Jeff Bezos è il fondatore di una società molto attiva nel campo dell’esplorazione spaziale chiamato Blue Origin che promette grandi investimenti nei viaggi spaziali per il futuro. Potremmo vedere le spedizioni Amazon spingersi fino alla Luna? Non nel prossimo futuro, ma intanto arriva un avanzatissimo lander lunare Blue Moon
L’uomo ha messo piede sulla Luna per la prima volta nel 1969 con la missione Apollo 11, grazie al lavoro della NASA, la società spaziale nazionale degli Stati Uniti. Fino a qualche decennio fa infatti era impensabile per una società privata avere fondi sufficienti per mettere in piedi delle missioni spaziali vere e proprie. Tuttavia i giganti del mondo high tech moderno hanno accumulato una fortuna paragonabile a quella che uno stato può devolvere per la spese di ricerca spaziale. Ecco che nascono le aziende come Space X di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos.
La missione Apollo 11, il primo allunaggio avvenuto nel 1969
Blue Origin e Space X: l’epoca delle missioni spaziali private?
In realtà non vedremo presto delle società che operano e traggono profitto direttamente dalle esplorazioni spaziali, come quella che manovrava nell’ombra la Nostromo nel film “Alien”. La verità è che si stanno intensificando le attività delle società private a sostegno di quelle nazionali. La NASA stessa ha dichiarato di essere interessata a delegare un numero sempre maggiore di operazioni secondaria ad aziende private, in modo da poter concentrare le sue risorse umane e tecnologiche per conseguire obiettivi di più alto profilo.
Le società di Jeff Bezon, patron di Amazon, e Elon Musk, l’eccentrico miliardario, sono ancora molto vincolate agli enti statali e dalle loro commesse, non possiamo quindi parlare ancora id privatizzazione. Le aziende spaziali privati infatti si occuperanno di alcuni aspetti secondari delle missioni spaziali oppure soddisferanno le richieste di altri enti – sia pubblici che privati – che necessitano di servizi di trasporto spaziale ad esempio per mettere in orbita satelliti metereologici o per le telecomunicazioni. Ad esempio il lander “Blue Moon” servirà solo per una breve parte dell’intera missione di allunaggio, che invece è molto più articolata nel suo complesso. Non è da escludere però nel prossimo futuro non si vengano a generare degli interessi economici diretti dallo sfruttamento dei viaggi spaziali, ad esempio un commercio extra-terrestre con le nuove colonie su Marte – ok, forse qui stiamo andando un po’ oltre il prossimo futuro – e allora sì che potremo vedere le prime spedizioni Amazon verso lo spazio.
Jeff Bezos davanti ad una capsula di Blue Origin
Blue Moon: “spedizioni Amazon” di uomini e mezzi sulla Luna grazie a Jeff Bezos
La presentazione del lander “Blue Moon” rappresenta un tassello fondamentale nella riconquista della Luna, promessa dalla NASA entro 5 anni con la successiva creazione di un hub permanente che servirà da supporto alla missioni nello spazio profondo, alias l’approdo dell’uomo su Marte. Un piano sicuramente ambizioso – ma già approvato dal presidente Donald Trump – e proprio per questo avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile; di certo il buon Jeff Bezos, dopo aver costruito il colosso di Amazon, avrà fiutato un altro buon affare.
Blue Moon: un lander privato per trasportare uomini e mezzi
Prima di tutto capiamo che cosa sia un lander, noto anche come veicolo di atterraggio (denominazione molto più eloquente probabilmente). Far atterrare l’intera struttura utilizzata per raggiungere la Luna sarebbe troppo dispendioso e inutile: si preferisce mettere in orbita la navicella principale – in questo modo si risparmia anche carburante – e far sbarcare l’equipaggio con tutta la strumentazione necessaria tramite un veicolo più compatto e leggero. Proprio di questo si è occupata la Blue Origin di Jeff Bezos sviluppando il “Blue Moon”, magari sfruttando il know how accumulato in anni di spedizioni Amazon celeri ed efficienti.
Il design di Blue Moon, a metà tra modernità e tradizione
Oltre ad essere funzionale, il modulo di atterraggio “Blue Moon” è anche curato nel design: sarà realizzato in metallo con finiture blu, con un aspetto che ricorda i gloriosi lander degli anni ’50 e ’60 che portarono per primi gli uomini oltre l’atmosfera della Terra. Non sarà tutta una questione di design in ogni caso: tutti i lander infatti, compreso “Blue Moon”, devono rispettare certi canoni di aerodinamica in modo da sfruttare al meglio il carburante e fare in modo di controllare la velocità di caduta. Il veicolo di atterraggio è stato presentato da Jeff Bezos in pompa magna, davanti ad un pubblico composto di rappresentanti della NASA, ricercatori, giornalisti e studenti.
Jeff Bezos presenta il lander “Blue Moon”
Il patron di Amazon ha dichiarato, a proposito dell’imminente ritorno sulla Luna:
La cosa giusta da fare noi – riferendosi alla sua azienda spaziale – possiamo aiutare a rispettare questa scadenza, ma soltanto perché abbiamo cominciato a lavorare in questa direzione tre anni fa. E’ tempo di tornare alla Luna e questa volta per restarci.
Con tutta queste euforia è certamente confermata la definitiva entrata dell’uomo in una nuova epoca di esplorazione spaziali, l’obiettivo è più ambizioso che mai: raggiungere Marte per la prima volta e soprattutto provare ad installare le prime basi stabili all’esterno dell’atmosfera terrestre. Nel prossimo futuro sarà forse necessario espandersi oltre i confine della Terra. Per adesso attendiamo il prossimo passo verso la Luna che probabilmente partirà dalla capsula “Blue Moon” di Blue Origin. Dalla sezione scienze è tutto! Continuata a seguirci per tante curiosità e news dal mondo naturale e della ricerca!
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