Un viaggio fuori di testa, una missione al limite delle capacità umane tra i Paesi dell’Asia centrale. Ted Rall osserva stupefatto un mondo assurdo e intrigante lungo i percorsi della Via della Seta
TITOLO: Stan Trek. AUTORE: Ted Rall. GENERE: Documentario. CASA EDITRICE: Becco Giallo. ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009.
Quando Ted Rall mette piede per la prima volta in Asia centrale, siamo nel 1997, non sa assolutamente cosa l’aspetta. Il progetto di un viaggio on the road Pechino-Istanbul si rivela entusiasmante sulla carta e impossibile nella realtà. Agli stranieri non è consentito attraversare il confine tra Cina e Kazakistan con auto private. Cambio di programma e tentativo di acquistare un auto ad Almaty; popolosa città del Kazakistan. E anche qui le cose non vanno meglio. Le contrattazioni seguono le logiche imperscrutabili dei concessionari kazaki e vanno più o meno in questo modo:
– Quanto vuoi? – chiede l’autore.
– Non importano i soldi – gli risponde il tipo.
Saliti sull’auto prova a girare la chiave, ma non succede nulla.
– Cosa ne dici di duemila dollari? – tenta il venditore.
– Ma non parte – osserva Ted Rall.
– Se parte… il prezzo è quattromila.
Benvenuti nello Stan Trek!
In viaggio sulla Via della Seta – Recensione Stan Trek
Pubblicato in Italia dall’editore BeccoGiallo il volume Stan Trek è un reportage che unisce uno spassoso diario di viaggio a pagine di fumetto che descrivono le infinite difficoltà incontrate dall’autore nel corso delle sue visite negli stan dell’Asia centrale. Prima come corrispondente della rivista P.O.V. e successivamente come ospite del Dipartimento di Stato americano, l’esperienza di Ted Rall in Asia centrale è un susseguirsi di avventure al limite della sopportazione umana. Guardie di frontiera più simili a banditi che a ufficiali dello Stato. Cibi improbabili dalle zampe di vitello bollito, all’immancabile shashlyk, uno spiedino di carne di montone buono per la colazione, il pranzo e la cena. Le corriere che trasportano l’autore in giro per l’Asia centrale sono mezzi ufficializzati per il contrabbando di ogni genere di merci: droga, stoffe, alcolici e cibo.
Il gioco di parole del titolo è più che azzeccato visto che nei suoi incontri Ted Rall sembra avvicinarsi a popoli alieni, territori rimasti sconosciuti per più di cinquant’anni e poi, dopo il crollo dell’URSS, finalmente accessibili agli stranieri: pochi stranieri e pochissimi americani. Le somiglianze, però, finiscono qui, perché al posto della fantascientifica Enterprise della serie Star Trek l’autore sale a bordo di vetture molto più rudimentali, dagli scassatissimi autobus uzbeki, ai treni kazaki che si trasformano in ghiacciaie di notte e forni durante il giorno. È in questi momenti che le vignette presenti nel volume diventano impressioni di viaggio colorite, divertenti e ironiche sulle idiosincrasie sociali di Paesi che solo da pochi anni hanno raggiunto un’indipendenza de facto. Trenta ore di viaggio si allungano senza ragioni apparenti a più di tre giorni a bordo di un autobus che compie inspiegabili soste davanti a baracche anonime e villaggi apparentemente disabitati.
Non nasconde Ted Rall la propria frustrazione psicologica e fisica. Non ci sono bagni, i sedili sono presi d’assalto da persone, animali, merci di ogni tipo accatastate lungo il corridoio e in ogni spazio disponibile, come se stessero allineando mattoncini di Tetris in un gioco al rialzo.
Attraverso la voce ironica e lo sguardo stupito dell’autore seguiamo un reportage di viaggio avvincente e pieno di sorprese. Non è da tutti ritrovarsi a contrattare per la propria vita di fronte a un posto di blocco dei talebani. Il fumetto che accompagna questo episodio è spassoso quanto drammatico. Non è da tutti sfuggire per un pelo ai furiosi scontri tra cavalieri tagiki nel gioco del buzkashi. Meglio conosciuto come l’acchiappa la capra è un incrocio tra il polo e una gigantesca rissa a cavallo. Obiettivo del gioco, si fa per dire, trasportare la carcassa di pecora, capra o vitello (la scelta è a discrezione dei giocatori) verso meta. Più facile a dirsi che a farsi considerando che altri cento o duecento concorrenti, insieme a voi, tenteranno di fare la stessa cosa.
Non mancano le soste lungo i centri di quella che un tempo era una delle vie commerciali più importanti al mondo. Scoprire la città di Samarcanda e i suoi monumenti, nelle pagine di Ted Rall, è come compiere un passo indietro nel tempo fino alle origini della Regina d’Oriente, la Samarcanda di Tamerlano divenuta celebre in tutto il mondo, come la città dei sogni e delle meraviglie. Quello che resta oggi degli antichi splendori, il Ragistan o i mausolei degli imperatori, sono sufficienti all’autore per cogliere tutta la distanza tra il passato glorioso della città e un presente in bilico tra emancipazione e spinte dittatoriali. Quello che accade in Uzbekistan e Kazakistan, così come nelle altre repubbliche dell’Asia centrale, al momento del viaggio di Ted Rall tra il 1997 e il 2001 è l’affermarsi di regimi dittatoriali basati sul culto ossessivo della personalità.
La situazione oggi è di certo mutata, in molti casi in meglio, ma se guardiamo al Turkmenistan, il Paese è ancora adesso una delle realtà politiche più rigide dell’Asia centrale, non molto diverso dalla realtà politica che Randall ha descritto nel corso dei suoi viaggi.
A chi è rivolto?
Leggere Stan Trek è un’immersione di profondità in un passato tanto recente quanto lontano dalla nostra comprensione, una specie di mondo perduto, dove le logiche occidentali, il buon senso comune e perfino la vita umana seguono percorsi difficili da comprendere se non con la pazienza e una generosa dose di ironia. La prima l’autore l’acquisisce col tempo, attraverso mille difficoltà e centinaia di ore a bordo di assurdi mezzi di trasporto. La seconda è una dote naturale che accompagna il lettore pagina dopo pagina e quando si arriva alla fine, viene davvero una gran voglia di seguire le orme di Ted Rall. Per conoscere la mitica Samarcanda, le montagne del Tagikistan o seguire la leggendaria strada del Karakorum, e partire verso l’Asia centrale per un personalissimo Stan Trek.
Punti a favore
- Un faro su un mondo poco conosciuto
- Appassionante
- Divertente a modo suo
Punti a sfavore
- Qualche intervallo enciclopedico di troppo
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