In questa intervista scopriamo Salvatore Frega, giovanissimo musicista e compositore italiano che ad ottobre debutterà a teatro con la sua prima opera lirica. Scopriamo quali sono i suoi progetti e cosa pensa della tecnologia nella musica
Classe 1989, Salvatore Frega è tra i più giovani compositori in carriera del panorama musicale internazionale. Lo scorso settembre, questa stella della musica è stato inoltre vincitore della categoria classica/contemporanea dei Global Award in California, mentre a novembre a ricevuto l’Encomio Solenne del comune di Firmo (CS). Alla luce di tutti questi incredibili riconoscimenti, abbiamo deciso svolgere questa intervista a Salvatore Frega, in modo da farvelo conoscere e scoprire il suo punto di vista sull’uso della tecnologia nella musica.
Ciao Salvatore e grazie per il tempo che hai deciso di dedicare a noi di tuttoteK. Come prima domanda vorrei chiederti cosa significa essere compositore.
Essere Compositore significa essere devoti alla musica, rispettarla, omaggiarla e amarla in maniera sviscerale. Scrivere musica va al di là di un semplice approccio. Ecco, un compositore deve avere la qualità e la voglia di conoscere; scrivere musica è una dote particolare, e ringrazio Dio per questa fantastica opportunità che mi ha dato.
Nella tua carriera hai avuto l’opportunità di collaborare con grandi nomi della musica nel panorama internazionale , qual è stata per te la collaborazione più importante, quella che a tuo parere ha contribuito a farti diventare il Salvatore Frega che sei ora?
Non ne ho uno in particolare perché ho avuto la fortuna di ricevere qualcosa da qualsiasi musicista e compositore con cui ho lavorato. Sai, quando incontri personalità come Peter Eötvös, leggenda della musica di oggi, oppure hai la fortuna di studiare con nomi come Ivan Fedele, non puoi che sentirti soddisfatto. Ultimamente, devo sottolineare, ho scelto e continuo a scegliere le persone con cui collaborare. Ecco, proprio in questo periodo sto collaborando per un ambizioso progetto con un mio caro amico, oltre che un grande direttore d’orchestr,a quale Andrea Vitello, tra i più importanti direttori della sua generazione.
Il prossimo ottobre avremo la possibilità di vedere la tua prima opera lirica; puoi raccontarci da cosa è scaturita la decisione di creare un’opera del genere e cosa speri di ottenere con questa creazione?
Il teatro è l’obbiettivo della maggior parte dei compositori e in Italia, grazie alla storia della lirica, ancor di più. Nel mio caso, questo progetto è nato grazie a due legami: il legame verso la mia terra natìa e l’amore verso l’opera. Ho preso in considerazione una leggenda storica cercando, insieme al mio librettista Manuel Renga, di ambientare la storia nei giorni nostri. Ecco che nasce il titolo “Il Tesoro di Alarico”.
Spero sempre che il compositore contemporaneo venga preso in considerazione perché la musica non si è fermata a Beethoven ma esistiamo anche noi, e spero che l’opera possa essere un punto d’unione con le nuove generazioni.
Il mondo della tecnologia sta prendendo il sopravvento in molti ambiti artistici, e la musica non è esente da tutto ciò. Qual è la tua opinione riguardo l’inserirsi della tecnologia nella musica, quali miglioramenti ha apportato e quale potrebbe essere il miglior modo per sfruttarla al massimo?
La tecnologia fa bene alla musica: ha semplificato vari passaggi e aiutato varie menti alla creazione. Ha portato, però, anche tanta mediocrità all’interno del circuito compositivo – musicale. Oggi, ci sono tanti pseudo-compositori che “scrivono” grazie a software già programmati dalla casa madre, oppure pensano di poter creare un ambiente orchestrale con sistemi già catalogati.
C’è da dire che la tecnologia aiuta noi compositori nella stesura di una partitura già graficamente perfetta, senza dover quindi scomodare la figura di un copista, oltre che ampliare o modificare un suono in modo elettronico sia pre-registrato che in live. Amo la tecnologia e in futuro sarà sempre più dispensabile a noi musicisti.
Dove ti vedi tra dieci anni?
Tra 10 anni spero di continuare ad avere la lucidità giusta per poter scrivere tanta musica con la voglia magari di poter dirigere qualche istituzione musicale portando le mie idee e la mia esperienza.
Grazie quindi a Salvatore Frega per aver risposto alle nostre domande in questa intervista, un grande in bocca al lupo nella speranza che la sua opera lirica diventi un grande successo.
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