In questa recensione andremo a conoscere il mouse da gaming wireless modulare Makalu Max di MOUNTAIN. Scopriamo il nuovo device
Al giorno d’oggi, avere una periferica più o meno performante può fare la differenza fra la vittoria e la sconfitta. Il livello dei videogiochi si è notevolmente alzato nel corso degli anni e avere reattività e precisione è essenziale, soprattutto se si tratta di sparatutto, sia in prima che terza persona. Fondamentali in questo senso sono i mouse, dei piccoli device indispensabili per avere la meglio sui vari avversari che affronteremo durante le nostre partite.
MOUNTAIN questo lo sa bene e ha da poco annunciato l’arrivo sul mercato del Makalu Max che noi di tuttotek.it abbiamo avuto il piacere di testare in anteprima per questa recensione. Questo mouse da gaming wireless modulare è l’evoluzione naturale del Makalu 67. Da questo prende alcuni aspetti fondamentali, riadattandoli e aggiungendo un tocco di novità interessanti. Conosciamolo insieme.
Scheda tecnica
- Dimensioni: 127 x 70.2 x 42.2 mm
- Peso: 115 g
- Sensore: PixArt PAW3370
- Max DPI: 19.000
- Lift-Off Distance (LOD – distanza di sollevamento): 1-2 mm
- Velocità di tracciamento: 400 ips
- Tasti: 8
- Switch: Kailh GM 8.0
- MCU: Cortex M0
- Grip: Personalizzabile
- Illuminazione: RGB
- Frequenza di aggiornamento: 1.000 Hz / 1 ms
- Connettività: USB, RF 2,4 GHz
- Interfaccia: USB 2.0
- Lunghezza cavo: 2 m
- Memoria: fino a 5 profili
- Materiali: ABS
- Software: Base Camp
Confezionamento e design – Recensione MOUNTAIN Makalu Max
Il mouse arriverà in una delle confezioni tanto caratteristiche che abbiamo conosciuto nelle vecchie recensioni riguardanti le tastiere Everest 60 e la Everest Max. Una volta aperta ci ritroveremo davanti il device incastonato nell’apposito spazio ricavato nel polietilene espanso che funge da protezione per gli urti accidentali. Accanto troveremo le due pannelli laterali intercambiabili, mentre sotto il device trovano spazio tre dischi che serviranno ad appesantirlo leggermente per evitare che sia troppo leggero.
Nello scomparto blu invece troveremo, oltre al manuale d’uso e agli adesivi, il cavo per la ricarica del dispositivo e il ricevitore per la connessione wireless con il PC. Il design del mouse con il quale si presenta è tanto elegante quanto comune. La particolarità risiede tutta nella possibilità di sostituire i pannelli laterali grazie al sistema di calamite di cui è caratterizzato il Makalu Max. In questo modo potremo ottenere, almeno dal punto di vista del device, ben quattro mouse diversi, che si possono adattare al meglio a ogni mano e alle varie situazioni di utilizzo.
Rispetto al suo predecessore troviamo due tasti in più, per un totale di otto tasti. Il primo è un’aggiunta al tasto centrale per i DPI che ci permetterà di passare da un livello a quello precedente senza dover fare un ciclo completo di tutti; il secondo invece si trova sul lato sinistro ed è pensato per la modalità cecchino. Premendo questo tasto infatti saremo in grado di attivare un livello aggiuntivo che permette di eseguire spostamenti più lenti quando miriamo a qualcosa. Si tratta dunque di un mouse pensato principalmente per gli sparatutto.
Manca tuttavia il tipico design a nido d’ape che caratterizzava il Makalu 67, abbassandone notevolmente il peso. Siamo infatti passati dagli appena 67 g del precedente ai 115 g del Max. Un notevole aumento di peso che potrebbe influire a lungo andare nelle sessioni più impegnative, sebbene l’impugnatura e lo scivolamento siano veramente ottimi. Rimangono fissi invece i riferimenti luminosi, con la striscia RGB al centro che racchiude i tasti DPI, i quattro LED luminosi che ne indicano il livello e la rotellina.
Vecchio sensore, stesse prestazioni al top – Recensione MOUNTAIN Makalu Max
Squadra che vince non si cambia si suol dire e sembra che nell’azienda abbiano preso alla lettera questo detto. Il MOUNTAIN Makalu Max infatti monta lo stesso sensore ottico che avevamo già conosciuto con il suo predecessore nell’altra recensione. Si tratta del PixArt PAW3370 in grado di raggiungere un range tra i 100 e i 19.000 DPI. Questo ci permette di avere sia un’ottima velocità di reazione che un tracciamento molto lento in grado di fornirci la migliore mira.
Oltre a questo elevato range di DPI, troviamo anche una frequenza di aggiornamento di 1.000 Hz, una velocità di tracciamento pari a 400 ips e una distanza di sollevamento, LOD, pari a 1-2 mm a seconda delle nostre scelte quando la impostiamo. A questa elevata reattività del sensore si accompagna poi una connessione wireless RF da 2,4 GHz o la più comune USB 2.0 quando ricarichiamo il nostro dispositivo. In entrambi i casi la velocità di comunicazione fra la periferica e il nostro PC è pressoché immediata.
Ad aumentare ancor di più queste prestazioni troviamo di nuovi switch Kailh GM 8.0 che vanno a sostituire i precedenti Omron. Non solo reattività, ma anche tanta resistenza per questi nuovi switch che vedono una vita media aumentata a ben 80 milioni di clic. Insomma, di novità questa periferica ne ha tante, sebbene per alcuni versi rimanga fedele al passato. Siamo felici che la società abbia ascoltato alcune piccole nostre lamentele del passato, aggiungendo un ulteriore tasto per i DPI che risulta veramente utile in alcune circostanze e addirittura aggiungendone un altro pensato principalmente per la mira quando siamo in modalità cecchino.
La batteria del dispositivo non è fra le migliori, specialmente con i vari effetti luminosi attivi. Con questo non vogliamo dire che sia da buttare o che il tempo di gioco sia pari a qualche ora, tutt’altro. Si tratta comunque di una buona batteria in generale, che permette di utilizzare il mouse per un paio di giorni ininterrottamente e che si ricarica in un manciata d’ore. Tuttavia conosciamo bene la durata di alcuni mouse top di gamma che sono in grado di durare anche settimane e il Makalu Max purtroppo da quel punto di vista non si avvicina minimamente, sebbene abbia una funzione di standby che ci permette di risparmiare energia quando ci allontaniamo.
Tanta versatilità sia fisica che software – Recensione MOUNTAIN Makalu Max
La parola d’ordine della società che abbiamo imparato ad apprezzare con le tastiere è sicuramente “modularità“. La Everest Max in particolare ci permetteva di fare quello che più volevamo, come ad esempio spostare il tastierino numerico a destra o sinistra della stessa, collegarlo tramite un cavo type-C o spostare il Media Dock a nostro piacimento da una parte o dall’altra della tastiera. Sebbene il mouse non preveda componenti aggiuntivi, anche se non ci dispiacerebbe vedere in futuro un mouse che possa adattarsi sia agli sparatutto che agli MMO o ai MOBA (lato fisico o software poco importa), anche il MOUNTAIN Makalu Max può “cambiare forma” come avete potuto vedere nelle immagini di questa recensione.
Come detto si tratta solamente di cambiamenti estetici di design e servono più che altro per adattare al meglio la periferica alla nostra mano e per avere una presa più solida. Sostituire ambedue i pannelli laterali sarà un vero gioco da ragazzi, grazie alla connessione magnetica dei quali sono dotati. In questo modo non avremo parti che si incastrano e non rischieremo di comprometterne l’integrità strutturale.
Ovviamente la versatilità di questa periferica la ritroviamo anche nella personalizzazione. Sarà possibile cambiare l’effetto luminoso della striscia RGB, adattandolo a quello di altre periferiche sempre di MOUNTAIN, o impostare una funzione diversa per ogni tasto, ma non solo. Tramite il software Base Camp avremo infatti una più ampia personalizzazione, andando a variare ogni singola impostazione della periferica, dai vari valori di DPI per ogni livello alla frequenza di aggiornamento o al timer per lo standby del dispositivo.
Un passo in più verso la vetta
Siamo giunti alla fine di questa recensione riguardante il Makalu Max di MOUNTAIN ed è quindi arrivato il momento di tirare un po’ le somme. Ci troviamo davanti a una periferica che è la degna evoluzione del Makalu 67, riprendendone quanto di buono aveva quel mouse e migliorandolo. Tuttavia non è tutto rose e fiori e, sebbene vi siano tante buone novità, alcune lasciano un po’ a desiderare.
Che il Makalu fosse pensato per essere un mouse wireless lo si capiva benissimo dal principio. Il peso del 67, che rappresenta appunto la sua massa ovvero 67 g, lo rendeva uno fra i mouse più leggeri in assoluto. Molto era dovuto anche alla suo design a nido d’ape che ne alleggeriva ulteriormente la struttura. Tuttavia in questo caso si è avuto un ritorno ad un mouse più semplice dal lato del design che però ne aumenta il peso di ben 48 g. Anche la batteria non è assolutamente paragonabile a quella di altri top di gamma, sebbene non deluda poi tanto.
Se consideriamo invece le novità importanti sono sicuramente da annoverare i due tasti in più che ci semplificano la vita, la modalità standby che aumenta la durata della batteria quando la periferica non viene utilizzata e la modularità fisica. Quest’ultima in particolare ci permette di avere ben quattro mouse in uno, rendendolo veramente tanto adattabile ad ogni tipo di mano, da una esile e minuta a una più larga e possente.
A tutto ciò si unisce poi l’infallibilità del sensore PixArt PAW3370 e i nuovi switch Kailh GM 8.0 che garantiscono ottime performance di puntamento ed elevata reattività, il tutto accompagnato da una durabilità di ben 80 milioni di clic che lo rendono praticamente insostituibile per svariato tempo.
Per questa recensione riguardante il Makalu Max di MOUNTAIN è ormai tutto. Vi ricordiamo che il mouse è disponibile all’acquisto presso il sito ufficiale della società. Cosa ne pensate di questo nuovo device? Fateci sapere la vostra nei commenti. Per non perdervi ulteriori news e recensioni riguardanti l’universo hardware, continuate a seguire tuttotek.it!
Punti a favore
- Modulare...
- Reattività
- Sensore PixArt PAW3370
- Ampia personalizzazione
Punti a sfavore
- ...ma non ottimale per tutte le tipologie di videogiochi
- Batteria non da top di gamma
- Peso eccessivo rispetto al predecessore
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