di un italiano già per il trattamento della SARS. Come annunciato dall’Istituto superiore di Sanità, le autorità cinesi hanno avviato un trial clinico che sta già dando risultati promettenti.
Casi di studio, combinazioni, nuove idee: le altre cure pensate
Vista la novità della malattia, non sono solamente i farmaci già testati per altri coronavirus ad essere sperimentati. In questo contesto i cosiddetti casi studio sono molto importanti. Per caso studio si intende un paziente o un piccolo numero di pazienti a cui viene fornita una cura, parzialmente sperimentale, nuova e che mostra cambiamenti significativi nello stato di salute. Da questi poi possono partire nuovi trials clinici. È questo il caso della combinazione Arbidol-Darunavir: il primo è un antivirale usato per il trattamento dell’influenza, mentre il secondo è un farmaco anti-HIV. Ma i ricercatori cinesi studiano anche cure derivanti dalla medicina tradizionale.
Con circa 15 sperimentazioni cliniche in corso, quest’ultima opzione però solleva dei dubbi in quanto spesso mancano controlli seri. Non ci sono però solamente gli studi sugli esseri umani. Come evidenziato da Nature e Lancet nuove idee stanno nascendo. Una ricerca, ad esempio, ha mostrato lo sviluppo di un virus modificato geneticamente che potrebbe interferire specificatamente contro la riproduzione virale, mentre un altro studio analizza la possibilità di stimolare il sistema immunitario perché riesca a combattere meglio il coronavirus.
Cura e vaccino coronavirus: quando saranno pronti?
La comunità scientifica sta spingendo moltissimo per la ricerca di una nuova cura per il nuovo coronavirus. Come detto, ci sono molti esperimenti in corso e tante opzioni vagliate. Nonostante questo è improbabile che un trial clinico possa dare risultati validi da essere inseriti nelle linee guida internazionali prima di aprile. Per lo sviluppo di un vaccino commercializzabile i tempi sono anche più lunghi. L’Imperial College di Londra ha iniziato da poco dei test sugli animali per un potenziale vaccino per il coronavirus e sembra che anche un gruppo cinese sia su questa strada. Notizia recente è che da aprile potrebbe partire una prima fase di sperimentazione su esseri umani. La casa farmaceutica americana Moderna Inc. ha infatti spedito un primo lotto di vaccino contro il coronavirus in Cina per cominciare i test sul campo. Inoltre alcuni campioni sono stati inviati all’Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive di Bethesda che comincerà i test su volontari sani per verificarne la risposta immunitaria. Tuttavia un vaccino ha controlli molto rigorosi prima di poter essere commercializzato ed è improbabile che riesca ad uscire prima di 9 mesi – 1 anno. Si pensa che prima luglio o agosto non si riusciranno ad avere dei risultati.
Nel frattempo che si aspetta bisogna stare tranquilli, seguire le linee guida e cercare di limitare per quanto possibile il contagio per mantenere l’epidemia sotto controllo. Sulla nostra sezione scienze trovate molti altri articoli sull’argomento, seguiteci!
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