Shonen Jump lancia The Hunters Guild: Red Hood, il manga di esordio di Yuki Kawaguchi. L’autore è stato assistente di Kouhei Horikoshi per My Hero Academia, e ora propone una versione unica e tetra delle classiche favole occidentali
La scorsa settimana, il nuovo manga di Ryuhei Tamura, Hard-Boiled cop and Dolphin, ha raggiunto la sua conclusione, dopo circa quaranta capitoli. Dopo Beelzebub, l’autore fatica a trovare una nuova dimensione per il proprio lavoro, producendo opere la cui serializzazione finisce per essere breve.
Al suo posto, Shueisha questa settimana pubblica il manga vincitore della quattordicesima Gold Future Cup rookie manga competition, The Hunters Guild: Red Hood, di Yuki Kawaguchi. L’autore è un nome nuovo, ma qualcosa spicca subito nella sua opera: egli infatti ha lavorato insieme al sensei Kouhei Horikoshi in My Hero Academia. Lo stile unico che Horikoshi ha dato al suo best seller è stato raccolto in modo egregio da Kawaguchi, che è riuscito a farlo proprio. Come sottolineato dall’editore, ora è ancora più unico e particolare.
Come sempre, il primo capitolo è visionabile gratuitamente su MangaPlus.
The Hunters Guild: Red Hood, una favola per adulti
A dire il vero, le premesse dell’opera sono tra le più classiche: il piccolo villaggio del giovane Velou è flagellato da un feroce lupo mannaro, che ne sta divorando gli abitanti uno dopo l’altro. Il ragazzino vorrebbe poter reagire, ma il sindaco ha pagato una grossa somma per assoldare un cacciatore dalla Gilda.
Si presenta una cacciatrice con l’aspetto di una bambina, di nome Grimm e vestita con un abito con cappuccio rosso. Si scoprirà che ella è in realtà un’adulta con esperienza, e Velou verrà introdotto in modo crudo alla realtà del mondo abitato da mostri in cui vive.
Le citazioni alle favole europee del medioevo sono innumerevoli, e semplici da individuare. C’è da dire che non c’è poi tanta originalità a livello di contenuti, essendo la “modernizzazione” delle favole un trend molto in voga nelle ultilme decadi, e già ampiamente abusato da Hollywood. La struttura narrativa tipicamente shonen dell’opera è a sua volta ben ancorata nei clichè a cui siamo abituati. Ovviamente, non per forza questo è un male.
A spingere il manga è lo stile accattivante di Kawaguchi, che disegna un mannaro dai tratti che ricordano gli orrori occulti, o il demogorgone di Stranger Things. Insieme a una buona dose di azione, Red Hood parte bene, e ha un grande potenziale di crescita.
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