Premio Strega 2019: durante l’evento Libri Come a Roma sono stati annunciati i 12 libri semifinalisti. Scopriamo insieme i candidati!
Nel weekend sono stati nominati i 12 libri semifinalisti da cui si sceglieranno i cinque finalisti dell’ambito riconoscimento letterario. Durante l’iniziativa Libri Come, l’evento editoriale che si è svolto dal 14 al 17 marzo a Roma, è stata annunciata la cosiddetta “dozzina” del premio Strega 2019: sono stati nominati, dunque, i dodici libri semifinalisti in corsa per l’ambito riconoscimento letterario. Ogni anno la Fondazione Bellonci, organizzatrice del premio, incarica gli Amici della Domenica di proporre un’opera meritevole del premio: tra i 57 titoli proposti, 12 sono stati scelti per affrontare le semifinali.
Il Comitato direttivo del Premio, presieduto da Melania Mazzucco, quest’anno è costituito da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine; il Comitato ha finalmente annunciato i libri rimasti in gara, che secondo il presidente della fondazione Giovanni Solimine, rappresentano «i migliori libri pubblicati nel corso dell’ultimo anno».
Premio Strega 2019: i 12 semifinalisti
Tra i favoriti del premio troviamo La straniera di Claudia Durastanti (La Nave di Teseo), Fedeltà di Marco Missiroli (Einaudi) e M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati (Bompiani). Qui di seguito trovate tutti i titoli candidati alle semifinali del premio.
Nero ananas, di Valerio Aiolli (Voland), proposto da Luca Formenton
Nero Ananas di Valerio Aiolli ricostruisce gli eventi drammatici che hanno segnato la storia d’Italia nei cinque anni che vanno dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 alla strage della Questura di Milano del 17 maggio 1973. Verosimiglianza e realtà si confondono in quest’opera, che ha il merito di essere riuscita in un’impresa senza dubbio difficile: restituire quel periodo della nostra coscienza culturale e storica senza cedere alla pura mediazione della cronaca, ma mettendo in scena una narrazione corale, universale – a volte intimamente vertiginosa –, e capace di raccogliere in queste pagine una moltitudine policroma di voci, spesso antagoniste tra loro.
Quella metà di noi, di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), proposto da Elisabetta Mondello
Quella metà di noi è un romanzo intenso e coinvolgente, ambientato nella Torino dei nostri giorni, in cui si muovono una folla di personaggi a cui Paola Cereda affida il compito di narrare le contraddizioni e le difficoltà della condizione contemporanea. Il romanzo, sostenuto da una lingua precisa ed essenziale, pagina dopo pagina diviene la narrazione della condizione liminare che, in alcune fasi della vita, tutti dobbiamo affrontare e interroga il lettore sulla possibilità di non restare sulla soglia ma di diventare capace di immaginare, scegliere e progettare il futuro.
Il rumore del mondo, di Benedetta Cibrario (Mondadori), proposto da Giorgio Ficara
Fondato su minuziosi studi d’archivio e sostenuto da una verve narrativa personalissima, il lavoro di Benedetta Cibrario ci mostra un punto di vista non convenzionale sul Risorgimento: Anne Bacon, inglese malinconica e operosa in un piccolo Piemonte aristocratico, è un personaggio originale in grado di registrare e testimoniare, giorno dopo giorno, ogni impulso di una straordinaria evoluzione storica nel cuore stesso di un mondo arcaico i cui segreti non risultano tuttavia, per nessun aspetto, meno preziosi.
Di chi è questo cuore, di Mauro Covacich (La nave di Teseo), proposto da Loredana Lipperini
Di chi è questo cuore forza e supera i confini di quella che oggi chiamiamo autofiction iscrivendosi in un progetto artistico che Covacich persegue da anni, e si pone anzi come culmine della sua intera opera. La scoperta da parte dell’io narrante di una lieve anomalia cardiaca è il punto di partenza per un’esplorazione lucida e inquieta, che può soffermarsi a scrutare il mondo degli affetti e sollevarsi a guardare lontano, verso le piccole e grandi indifferenze del nostro presente. È uno sguardo che si rivolge ai molti ultimi delle città (i senzatetto e i lavavetri che abitano Roma, dove i condomini possono decretare la mutilazione degli alberi per decoro, ma ignorano le vite piccole che si muovono nelle strade e negli argini del fiume), e che insieme guarda alla mutazione che il tempo impone ai corpi e allo stare nel mondo. È uno sguardo che legge, nettamente e con passione, soprattutto i cambiamenti dei corpi femminili, che si votano a un’ascesi che li scolpisce e smaterializza o ritrovano entusiasmi di ragazza pur nella vecchiaia. Per linguaggio, stile, profondità e innovazione formale, Di chi è questo cuore si pone tra le prove più alte nel panorama letterario contemporaneo.
La straniera, di Claudia Durastanti (La nave di Teseo), proposto da Furio Colombo
Il romanzo merita attenzione per tre aspetti del tutto insoliti (oltre all’insolito percorso biografico e di lavoro dell’autrice, che è e non è una straniera). Il primo aspetto è certamente il linguaggio. Riflette in modo curioso (sorprendente ) una vita, in modo più efficace di un sequenza di notizie. È un linguaggio lontano-vicino, familiare ed estraneo, molto bello e senza alcuna preziosità o deliberata ricerca di stile. Una seconda ragione è la storia, che appartiene, allo stesso tempo, al genere “familiare” ma anche a una sequenza di avventure con scarti sorprendenti rispetto all’attesa abilmente creata. Ovvero si carica e si libera della memoria personale e familiare, spingendo continuamente il lettore a rifare la mappa del mondo e del tempo che sta percorrendo. Infine merita attenzione il talento espressivo (che non è il linguaggio, ma la costruzione del racconto) che rende La Straniera non una raccolta di memorie, ma il punto in cui nasce (anche, ma non solo da ciò che è accaduto) una storia nuova.
Il risolutore, di Pier Paolo Giannubilo (Rizzoli Libri), proposto da Ferruccio Parazzoli
Per la perturbante libertà di quanto è narrato e per la forza del racconto, il libro di Pier Paolo Giannubilo si presenta come una sorprendente novità. L’autore chiede di seguirlo attraverso i percorsi del protagonista dall’inaspettato cognome: Gian Ruggero Manzoni è, infatti, il pronipote di Alessandro. Una curiosa parentela che desta viva dissonanza con gli accadimenti che ripercorrono gli anni, appena trascorsi, d’intensi e destabilizzanti scuotimenti. L’autore convince il suo avventuroso personaggio a riversare il fiume delle proprie esperienze, la sua vita di individualista che ama egualmente il rischio e l’amore, la scena internazionale e quella di famiglia. Storie contrastanti: i moti politici e studenteschi del ’77, gli incontri con personaggi simbolo di quegli anni, Tondelli, Pazienza, le simpatie per il sinistrismo di azione, i terrori della prigionia, l’entusiasmo, più che la costrizione, a divenire risolutore di estreme situazioni, quale informatore sotto copertura, in Libano, e nei Balcani. Difficile trovare oggi nella narrativa italiana chi abbia, come Pier Paolo Giannubilo, un vivificante senso anarchico della letteratura, la libertà di trasformare la realtà in finzione e la finzione in realtà.
L’età straniera, di Marina Mander (Marsilio Editori), proposto da Benedetta Tobagi
Perché leggiamo romanzi? Come antidoto alla solitudine esistenziale, per trovare, nelle pagine, noi stessi; per poterci riconoscere, trovare parole per la nostra ombra, per sentimenti così sottili da non avere nome, o una ferita segreta, diranno alcuni. Per vivere “vite che non sono la mia”, incontrare l’alterità totale, estendere l’empatia oltre i confini dei territori a noi familiari, diranno altri. Più spesso, tutt’e due le cose. Il primo elemento di grande fascino de L’età straniera di Marina Mander sta nel fatto di consentirci entrambe le esperienze, trascinandoci nella penombra di uno spazio liminale, nella schiuma tra terraferma e mare, come nell’immagine di copertina. Marina Mander ci mostra il mondo attraverso il suo sguardo, che penetra la realtà come un coltello e ha la cruda verità del sole meridiano, uno sguardo invecchiato dal precoce disincanto e insieme fresco, persino ingenuo, nei mille dubbi di chi si affaccia alla vita.
Lux, di Eleonora Marangoni (Neri Pozza Editore), proposto da Sandra Petrignani
Marangoni conosce l’arte finissima di rendere reale l’immaginario, riesce a farti credere nella presenza di una nuvola in salotto più che nella forza dei sentimenti che legano un certo uomo a una certa donna. Insomma come di ogni libro complesso, non è facile parlare di Lux: è stravagante, allegro e malinconico, sapiente e leggero. C’è dentro una voce sferzante, ironica, saggia, che si muove sul solido terreno di radici letterarie comuni per proiettarsi in un oltre giovanissimo e carico di futuro.
Città irreale, di Cristina Marconi (Ponte alle Grazie), proposto da Masolino d’Amico
Dopo essere stata swinging negli anni sessanta, con i Beatles e Carnaby Street, Londra torna a essere un polo di attrazione negli anni Novanta e Duemila, quando diventa una delle capitali della finanza mondiale. Da allora la narrativa si è spesso occupata di questo luogo dalle mille opportunità, in particolare puntando sugli emigranti provenienti dal cosiddetto terzo mondo. Meno frequente il trattamento di un caso come quello della protagonista di Città irreale, che proviene dalla fascia (non meno numerosa) dei professionisti qualificati. La storia di Alina è quella di una formazione anche sentimentale in mezzo a esponenti della fauna internazionale che agisce nella città non poi tanto irreale del titolo, sempre descritti con un occhio attento a molti particolari rivelatori e con una prosa autorevole, da scrittore in pieno controllo del suo strumento espressivo.
Fedeltà, di Marco Missiroli (Giulio Einaudi Editore), proposto da Sandro Veronesi
Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che “fanno epoca”. Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi, e il nodo che vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e lucente, nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella formidabile trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno nell’altro, è quello del dolore: è energia vitale, il dolore, null’altro che energia vitale, e la specie umana è concepita per trasmetterselo. Nelle sue pagine risieda la risposta che solo la letteratura poteva dare allo stupore espresso da Freud dinanzi all’incapacità della libido di separarsi dai suoi oggetti, «uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si riconducono altre cose oscure». Il guaio non è soffrire, il guaio è farlo nel modo sbagliato. La sofferenza in questo romanzo è come la miseria in Céline: è liberatoria, viene voglia di viverla.
M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati (Bompiani), proposto da Francesco Piccolo
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Scurati racconta con dedizione e ostinazione la nascita del fascismo in Italia, non tralasciando nessun dettaglio decisivo alla comprensione della nostra Storia, attenendosi ai fatti documentati e appassionando i lettori per pagine e pagine, come hanno dimostrato le reazioni fin dal primo giorno della sua comparsa nelle librerie. Il racconto corale, con al centro la figura di Benito Mussolini, compie il miracolo di farci comprendere come i fatti prendano consistenza e poi potenza in pochi anni, con la complicità dell’indifferenza e della superficialità di un intero popolo. Nonostante quest’anno tra i candidati al premio Strega siano presenti libri e autori che apprezzo, propongo M. di Antonio Scurati perché è un evento nella letteratura italiana, uno dei romanzi importanti dei nostri anni, che merita per questo non solo di partecipare al Premio Strega ma di vincerlo.
Addio fantasmi, di Nadia Terranova (Giulio Einaudi Editore), proposto da Pierluigi Battista
In questo romanzo emozionante e profondo Nadia Terranova, come Telemaco alla ricerca del padre Odisseo, torna nella sua città natale e nella casa messinese della sua infanzia alla ricerca di tracce della figura paterna che si è come volatilizzata, rendendosi assente al mondo ma non nella memoria della protagonista. Il padre è scomparso: con ogni probabilità è morto tanti anni prima, ma il suo corpo non è mai stato trovato. E non c’è funerale possibile per un morto che forse non è morto. Mentre Telemaco parte da Itaca per conoscere il destino del padre, Nadia Terranova torna a Itaca-Messina perché attraverso gli oggetti della sua infanzia, gli odori e i colori della sua città, l’atmosfera della casa che la madre ha deciso di mettere in vendita, può finalmente fare i conti con se stessa e con il fantasma di un padre che non c’è più. E mettere a punto, nel tratto di mare che separa Scilla e Cariddi, la cerimonia degli addii indispensabile per continuare a vivere dopo aver portato a termine il lutto.
Premio Strega 2019: il sistema di votazione e i patrocinatori
Nelle prossime settimane avverrà la votazione finale: i dodici libri candidati verranno valutati da una giuria composta dai 400 Amici della Domenica, da 200 votanti all’estero selezionati da 20 Istituti italiani di cultura, da 40 lettori forti selezionati da 20 librerie associate all’ALI, e da 20 voti collettivi di biblioteche, università e circoli di lettura (15 i circoli coordinati dalle Biblioteche di Roma), per un totale di ben 660 votanti. La prima presentazione dei libri in gara si terrà il 12 aprile, come da tradizione a Benevento, città natale del Liquore Strega da cui il premio prende il nome. Il 13 aprile la “dozzina” verrà presentata alle scuole della Campania presso il Teatro della Legalità a Casal di Principe. Tra i mesi di maggio e giugno gli autori candidati al Premio Strega 2019 parteciperanno a numerosi festival e rassegne letterarie, tra i quali:
- Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto, Alessano;
- La grande invasione, Ivrea;
- La città dei lettori, Firenze;
- Letterature Festival Internazionale, Roma;
- A Tutto Volume, Ragusa;
- Letteratura Festival, Salerno;
- Incontri con l’autore, San Benedetto del Tronto;
- Cervo ti Strega, Cervo;
- Fuoriluogo, Biella;
- al teatro Il Maggiore di Verbania;
- Parigi e Lione, dove saranno ospiti dei rispettivi Istituti italiani di cultura.
Dopo la votazione dei 660 membri del Comitato direttivo verrà eletta la “cinquina”, ovvero i cinque libri finalisti che si contenderanno poi la vittoria finale. Quest’anno la votazione avverrà mercoledì 12 giugno e cambierà sede: si svolgerà infatti nel Tempio di Adriano – Camera di Commercio di Roma, a causa dei lavori di ristrutturazione al palazzo in via Fratelli Ruspoli, la storica sede della Fondazione Bellonci.
La cerimonia di premiazione del Premio Strega 2019 si svolgerà, come da tradizione, al Ninfeo di Santa Giulia (presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia) a Roma il prossimo 4 luglio e verrà trasmessa in diretta su Rai 3. Vincitore del Premio Strega 2018 fu La ragazza con la Leica di Helena Janeczek. Il Premio è promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca.
IBS.it, partner tecnico del Premio Strega, ha recapitato i libri in concorso agli Amici della Domenica, che esprimeranno il proprio voto per via telematica, o tramite la tradizionale scheda cartacea da ritirare al seggio.
BPER Banca ha rafforzato il suo sostegno al Premio e assegnerà un riconoscimento speciale ai cinque autori finalisti. Anche quest’anno, con la partecipazione delle venti Accademie di Belle Arti statali nazionali, ha indetto un concorso per la realizzazione di una scultura ispirata al mestiere di scrivere e per la promozione della lettura. Lo studente vincitore del concorso riceverà da BPER Banca un premio in denaro, ma soprattutto vedrà realizzata la propria opera in cinque esemplari, che saranno poi donati ai rispettivi cinque autori finalisti del Premio Strega 2019.
La locandina del Premio, a opera di Alessandro Baronciani.
L’immagine che farà da locandina alla LXXIII edizione del Premio Strega, presentata a Libri Come, è stata realizzata da Alessandro Baronciani. L’autore ha preso ispirazione dall’illustrazione sulla storica urna di voto dipinta da Mino Maccari, riprendendone anche lo slogan: «Se la Strega ha una scopa, la Letteratura deve avere uno scopo».
Cosa pensate dei 12 semifinalisti al Premio Strega 2019? Avete letto una o più opere di questo elenco? Fateci sapere nei commenti quale libro pensate possa arrivare alle finali, o addirittura vincere questa edizione, e restate con noi per le prossime novità in merito!
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