Libri: la società torinese Ovolab ha acquistato Anobii, la community online dedicata agli amanti della lettura più grande del mondo
Anobii è una comunità online di lettori provenienti da tutto il mondo – sebbene moltissimi siano italiani. Da oggi, il social network dei libri ha trovato una nuova casa. Dal 2014 Anobii era di proprietà del gruppo Mondadori, ma alla fine del mese di maggio è stato acquisito da Ovolab, società torinese per lo sviluppo software nata nel 2002.
Anobii nacque nel 2006 a Hong Kong, e fin da subito si rivelò un brillante esempio di Web 2.0. La community era un’idea di Greg Sung, proveniente da una famiglia di intellettuali e accademici cinesi. La formazione di Sung avvenne negli USA, dove si laureò in economia; in seguito, lavorò brevemente alla Compaq (subito prima che HP la acquistasse nel 2001). Il gruppo piemontese in passato aveva già avuto a che fare con la community online: scopriamo insieme la storia che le unisce.
Anobii: come nacque la community di libri più grande del mondo
Nel 2006 Sung aveva già maturato un’idea di startup e così creò aNobii (all’epoca si scriveva così), termine nato da una crasi tra l’espressione inglese “bookworm” (letteralmente “tarli dei libri”, mentre da noi si definiscono “topo di biblioteca”), e l’Anobium punctatum, il tarlo della carta. Questo gioco di parole diede vita al nome aNobii.
Siamo nei primi anni Duemila, l’era che ha visto nascere quelli che poi diverranno i grandi social network: Facebook, Twitter, ma anche Wikipedia, Amazon e Internet Movie Database (IMDB). Quelli che oggi sono i big di internet, all’epoca erano ancora network relativamente piccoli, e non c’era ancora quel monopolio di mercato che conosciamo oggi: chiunque poteva avere successo con l’idea giusta.
L’obiettivo di Sung era quello di costruire un sito dove gli utenti potessero scambiarsi informazioni di lettura: sapere chi altri avesse letto certi libri, conoscere le loro opinioni, e anche farsi consigliare nuovi titoli. Anobii rispondeva a tutte queste esigenze, ed è grazie a questa unicità che si ingrandisce molto velocemente. Presto venne localizzato in una dozzina le lingue, e grazie al passaparola si trasformò da startup in una vera community online.
Nel 2011 Sung vendette Anobii a una società inglese di HMV, che comprendeva grandi gruppi editoriali britannici: HarperCollins, Penguin e Random House. A occuparsene, un italiano: Matteo Berlucchi. Il socialha fortuna anche in Italia, tanto che diverse aziende (anche italiane) iniziano a valutarne l’acquisto. Manca però un modello di business definito, e per questo il social è solo un costo, non produce utili.
Nel mese di giugno 2012 Sainsbury’s, la seconda catena di supermercati britannici, compra il social per una sterlina, cifra simbolica che evidenzia la mancanza di un vero business model. Due anni dopo, Sainsbury’s lo cedette a Mondadori: era il marzo del 2014.
Oggi, giugno 2019, Ovolab acquista Anobii: Mondadori non ha reso nota la cifra, ma sappiamo che il social dei libri può vantare circa un milione di utenti attivi, con un 40% di italiani. Ogni giorno settemila nuovi libri si aggiungono all’elenco, arrivando a un totale di 11 milioni di schede.
Greg Sung, fondatore di Anobii
Ovolab: chi è la società torinese e qual è il suo progetto
La società è nata nel 2002 grazie a un piccolo gruppo di programmatori: Alberto Ricci e Marco Piovanelli (che è l’attuale Cto), che oggi sono due nomi storici dello sviluppo di software per il Macintosh; in seguito arrivò anche Matteo Da Pont, attuale Ceo di Ovolab. Dichiara Piovanelli:
Siamo nati per sviluppare software e prodotti hardware come il nostro ormai storico Ovolab Phlink, una soluzione hardware e software per rispondere alle telefonate su linea fissa dal Mac e che faceva da segreteria telefonica digitale. Abbiamo anche realizzato Geophoto, una app per geolocalizzare le foto e posizionarle su una mappa virtuale, in anticipo sui tempi perché ancora non c’erano l’iPhone e gli altri smartphone con fotocamera e soprattutto Gps. A partire dal 2008 siamo entrati fin dal giorno 1 nell’app store: da esperti di Mac a esperti di iOS e poi anche di Android.
Uno dei clienti di Ovolab era proprio la già citata Sainsbury’s, con la quale l’azienda aveva collaborato per realizzare un progetto di app molto particolare:
Lavorammo mesi per realizzare una nuova versione dell’app che doveva integrare anche un reader di eBook, per consentire non solo di schedare ma anche di comprare e leggere i libri. Poi Sainsbury’s decise di vendere e bloccò lo sviluppo quando era praticamente finito. Avevamo pianificato anche uno dei primissimi sistemi per la lettura automatica del libro, con l’endorsement dell’associazione non vedenti britannica. Non ha mai visto la luce e ci abbiamo lasciato un pezzo di cuore.
La storia di Anobii avrebbe potuto andare molto diversamente, anche perché c’era un investimento personale. Piovanelli spiega:
Sia io, che materialmente avevo scritto il software, che il nostro designer che aveva curato l’interfaccia, eravamo (e perlomeno io sono ancora) appassionati di Anobii. Con un gruppo di amici ex normalisti di Pisa eravamo tutti sul social, ognuno con il suo scaffale di libri. Alcuni fuori commercio, alcuni anche rari e impossibili da schedare usando il codice Isbn perché stampati prima che venisse creato lo standard. Negli anni mi hanno scritto tante persone per chiedermi se volevo scambiare o vendere alcuni dei miei libri. È una comunità molto interessante e piacevole.
Ovolab e Anobii si sono separate dopo gli eventi di Sainsbury’s, ed è allora che il sito ha visto un periodo di crisi, a causa di sempre più scarsi aggiornamenti al software, aumento di bug e di altri problemi. Questa serie di fattori portò molti utenti ad abbandonare la piattaforma, con grande dolore degli user più affezionati, ma delusi dalla gestione del network.
I progetti per il futuro
Ma poi è arrivata Ovolab, che ha comprato Anobii e si impegna a rilanciarla e a renderla più efficiente e valida di prima. Sempre Piovanelli dichiara:
Avevamo nostalgia di lavorare sul software e su qualcosa che ci desse soddisfazione: è il nostro primo progetto al 100%, possiamo decidere tutto», Piovanelli: «Vogliamo rimetterlo a nuovo, riconquistare gli utenti perduti negli anni e creare assieme una nuova community che coinvolga anche gli autori, i piccoli editori e le librerie indipendenti. Adesso dobbiamo migrare i server, rimettere a posto il software, riscrivere le app, uscire dalla fase di beta permanente in cui il sito è da anni. Bisogna fare insomma quel che serve per rimettere tutto in ordine, eliminare i bug, fare in modo che il social funzioni senza interruzioni o errori. Poi possiamo pensare al futuro.
Per il futuro Ovolab sembra avere grandi progetti. Prima, però, la società torinese si è impegnata in una seria indagine di mercato per scoprire quali siano i punti forti del social network dei libri, e cosa vorrebbero vedere gli utenti.
Prima di comprare Anobii abbiamo fatto delle ricerche, abbiamo guardato cosa fanno gli altri, come Goodreads (che è stato comprato da Amazon) o altri che sono stati presi per essere chiusi. Il nostro obiettivo invece è far crescere ancora la comunità come prima. Le idee sono tante: dopo aver migliorato il sito web e le app vogliamo recuperare gli “anobiani” che sono scappati con la qualità del servizio e dopo introdurre delle novità. Vorremmo coinvolgere oltre ai lettori anche gli autori, le librerie indipendenti e i piccoli editori. Mi piacerebbe che potesse diventare il posto dove le librerie che sono ai margini del sistema possano trovare uno spazio, dove gli autori che scrivono libri normali e non solo dei bestseller possano far sentire la loro voce, coinvolgere le biblioteche pubbliche, le fondazioni, magari creare un sistema interno di scambio e prestito di libri. Vorrei che riuscissimo a riaccendere la magia di quella Anobii che mi ha conquistato quando è nata, tredici anni fa.
Ovolab sembrerebbe determinata a riportare il social network dei libri in forma smagliante! Cosa ne pensate? Conoscete già la piattaforma Anobii in passato e vi piacerebbe vedere le novità in arrivo? Raccontateci le vostre opinioni nei commenti!
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