Dopo la one-shot di agosto, Bone Collection di Jun Kirarazaka è il secondo nuovo manga serializzato da Shonen Jump per la carrellata primaverile. Il titolo si propone come uno shonen scanzonato sul tema del ponte tra due mondi
Prosegue, come pianificato da Shueisha, la serializzazione dei nuovi manga di primavera per Weekly Shonen Jump. Dopo il gag manga Moriking, il secondo titolo proposto è uno shonen classico: Bone Collection, di Jun Kirarazaka. Dopo aver proposto Bone Collection in forma embrionale, come one-shot, questa estate sempre su Jump, Kirarazaka esordisce per la prima volta in una grande rivista periodica.
Sempre dando seguito a quanto annunciato, Shonen Jump ha ripreso la propria pubblicazione regolare, facendo uscire oggi un numero doppio. Bone Collection e tutti gli altri manga sono ora disponibili, come sempre, su MangaPlus per noi occidentali. Diamo quindi uno sguardo approfondito – ma per forza parziale – al primo capitolo dell’opera di Kirarazaka.
Demoni, esorcisti, adolescenti, e altri elementi canonici
La prima tavola di Bone Collection è di quelle a spiegone, e propone un’estetica così simile a quella di Bleach da lasciar intendere che si tratti di un omaggio. Subito dopo, infatti, la situazione viene ribaltata repentinamente, facendo capire che la battaglia tra demoni ed esorcisti, alla base dell’opera, avviene alla luce del sole in questa società alternativa. Facciamo la conoscenza del protagonista, Kazami Jinai, studente ed esorcista. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, Jinai è apparentemente privo di talento, e ha ottenuto il proprio ruolo solo grazie alla propria famiglia, o, per meglio dire, a causa della pressione esercitata da essa. A quanto pare Jinai è solito fare figuracce negli scontri, ed è solo grazie all’aiuto dell’amica d’infanzia e genio Rino Tendo, che si salva la pelle ogni volta.
Con una formula in equilibrio tra mostrato e raccontato, veniamo a conoscenza dei dettagli del mondo e del passato di Jinai. La società deve convivere con le invasioni degli yokai, che vengono considerati mostri. Ma Jinai dimostra di avere una connessione particolare con essi, attraverso una tecnica proibita. In passato il suo uso l’ha portato a perdere un Kappa che egli considerava un caro amico, per opera degli altri esorcisti e del loro sistema giudiziario.
Ma uno yokai molto particolare fa irruzione nella vita di Jinai: una giovane ragazza, che si rivela essere un demone di alto rango, per qualche motivo interessata al mondo degli umani. Nel momento in cui c’è da combattere uno yokai potente apparso all’improvviso in città, il legame tra i due si cementa, dentro e fuori dal combattimento.
Bone Collection, è tutto già visto… oppure no?
È difficile trovare elementi originali in questo esordio del manga di Kirarazaka. Il binomio demoni-esorcisti, non c’è bisogno di dirlo, è assai comune nel mondo dei manga, complice il fatto che ha origine in una realtà storica ben conosciuta in Giappone. Lo stesso vale per il tema dei due mondi che si scontrano e non si comprendono, con singoli personaggi che cercano un contatto. Persino il triangolo sentimentale identificabile tra Jinai-Rino-Paira è un clichè arcinoto.
Il fatto è, che Bone Collection non si prende eccessivamente sul serio, e quindi eventuali sensazioni sgradevoli di dejavù passano in fretta. Jinai è un protagonista prototipico, ma non eccede in nessuna delle proprie sfacettature. Non è troppo entusiasta nè spaccone, non è melodrammatico, e non è eccessivamente pervertito nonostante il manga abbia una velata componente ecchi. Nel corso del capitolo si passa da momenti leggeri a situazioni critiche, con classico flashback, ma tutto rimane leggero e godibile. In poche parole, il manga è cosciente di ciò che è, e non cerca di essere di più, proponendo una narrazione onesta e senza pretese. Tutto sommato, piacevole per gli appassionati. Anche con i disegni siamo ai minimi termini.
Nonostante tutto, però, se Bone Collection non propone una trama originale e non è visivamente d’impatto, ci dovrà pur essere qualcosa che ha da dire. Un risvolto promettente in effetti potrebbe esserci: nonostante sia uno shonen, i combattimenti sembra non siano il focus dell’opera. Possiamo quindi supporre che Kirarazaka voglia pieno spazio per raccontare le vicende dei personaggi, che potrebbero, a dispetto delle premesse, evolversi in modo inaspettato.
Non tutti i lettori saranno invogliati a proseguire Bone Collection; ma chi ha piacere di leggere uno shonen che punta sulla commedia, forse verrà presto premiato.
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