In questa recensione andremo a conoscere il mouse da gaming Mako M1 di Black Shark, il 2 in 1 pensato per tutti i videogiocatori
Ricordate ancora i vecchi mouse a sfera? Giocare all’epoca non era facilissimo, soprattutto se i rulli si sporcavano e non permettevano uno scivolamento del mouse fluido. Oggi con l’avanzare della tecnologia le cose sono cambiate e ci ritroviamo con miriadi di periferiche di ogni tipo. Il tutto è realizzato per venire incontro ai vari stili di gioco di ogni utente. Che voi preferiate un mouse cablato o uno wireless, uno con molti DPI o uno con tanti tasti programmabili, potrete trovare quello che fa al caso vostro.
Ogni società cerca di chiedersi come potrebbe essere il mouse ideale. Anche Black Shark si è mossa in questa direzione, creando il proprio Mako M1 che andremo ad analizzare in questa recensione. Si presenta come un mouse da gaming che può essere utilizzato si in modalità wireless che cablata; ma come si sarà comportato nelle nostre mani? Non vi resta che scoprirlo continuando a leggere il nostro articolo.
Scheda tecnica
- Dimensioni: 129 x 65 x 40 mm
- Peso: compreso fra 90 g e 105 g (a seconda dell’utilizzo)
- Tipo di sensore: ottico PMW3325
- Accelerazione massima del sensore: 20 G
- Massima velocità di tracciamento: 100 ips
- DPI: fino a 10000 (con software)
- Mouse Backlighting: 2 zone di illuminazione RGB, 1 zona di illuminazione LED
- Memoria integrata: sì
- Tasti programmabili: 6
- Durata: 30 milioni di clic
- Connettività: wireless / USB con cavo da circa 180 cm in nylon intrecciato
- Batteria: 500 mA
- Durata: ≅ 6 ore (luce accesa) / ≅ 17 ore (luce spenta)
- Tempo ricarica: ≅ 2,5 ore
- Polling Rate: 1000 Hz / 500 Hz / 250 Hz / 125 Hz
Packaging e design | Recensione Black Shark Mako M1
Il mouse arriva in una confezione telescopica nera molto minimale. Questa infatti non presenterà molte informazioni, se non l’immagine del prodotto, il nome del modello e quello della società. Una volta aperta ci ritroveremo un piccolo manuale per l’utilizzo del dispositivo e un piccolo biglietto di ringraziamento. Sotto di questi lo spazio sarà suddiviso in tre scomparti ricavati nell’ABS per evitare urti accidentali.
Lo scomparto più grande è dedicato al mouse stesso. Sopra il dispositivo troviamo la scocca alveolare, che si va a sostituire a quella di default, e sotto di essa la batteria ricaricabile da inserire all’interno del mouse. Accanto invece troviamo un’altra scatola con all’interno il cavo in nylon e l’adattatore wireless USB. La periferica si presenta con un desing abbastanza elegante e snello che potrebbe renderla ottima sia per i destrorsi che per i mancini se non fosse per i tasti laterali collocati solo sul lato sinistro.
Sia sui lati del mouse che sui tasti viene richiamato il motivo ad alveare che ritroviamo sulla seconda scocca e che in un certo senso ci forza la mano sul cambio di quest’ultima. Oltre che da un punto di vista estetico, il cambio serve anche per alleggerire il mouse, ma di questo ce ne occuperemo più avanti. A contatto con il tappetino, ma sempre rimanendo sul profilo laterale, troviamo una lunga striscia RGB che percorre quasi tutto il perimetro. Le altre zone di illuminazione sono la rotella, anch’essa RGB, e il logo con una luce verde fissa sulla parte superiore del mouse.
Un peso variabile come il mouse | Recensione Black Shark Mako M1
Come abbiamo visto dalla scheda tecnica, il peso di questo device può variare di ben 15 grammi, a seconda dell’utilizzo desiderato. Se il nostro obiettivo è quello di utilizzare il mouse con la scocca predefinita e in modalità wireless, ovviamente il peso sarà più elevato. Se invece decidiamo di usufruire del device in modalità cablata, quindi senza batteria, e con la scocca ad alveare, allora il peso sarà minimo.
Scegliere di giocare in una o nell’altra modalità quindi non è una scelta che riguarda puramente la “comodità” (con o senza cavo), ma anche la massa totale da spostare. Un mouse più leggero infatti affaticherà meno il nostro polso, o il braccio in generale, nelle lunghe sessioni. Va da sé che bisognerà capire se preferiamo rinunciare a qualche grammo per non avere l’ingombro relativo al cavo o viceversa.
Questi elementi non sono gli unici cambiamenti che si possono apportare al mouse. Infatti sarà possibile settare i vari effetti di illuminazione della striscia RGB o cambiare la configurazione dei tasti, scegliendo delle macro da eseguire o semplicemente un’altra funzione al posto di quella preimpostata. Andiamo quindi a vedere uno fra gli argomenti cardine di questa recensione sul mouse Black Shark Mako M1, il software.
Un software e un mouse ancora grezzi | Recensione Black Shark Mako M1
Ogni buon mouse, soprattutto se pensato per il gaming, deve essere accompagnato da un programma che ne valorizzi sempre più l’uso. Dare informazioni dettagliate in ogni istante è fondamentale per correggere i parametri quanto più velocemente possibile. Tuttavia anche la personalizzazione è importante. In questo modo sarà facile switchare da un gioco all’altro mantenendo il massimo delle prestazioni in ogni istante.
Pochi tasti | Recensione Black Shark Mako M1
Sebbene vi sia tutta l’intenzione della società nel voler spingere sempre più in alto le sue periferiche, vi sono ancora alcuni piccoli nei che dovrebbero esser migliorati. Prendiamo ad esempio il mouse. Sebbene 6 tasti programmabili siano un numero che può sembrare discreto, dobbiamo ricordarci che tre di questi sono i tasti standard presenti su qualsiasi mouse da più due decadi a questa parte.
A completare il quadro troviamo i soliti due tasti laterali e uno dedicato allo switch dei DPI posto sotto la rotellina centrale. Anche questi ormai possono esser catalogati come standard e, proprio per il lato gaming, crediamo che ormai bisognerebbe puntare almeno su 7 tasti. In questo modo si potrebbero avere due tasti disposti sotto la rotellina per incrementare o decrementare i DPI, evitando di dover selezionare quelli laterali per questa funzione.
È scomodissimo dover switchare in ciclo per 5 profili solamente per raggiungere quello precedente. Senza contare che, in una fase concitata del gioco, si rischia di “saltarlo” e quindi dover rifare nuovamente tutto il giro.
Effetti e piccoli problemi lato software | Recensione Black Shark Mako M1
Ad una personalizzazione dei tasti già castrata in partenza si aggiungono poi altri problemi dovuti agli effetti non sincronizzati e alcuni problemi di comunicazione fra software e dispositivo. Ma facciamo ordine e andiamo con calma. Come abbiamo detto precedentemente il mouse è dotato di ben 3 profili di illuminazione: due RGB e uno fisso. Avere un’illuminazione uniforme, o almeno coordinata sarebbe il minimo.
Anche volendo tralasciare l’illuminazione fissa del logo, vi è un’asincronia fra quelle RGB che si sarebbe potuta evitare. Gli effetti non vanno a tempo e ci ritroveremo con la rotella illuminata di un colore, mentre la parte sottostante sarà già passata oltre. È un po’ come se ognuna fosse soggetta a un effetto diverso, sebbene non sia possibile selezionare un effetto per ogni zona. A livello pratico non cambia nulla ovviamente. Tuttavia potete intuire che, quando si tende a far andare in contemporanea tutte le illuminazioni delle varie periferiche, vedere un mouse con due effetti non è il massimo.
Altro piccolo neo riguarda poi la comunicazione fra la periferica e il software. Il problema non è a livello di configurazione del mouse, quanto a livello di statistiche. Il programma mostra infatti il livello della batteria. Tuttavia, quando è in carica quest’ultimo non si aggiorna se non una volta scollegato il cavo. Ovviamente questo piccolo inconveniente può creare confusione nell’utente che può credere che qualcosa non funzioni nel dispositivo.
Prestazioni nel gioco | Recensione Black Shark Mako M1
Parliamo adesso di come si è comportato il Mako M1 durante le nostre sessioni di gioco. Ammettiamolo, 10000 DPI sono veramente buoni, ma non sono tutto purtroppo. Se dovessimo considerare solamente questo parametro sicuramente il mouse si posizionerebbe in una buona parte della classifica e per molti generi potrebbe anche essere così. Sebbene quindi ci sia un buon “scivolamento” con il minimo movimento, notiamo con dispiacere che il tracciamento non è dei migliori.
Molto ovviamente dipende non solo dal sensore, ma anche dalla superficie che si utilizza. Provandolo su vari piani, anche fra quelli non propriamente adatti allo scopo, abbiamo notato subito delle discrepanze fra il movimento effettuato e quello che risultava sullo schermo. Sia chiaro, stiamo comunque parlando di piccolissime variazioni che non influiscono minimamente l’esperienza in varie tipologie di gioco come ad esempio i MOBA o gli strategici.
Discorso ben diverso va fatto per gli sparatutto. Una simile conformazione del mouse infatti dovrebbe adattarsi di più a questo tipo di videogiochi. Tuttavia, proprio per questi minimi errori di tracciabilità, si rischia di mancare il nostro obiettivo per un millimetro e compromettere la partita. Questo ovviamente vale per i professionisti e per chi gioca ad altissimi livelli. Discorso diverso vale per i neofiti o gli amatoriali. In quel caso si potranno vivere delle buone sessioni di gioco in quanto errori così piccoli non faranno poi molta differenza.
Contrariamente invece la batteria ci ha sorpresi. Sebbene fossero state dichiarate appena 6 ore di gioco dalla società, con luci RGB accese, siamo riusciti anche a giocare per più tempo con una singola ricarica. Buona parte del merito va anche allo stand-by automatico che permette di preservare parte della carica quando il device rimane fermo per qualche minuto. Inoltre, è anche possibile utilizzare il device mentre è in carica con il cavo. Questo vi permetterà di giocare senza dovervi fermare, anche in caso di spegnimento del dispositivo.
Conclusioni
Siamo giunti alla fine di questa recensione sul mouse Mako M1 di Black Shark ed è arrivato quindi il momento di tirare un po’ le somme. Il mouse si presenta come una buona periferica in generale. La possibilità di utilizzarlo sia wireless che in maniera cablata e di intercambiare la scocca ci permette un utilizzo sempre diverso, a seconda dell’esigenza di ogni utente. Sebbene il tracciamento non sia dei migliori quando si vuole competere ad alto livello in giochi in cui la mira è tutto, permette comunque di farci vivere delle buone sessioni a livello amatoriale.
Siamo rimasti sorpresi positivamente dalla batteria che è risultata essere più durevole di quanto dichiarato dalla società. Sei tasti programmabili non sono poi tanti e l’assenza di un secondo tasto per aumentare o diminuire i DPI si sente tantissimo. Anche sul lato software ci sono ancora dei piccoli nei da risolvere che, sebbene non vadano ad inficiare poi tanto sull’esperienza generale, comunque possono far storcere il naso.
Il prezzo inoltre non è dei migliori. Il mouse infatti è in vendita ad un prezzo consigliato di 69,99 € che è un pelino alto e lo colloca con concorrenti ben più agguerriti. Tuttavia se in sconto può diventare veramente un buon affare, soprattutto per chi vuole un buon mouse affidabile e si accontenta di non avere prestazioni al top. Per questa recensione sul mouse Mako M1 di Black Shark è ormai tutto. Per non perdervi ulteriori recensioni e news dall’universo hardware, continuate a seguire le pagine di tuttoteK!
- Design Dual Mode Wireless/Wired: Conettere e giocare a bassa latenza in modalità wireless 2.4G. Modalità con un cavo intrecciato di 71 pollici USB C per continuare a giocare durante la ricarica, oppure stacca la batteria per la modalità leggera.
Punti a favore
- Doppia modalità
- Scocca intercambiabile
- Latenza quasi azzerata
- Software completo...
Punti a sfavore
- Pochi tasti
- Tracciamento non perfetto
- Rapporto qualità/prezzo un po' basso
- ...ma grezzo
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