Con l’odierno capitolo di One Piece, siamo arrivati alla parte finale della saga più lunga di sempre, con Kaido che finisce, insieme a Big Mom, immerso nel magma del sottosuolo. Chiuso prematuramente il nuovo lavoro di Yuji Kaku, Ayashimon
Rufy cade esanime e privo di forze, preso al volo da Yamato. La sua missione è compiuta: Kaido ritorna alla sua forma umana, e il pugno del nostro capitano lo ha spedito sottoterra, dove si trova un lago di magma.
Si conclude così la guerra di Wano, nel capitolo 1050 di One Piece. Oda aveva annunciato che si sarebbe trattata della saga più lunga mai fatta, e così è stato. Ora ci aspetta l’epilogo, sperando in nuove rivelazioni, magari attraverso la lettura dei Poigne Griffe.
I Mugiwara e i loro alleati ora possono gioire: la battaglia è conclusa, i rimanenti pirati di Kaido velocemente costretti alla resa. Incerta la sorte dei due Imperatori, Kaido e Big Mom: entrambi vengono mostrati completamente immersi nella lava bollente, ma sappiamo che si tratta di ossi duri, e potrebbero sopravvivervi.
I crateri creati dagli Imperatori e la caduta di Onigashima sembrano aver creato scompensi tettonici a Wano, e il risultato è l’eruzione di un vulcano sottomarino, che causa il panico tra gli abitanti. Ma l’arrivo di Momonosuke e dei Foderi Rossi riporta l’ordine, pronti ad annunciare il cambio di regime per l’isola dei samurai.
Come sempre, il nuovo capitolo è disponibile gratuitamente su MangaPlus.
Non solo One Piece: la conclusione di Ayashimon
Ayashimon è il nuovo manga di Yuji Kaku, già autore dell’ottimo Jigokuraku: Hell’s Paradise, di cui è in arrivo l’anime alla fine di quest’anno. L’autore è noto anche per aver lavorato fianco a fianco con Tatsuki Fujimoto, uno dei nomi più promettenti degli ultimi anni.
Per tutti questi motivi, i fan avevano seguito con interesse il nuovo titolo di Kaku. Ma, a quanto pare, la fama dell’autore non è bastata a tenere vivo l’interesse per un’opera che si è rivelata presto essere l’ennesimo shonen sugli yokai poco ispirato.
Shueisha non ha pietà per i titoli che non performano, e ha forzato la conclusione della serie a soli venticinque capitoli. Il finale risulta affrettato e senza una vera conclusione, con l’autore che sembra aver rinunciato a salvare anche il salvabile. Scivolone incredibile e incomprensibile per un mangaka con un simile curriculum, che ci lascia con alcune domande sul suo futuro. La speranza è di rivederlo presto con un nuovo capolavoro ai livelli di Jigokuraku.
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