Dopo Apollo 11, nuovi obiettivi a lungo termine sono stati programmati dalla Nasa: scopriamoli insieme in occasione dell’anniversario del famoso sbarco lunare.
Il 20 luglio 1969 la missione spaziale Apollo 11 raggiunge il suo culmine con l’allunaggio. A bordo, tre ingegneri americani: il comandante Neil Armstrong e i piloti Micheal Collins e Buzz Aldrin. Termina così la “corsa alla luna” tra Unione Sovietica e America, con un esito non proprio scontato. Durante la Guerra Fredda, dopo la spedizione del satellite Sputnik I e la gita spaziale nell’orbita terrestre di Juri Gagarin, il destino sembrava ormai scritto a favore dei sovietici. Eppure, la prima bandiera a sventolare sul suolo lunare fu proprio quella a stelle e a strisce. Il momento venne suggellato dall’emblematica frase “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità ”, pronunciata in diretta mondiale dalla voce metallica di Armstrong. Sono trascorsi ormai 52 anni dalla fine di Apollo 11: quali saranno le prossime missioni spaziali promosse dalla NASA? Scopriamolo insieme.
L’uomo sulla Luna, la conquista spaziale dello scorso secolo, NASA
2021: il Telescopio spaziale James Webb
Il lancio del nuovo Telescopio spaziale è previsto per Ottobre 2021. Esso è stato realizzato, in collaborazione, da NASA, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e CSA (Agenzia Spaziale Canadese). Aiuterà il già presente Hubble, lanciato nel 1990 e potenzialmente operativo fino al 2030-2040. Trent’anni, in campo tecnologico, sono davvero tanti. Infatti, il James Webb, rispetto al precedente, presenta delle caratteristiche decisamente più all’avanguardia. Oltre alle dimensioni maggiori, il nuovo telescopio spaziale dispone di uno specchio primario lungo 6,5 metri. Il suo ruolo è quello di studiare le lunghezze d’onda nella banda infrarossa.
Perché si sfrutta quest’ultima tecnologia? Il motivo è semplice.
Orbitando fuori dall’atmosfera terrestre, il telescopio risente dell’effetto disturbante della polvere cosmica e dei gas delle nubi interstellari, che sono decisamente caldi (10000 K). Studiando lo spettro dell’infrarosso, è possibile captare formazioni stellari, dischi protoplanetari e i nuclei di galassie attive. Questi sono tendenzialmente più freddi delle stelle ed emettono radiazioni ad infrarossi. Se James Webb non sfruttasse questi ultimi, tali importanti “segnali” d’immagine andrebbero persi.
Inoltre, grazie all’introduzione di un impianto criogenico e dei micro-otturatori regolabili a mo’ di “tapparelle”, sarà possibile selezionare simultaneamente più spettri di luce. Ciò permetterà di analizzare fino ad un massimo di cento oggetti contemporaneamente.
Grazie a questo nuovo telescopio spaziale, potremo captare nuove galassie e conoscere piĂą a fondo il nostro magnifico universo. Decisamente un enorme passo avanti rispetto alla missione Apollo 11!
2023: OSIRIS-Rex e il pacco in consegna dallo spazio
Hai letto bene: ci sarà un pacco in consegna dall’universo ed è in giacenza dal 2020. E’ questo lo step conclusivo della missione OSIRIS-Rex, previsto per il 2023. L’obiettivo di quest’ultima è lo studio del misterioso asteroide 101955 Bennu. Perché questo corpo celeste è così importante? Tra i primi motivi, sicuramente la sua pericolosa traiettoria. E’ previsto, infatti, un potenziale impatto con la Terra tra il 2175 e il 2199.
Un braccio meccanico, il 20 ottobre 2020, ha prelevato dei campioni di materiale roccioso. Analizzarli è importantissimo perché, secondo gli studiosi, l’asteroide si è formato più di 4 miliardi di anni fa. Nel corso di tutto questo tempo, esso non ha subito grandi modifiche chimiche o fisiche. Ciò significa che, al suo interno, può celare informazioni importanti su misteri come la nascita della vita.
La consegna del preziosissimo campione avverrà il 24 settembre 2023, tramite il lancio di una capsula in direzione Terra da parte di una sonda. Dopo l’atterraggio previsto nello Utah, verrà trasportato al Johnson Space Center per effettuare gli esami necessari. L’Apollo 11, a suo tempo, fu dimostrazione di grande avanguardia tecnologica. Chissà cosa penserebbe Armstrong se avesse la possibilità di aprire un pacco proveniente dallo spazio!
Il secondo step prevede l’installazione di una base sul nostro satellite, NASA
2024-2030: i primi allunaggi dopo Apollo 11 e il desiderio di raggiungere il pianeta Rosso.
I cosmonauti della Nasa ritornano sulla Luna. I progetti, stavolta, sono molto più ambiziosi. Il programma Artemis prevede di far sbarcare, entro il 2024, la prima donna e il prossimo uomo nella regione del polo sud lunare. Nel novembre 2021 si terrà Artemis I, il secondo volo di collaudo senza equipaggio dell’Orion MPCV. Il primo volo con equipaggio è programmato per Agosto 2023 e la partenza definitiva, invece, avverrà nell’ottobre 2024. Quest’ultima missione durerà 30 giorni.
L’obiettivo è abbastanza curioso. A oltre 50 anni da Apollo 11, I due astronauti allunati dovranno raccogliere campioni utili alla ricerca di una risposta ben precisa: come allungare il tempo di permanenza dei cosmonauti sulla superficie lunare? Queste importanti scoperte sarebbero un gran punto di partenza anche per l’organizzazione delle spedizioni con equipaggio verso il misterioso pianeta rosso.
Il primo uomo su Marte: perchè questa “passeggiata” è piĂą complessa della missione Apollo 11?
I primi passi dell’uomo su Marte sono ottimisticamente previsti per l’anno 2030 (in occasione del programma Aurora). Ad oggi, quasi tutte le potenziali missioni esplorative sono state stroncate sul nascere. Soltanto alcune – prima tra tutte Mars Odissey del 2001 – hanno comportato risultati importanti, come la mappatura e l’analisi del corpo celeste. Queste basse probabilità di riuscita sono conseguenza della presenza di troppi fattori misteriosi che inficiano sulle missioni.
Marte appare come un pianeta inospitale, con una temperatura media di -63°C e accelerazione gravitazionale pari ad un terzo di quella terrestre. Ancora oggi sono tante le domande a cui gli scienziati non hanno ottenuto risposta. Molte riguardano la composizione del pianeta, la sua attività geologica, la possibile presenza di vita e il potenziale tempo di sopravvivenza dell’uomo all’esposizione di una gravità così bassa. Ad oggi, la stima di quest’ultimo, rasenta appena il minuto.
Secondo Elon Musk, cofondatore di Space X, le prime missioni verso il pianeta Rosso potrebbero addirittura costare la vita agli astronauti. Nella speranza che ciò non si avveri, non si può non attendere il momento con trepidante ansia. Così come Apollo 11, i primi passi dell’uomo su Marte decreteranno la fine di un tribolato periodo di delusioni e missioni fallite. Speriamo che, anche la nostra generazione, abbia la fortuna di vivere un evento così importante da raccontare ai propri nipotini in loop. Ad ogni festa di famiglia. Fino al compimento della maggiore età .
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