Considerato il più antico racconto popolare giapponese, Taketori Monogatari ha ispirato diversi adattamenti, fedeli o meno. Andiamo, quindi, a vedere insieme la vera storia della principessa Kaguya con questa recensione di Taketori Monogatari.
TITOLO: Taketori Monogatari AUTORE: Ignoto GENERE: Fantastico, fiaba CASA EDITRICE: Marsilio Editori ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998
Vi siete mai chiesti l’origine di alcuni miti o leggende? Quegli episodi surreali dei nostri anime preferiti che raccontano storie apparentemente inspiegabili, in realtà hanno un senso? Certo che sì! Venite a scoprirne uno, con questa recensione di Taketori Monogatari, o meglio, La storia della principessa splendente.
La trama | Recensione Taketori Monogatari
Una notte, un anziano tagliatore di bambù trova, girovagando per il bosco, una vecchia canna di bambù splendente. Incuriosito si avvicina e nota, al suo interno, una bambina grande quanto un pollice. Non avendo potuto avere figli l’anziano la porta a casa dalla moglie, decidendo di accudirla come se fosse figlia loro. La chiamarono Kaguyahime, ovvero principessa splendente.
Kaguyahime cresce a dismisura, diventando sempre più bella e attirando l’attenzione di principi e funzionari. Solo cinque se ne distinguono ma la principessa, non avendo intenzione di sposarsi, propone loro sfide impossibili: al principe Ishitsukuri chiede di andare in India a recuperare una ciotola sacra e a quel tempo intraprendere viaggi lunghi significava rischiare la vita. Per questo motivo il principe, sicuro di prendere in sposa Kaguya, paga un prete affinché gli ceda la sua coppa. Inganno presto svelato. Tutti i tentativi risultano vani, poiché impossibili da raggiungere. Avendo sentito parlare della bellezza straordinaria di Kaguya, lo stesso imperatore decide di andare a farle visita, innamorandosene e decidendo di promuovere l’anziano tagliatore di bambù ad alto rango. Neanche questo, però, convince la principessa ad accettare.
Tre anni dopo la fine di queste richieste, ella appare sempre più triste e malinconica e decide, così, di rivelare la propria natura: viene dalla luna ed aspetta l’arrivo di due esseri celestiali che la riportino a casa, motivo per cui non ha potuto accettare il corteggiamento dell’imperatore.
Dal mito alla cultura pop | Recensione Taketori Monogatari
Taketori Monogatari, letteralmente Il racconto di un tagliatore di bambù, risale al X secolo. L’autore è ancora adesso ignoto, sebbene alcuni elementi stilistici portino a pesare che egli abbia avuto contatti con la corte dell’epoca. Secondo la storia il nome di quella montagna, Fuji, deriva dalla parola “immortalità” mentre i kanji, che significano letteralmente “montagna ricca di guerrieri”, si riferiscono alla salita dell’esercito che accompagnò l’imperatore. Inoltre, il fumo nella cima del monte, secondo la leggenda, verrebbe dall’elisir che starebbe bruciando tutt’oggi.
Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, le trasposizioni e gli adattamenti sono numerosi ma non tutti molto fedeli. Lungo gli anni la storia ha perso alcune caratteristiche per divenire quella che oggi conoscono un po’ tutti, grazie a “La storia della principessa splendente” di Isao Takahata ad opera dello Studio Ghibli.
Nonostante ciò, l’anima del racconto è rimasta intatta. I racconti popolari ci narrano di noi, della nostra anima. Si adattano alla società nella quale vengono narrati, contestualizzandosi a loro stessi.
Questa storia è una rappresentazione simbolica dell’ottica orientale sul materialismo, sulla banalità del piacere e sulla diversità del bello e della bellezza stessa.
Proprio per questa universalità, questo racconto è arrivato fino a noi e, ancora adesso, colpisce le orecchie di una società moderna e ben diversa da quella lì raccontata.
Punti a favore
- Un racconto profondo, capace di toccare l'anima di chi lo legge
- Umano e universale
Punti a sfavore
- Lento
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