Recensione Corsair Vengeance RGB Pro SL. Problemi in fase di montaggio? Corsair taglia l’altezza delle RAM per maggiore compatibilità
Partiamo dall’inizio. Corsair ha riscosso tanto successo nel mondo RAM con la serie Vengeance Pro RGB lanciata nel 2018, questa gamma ha colpito in termini di qualità prezzo, per prestazioni nell’utilizzo quotidiano ed equilibrio generale, ma soprattutto in termini di design. È la variante bianca che in questi anni, in particolare, ha fatto innamorare l’utenza. Ma se i colori sono un fattore puramente personale, ciò che non lo è, sono le critiche che alcuni utenti hanno mosso su di un aspetto: l’altezza in volume di spazio del sistema di dissipazione.
Chiariamo una cosa. Non con tutti i dissipatori e case, le precedenti Vengeance Pro RGB hanno dato e danno rogne in fase di montaggio, ma solo con alcuni modelli specifici. Difatti questo banco non vuole sostituire il fratello “maggiore” bensì essere un’alternativa per determinate utenze.
È il caso di scriverlo, brava Corsair che ha saputo ascoltare la propria community, realizzando un prodotto decisamente atteso. Le soluzioni Vengeance Pro RGB classiche sono alte 51 mm (high profile) e, non sempre, risultano compatibili con i dissipatori a liquido (nello specifico con i radiatori montati in top) ma anche con alcuni dissipatori ad’aria che invadono lo spazio delle RAM, queste nuove Corsair Vengeance RGB Pro SL hanno invece un’altezza più versatile di 44 mm (low profile) e si adattano ad ogni esigenza.
Materiali e qualità da veri Pro | Recensione Corsair Vengeance RGB Pro SL
Guardando le Vengeance RGB Pro SL non possiamo evitare di notare il comparto di illuminazione RGB dinamica, realizzata a dieci zone indipendenti controllabili singolarmente dal software proprietario iCUE. Come anticipato in apertura, queste RAM presentano un’altezza di 44 mm (low profile) per garantire la compatibilità massima in ogni caso specifico.
Il dissipatore utilizzato da Corsair su queste RAM è il classico e ormai consolidato blocco in alluminio con finitura satinata che possiamo ritrovare in tutta la famiglia Vengeance RGB. In questa nuova serie troviamo impresso solo la sigla Vengeance in termini di testo, con un nuovo design. Moderno e minimal direi, proprio come il logo Corsair posto appena sopra alla sigla. Lo stesso stile che abbiamo trovato piacevole nella nostra recensione del case Corsair 4000D.
Al netto dei gusti, ci troviamo difronte ad un banco di RAM molto bello, e ben realizzato, senza essere troppo “appariscente”. In ogni caso non siamo di fronte ad un design stravolto rispetto alle sorelle minori, ma solo ad un adattamento ingegneristico per ridurre l’altezza di quei 7mm.
Proseguendo con l’analisi di queste RAM, notiamo uno sviluppo contenuto in altezza. Le precedenti possedevano un PCB particolarmente allungato, con il relativo controller posto quasi alla fine del PCB stesso. In questo caso abbiamo un nuovo disegno, il controller è logicamente più basso, e si mantiene la configurazione con Layout A2 per i moduli moduli ICs. Un’ottima scelta per unire dimensioni compatte a prestazioni solide.
Parliamo di iCUE
Come sempre, quando si acquista un prodotto Corsair si ha la possibilità di sfruttare iCUE: un valore aggiunto non indifferente.
Nello specifico, grazie al software di Corsair, avremo la possibilità di controllare grafici e temperature delle nostre memorie oltre ovviamente a potergli assegnare un gioco colore in totale semplicità. Che dire? Corsair sotto il lato software non teme davvero rivali, soprattutto per l’ecosistema che si viene a creare.
Dalla scheda tecnica al campo di guerra | Recensione Corsair Vengeance RGB Pro SL
Abbiamo il piacere di avere tra le mani il modello siglato CMH16GX4M2D3600C18 che, proprio come il codice modello suggerisce, si tratta della variante da 16 GB 2 x 8 GB con frequenza operativa di 3600 MHz e timing C18-22-22-42, 1,35V.
Corsair per questa famiglia propone differenti alternative, c’è ne davvero per tutti i gusti. L’ampia gamma spazia con frequenze da 3200 MHz fino a 3600 MHz e, con capacità massima di 128 GB (4 x 32 GB) in colorazione bianca o nera. Ottimizzate sia per piattaforme Intel che AMD, supportano i profili XMP 2.0 per una rapida configurazione. Le RAM, hanno un Command Rate di 2T per il profilo XMP.
Questa famiglia di RAM monta moduli ICs Single Sided ovviamente, (per una configurazione Single Rank), e dunque se da una parte troviamo i chip, dall’altra troviamo uno strato spugnoso per distanziare PCB e dissipatore simmetricamente.
Iniziamo l’analisi di queste RAM “osservando al microscopio” il loro DNA, dunque per effettuare questa verifica ci affidiamo al noto software di lettura, Thaiphoon Burner.
Da esso notiamo per prima cosa il tipo di chip che Corsair ha scelto per i propri moduli, si tratta dei famosi ICs Samsung B-die. Proprio come riporta la sezione Die Density. Poco sopra possiamo osservare invece il codice modello, si tratta di moduli K4A8G085WB, prodotti nel febbraio del 2017. Anche se, non dobbiamo aspettarci la classica elasticità che tanto famosi ha reso questi Chip, in questo in queste RAM specifiche, non sono stati implementati per ottenere elasticità in overclock e con voltaggi elevati.
Per quanto concerne i profili SPD che il produttore ha realizzato, possiamo notale, oltre al profilo XMP 2.0 disponibile per tutte le schede madri compatibili, tutti i singoli profili conformi allo standard JEDEC. Con la possibilità di optare anche per profili a basso risparmio energetico. Ma a noi, e alla maggior parte delle persone interessa il profilo XMP sostanzialmente, ed è proprio quello che testeremo a fondo sia nei benchmarks che nell’utilizzo quotidiano.
I test prestazionali e la nostra configurazione
- Motherboard: Asus TUF Gaming B550 Plus
- CPU: AMD Ryzen 7 3700X
- Case: Corsair 4000D
- RAM: 16 GB Corsair Vengeance RGB PRO SL in configurazione Dual Channel
- Scheda Video: Nvidia GTX 1080 Palit GameRock
- Dissipatore: Corsair H100i Elite Capellix
Il primo test che faremo è quello di valutare l’aderenza alle specifiche dichiarate. Se compriamo un modulo ad una determinata frequenza, vogliamo che lo stesso vada a quella determinata specifica. Ecco perché allora ci siamo fiondati nel BIOS ad impostare il profilo XMP. Specifichiamo che abbiamo una scheda madre che in termini di circuiteria vanta un layout per le RAM di tipo Daisy Chain, dunque ben disposta a supportare profili XMP, al netto delle capacità “singolari” della CPU stessa. Ricordiamo che la stabilità delle RAM, sia in fase di operazioni standard che di overclock dipende soprattutto dalla bontà dell’IMC della CPU stessa. Dunque i test che seguiranno non possono essere presi come valori universali.
In seguito al profilo impostato, la scheda madre ha passato subito la fase di Boot senza esitazioni. Stessa situazione per quanto riguarda la stabilità, abbiamo testato la stessa con il software Prime95 nella sezione Large FFT’s per diversi minuti, il risultato è stato ottimo, ma a tratti altalenante. Crediamo che sia dovuto alla natura delle RAM stesse, che non supportano valori superiori a quelli dettati dal profilo XMP. Di certo in controtendenza con la natura dei Chip B-Die sopracitati, ma non ne facciamo una colpa, queste RAM, non vogliono difatti rivolgersi ad un pubblico di overclocker. Ma scriviamo questo per dirvi di non sollecitare troppo con i voltaggi, poiché potreste recare dei danni ai vostri componenti.
Nel test effettuato con Prime95, abbiamo riscontrato se da un parte stabilità, dall’altra alcune esitazioni quando la sollecitazione erano nettamente superiore come detto poc’anzi, il che si traduceva con un aumento del voltaggio temporaneo delle RAM, che causava alcuni “Freeze” momentanei. Chiaro, durante l’utilizzo quotidiano non vi troverete mai nelle stesse situazioni di massimo stress che un benchmark può riservare ad un componente, ma ciò serve per testare la bontà di queste RAM in fase di massima sollecitazione. Un comportamento che si è palesato con lo Stess Test su Cache e RAM System di AIDA64.
Dopo aver fatto questi test abbiamo testato la capacità e la qualità dei chip in determinati benchmark, monitorando il tutto tramite il software HWINFO, per ottenere un grafico di ciò che accadeva all’interno dei nostri componenti.
Come primo software utilizzeremo Cinebench R20, per ottenere non solo un mero punteggio in termini prestazionali, ma per valutare soprattutto la stabilità delle RAM. Che ha prodotto un buon risultato complessivamente. E i grafici che analizzavano le RAM hanno mostrato un aumento del voltaggio per sopperire all’incremento di richiesta energetica.
Nel valutare invece la banda massima teorica, ci siamo affidati a AIDA64. Per simulare operazioni tipiche dell’utilizzo quotidiano, le classiche operazioni di tipo Single Thread, dove ciò che è principalmente richiesto, è un flusso bandwidth costante. E con SiSoft Sandra invece, che testeremo l’esatto opposto, ovvero applicativi di tipo Multi Threads, per simulare un lavoro decisamente pesante, tipico del montaggio video, o del modellamento 3D con software professionali.
Con AIDA64 nel test Bandswidth Read, quindi Benchmark cache e memoria. i valori prodotti mostrano risultati accettabili per l’utilizzo quotidiano e anche produttivo/ gaming. Non rappresentano valori assoluti, in termini di latenze siamo sugli 82ns che non è il valore più basso esistente, ma comunque buono per la maggior parte degli utenti. Le operazioni quotidiane verranno svolte sicuramente con ottime velocità. Stesso discorso per il dato della scrittura, che mostra 47456 MB/s, un buon risultato, anche se non proprio tra i migliori in commercio.
Dati simili a quelli prodotti da SiSoft Sandra, più severo nella verifica, nel test per la larghezza di banda, se con file da 2kb, o 128 kb abbiamo valori che si aggirano tra i 44540 GB/s circa, tutto tende a scendere drasticamente con file più impegnativi da calcolare come 2 e 8 MB anche fino a 39456 GB/s circa. Abbiamo dei picchi negativi in termini di latenze, ma che comunque per questi determinati timing possiamo giustificarlo.
L’overclock delle RAM sicuramente porterà ad un incremento in termini di larghezza di banda, ma sconsigliamo di farlo poiché la tensione necessaria che le RAM chiederanno non sarà delle più basse. In queste RAM i Chip B-Die non sono stati implementati per overclock estremi, bensì per ottenere buona stabilità e performance con le più disparate configurazioni presenti in commercio.
Chi dovrebbe acquistarle?
Queste non sono RAM per chi vuole giocare con i settaggi e l’overclock, per quello dovrete optare per differenti modelli. Queste RAM sono adatte invece a chi vuole qualcosa di funzionale, adatto a tutti gli ambiti, senza doversi preoccupare di stabilità o compatibilità, sia in termini hardware, che di puro spazio disponibile all’interno del vostro case.
Una volta applicato il Profilo XMP il gioco è fatto, sono già pronte all’azione. Vi sconsigliamo di applicare particolari settaggi poiché non sono adatte per natura a questo tipo di lavoro, e sarete costretti ad applicare voltaggi molto elevati, rischiando di danneggiare irreparabilmente i vostri componenti. Possiamo dire però che ci troviamo difronte ad un banco di RAM che è più che sufficiente per tutte le operazioni comuni, di lavoro produttivo e non.
Questo è tutto per la recensione delle Corsair Vengeance RGB Pro SL. Siete amanti del design? Cercate una compatibilità garantita con la maggior parte dei dissipatori a liquido AIO e ad aria? Allora fate affidamento a queste Vegenace RGB Pro SL, una vera certezza.
Se volete continuare a conoscere le ultime novità dal mondo hardware continuate a seguirci. Un saluto da tuttoteK.
Nota: tutte le foto di questa recensione sono state scattate con una Panasonic Lumix Dc-G90M.
- MEMORIA CORSAIR DDR4 16GB PC 3600 CL18 KIT (2X8GB) VENGEANCE RGB
Punti a favore
- Design a basso profilo
- Ottima Illuminazione RGB
- Buono supporto software
Punti a sfavore
- Scarse prestazioni in Overclock
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