Come monitorare in maniera automatizzata la temperatura e l’umidità dei server? Scopriamolo insieme in questo articolo
Nell’ambito della trasmissione di dati telematici è indubbio quanto importante sia il ruolo dei computer definiti Server, ovvero di quei dispositivi che si occupano di fornire un qualunque tipo di servizio – da qui, appunto, Il loro nome – ad altri apparecchi che sono, di contro, chiamati Client. Senza scendere troppo in dettagli tecnici, è facile immaginare quanto si possa pregiudicare l’esperienza degli utenti se essi, per un qualsiasi motivo, fatta una richiesta a un server, non dovessero ottenere alcuna risposta per motivi legati al malfunzionamento dello stesso.
Risulta quindi essenziale curare ogni possibile causa di guasto e mantenere in condizioni ottimali questi “speciali” dispositivi; cruciale, in particolare, è il monitoraggio delle temperatura. È assai noto, del resto, come giuste condizioni termiche siano imprescindibili per il corretto funzionamento dei più differenti devices: basti pensare all’utilizzo delle ventole in gran parte dei computer. Quest’attenzione deve essere a maggior ragione curata per la parte server.
Le temperature ideali per i server
L’AHSRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers) è uno delle società più autorevoli nel campo dei sistemi di riscaldamento, raffreddamento e aria condizionata e aggiorna con costanza le sue linee guida, le ultime delle quali – per il campo di cui stiamo trattando – risalgono al 2016 (): le temperature ideali sono comprese tra i 18 e i 24 gradi centigradi e, comunque, non dovrebbero mai superare il range 10 °C – 28 °C, mentre l’umidità dovrebbe assettarsi trai il 40% e il 60% rH. Il mantenimento di queste condizioni termiche comporta almeno due effetti benefici: anzitutto, come si è ribadito, garantisce il funzionamento corretto dei dispostivi e, in aggiunta, permette di salvaguardare risorse energetiche nel rispetto di un ambiente che sempre più fragile sembra mostrarsi.
Monitoraggio automatizzato
In virtù di quanto detto, quindi, sarebbe ideale poter usufruire di un impianto automatizzato di monitoraggio che avvisi in caso di criticità, così da poter operare istantaneamente ed evitare gli scenari peggiori. La software house Valeprog ha realizzato un sistema che viene incontro a quest’esigenza (https://valeprog.it/blog/monitoraggio-temperatura-server/). Alla base ci sono tre unità del famoso mini PC Raspberry PI, due di essi si occupano del controllo termico, mentre l’altro viene collegato a un monitor esterno al luogo dove si trovano i server, così da fornire in tempo reale i dati registrati e avvertire in caso di problemi: in tal caso, infatti, appare un alert colorato di rosso, in modo da segnalare la necessità di intervento.
Perché tutto ciò funzioni è necessario, come si può facilmente supporre, che i Raspberry siano dotati di sensori specifici per la registrazione dei parametri da monitorare, ovvero la temperatura e l’umidità. Risulta poi possibile modificare gli avvisi che compaiono sullo schermo a seconda del tipo di server e di inviare anche una notifica via e-mail quando i valori dovessero superare quelli consigliati. Se ciò non bastasse, si può anche impostare l’invio di un SMS a singoli dipendenti e/o a gruppi, per segnalare le anomalie e poter intervenire ancora più tempestivamente.
In questo modo viene garantita l’efficienza e la stabilità del lato server per una fluida trasmissione di dati coi clients che si collegano.
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