Nei mesi passati sembrava che i TV QD-OLED fossero il futuro dell’innovazione per le TV, ma così non è stato. Si sono incontrate numerose difficoltà in termini di prezzo e prestazioni che hanno reso complicata l’implementazione di questa tecnologia in favore dei MicroLED
Da diverso tempo di parla forse TV QD-OLED e addirittura alcuni sample erano stati inviati da Samsung Display ai principali competitor del settore come Panasonic, Sony e Samsung Electronics. In realtà Samsung è sempre stata un po’ titubante su questa tecnologia così complessa e difficile da implementare. Il successo di alcuni prodotti MicroLED come le TV TCL X10 hanno poi definitivamente segnato la decadenza di una tecnologia che non decollerà mai probabilmente.
TV QD-OLED: di che cosa si tratta?
Fino ad oggi Samsung Display si era concentrata sulla produzione di pannelli QLED ovvero un’evoluzione delle normale tecnologia LCD che tuttavia utilizza un filtro a Quantum Dot tra la retroilluminazione a LED e i cristalli liquidi per ottenere colori più puri e saturi, in questo modo è possibile ottenere gamut più ampi, senza perdere in luminosità massima. Purtroppo però c’è un grosso limite: quando un cella a cristalli liquidi si “chiude” per “spegnere” un pixel sul diplay c’è sempre della luce spuria che filtra e quindi i neri non sono perfetti e il contrasto è basso. Per questo sono state implementate tecnologie come il local dimming che consente di modulare la retroilluminazione in diverse aree, in modo da limitare questo effetto. Tuttavia non si può raggiungere la precisione pixel-wise di un OLED.
Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, allora alleati con lui. La tecnologia dei TV QD-OLED sostituisce la matrice W-RGB dei classici W-OLED con un filtro colore a Quantum Dot. I punti quantici sono particolari nanostrutture che assorbono la luce blu e la riemettono con una diversa lunghezza d’onda, tipicamente rossa e verde nelle applicazioni pratiche. In pratica abbiamo ottenuto un controllo del contrasto a livello dei pixel, senza il fastidioso problema della fedeltà cromatica nelle alte luci. Inoltre la struttura dei pannelli per i TV QD-OLED è più semplice rispetto ai precedenti LCD.
Tuttavia ci sono delle importanti sfide da vincere per portare i primi prodotti sul mercato: i prezzi elevati dei display QD-OLED, la possibilità di burn-in e la bassa rendita nella realizzazione dei display QD sono le principali problematica da risolvere per passare dai sample del CES 2020 ai prodotti finali. Prima di tutto serve un perfetto allineamento tra la matrice OLED e quella dei Quantum Dot. Inoltre unire due tecnologie diverse può essere pericoloso. Vi siete chiesti perché LG non produce semplicemente degli OLED RGB, senza la componente bianca filtrata? La componente bianca contribuisce a ridurre lo stress sulle alte luce, aumentando la longevità di tutto il pannello ed inoltre è più efficiente. Infatti gli OLED colorati, specialmente quelli blu, presentano serie problematiche in questo senso: fanno fatica a raggiungere picchi di luminosità elevati e hanno una vita breve. I TV QD-OLED dovranno far fronte a questo problema e sembra che Samsung dovrà utilizzare addirittura quattro strati, facendo lievitare parecchio i costi. E poi rimane il problema della luce blu spuria: i Quantum Dot non hanno una curva di assorbimento perfetta, quindi qualcosa potrebbe comunque passare.
Samsung: il futuro parla MicroLED?
Abbiamo capito che i costi sono molto alti per produrre pannelli QD-OLED, ma c’è un ulteriore vantaggio in favore dei MicroLED: possono essere facilmente prodotti da Samsung con un investimento abbastanza limitato. La tecnologia a MicroLED permette di raggiungere picchi di luminosità incredibili, vicini anche a 2000 nits. Inoltre la qualità dei TV MicroLED dimostrata da TCL è paragonabile agli OLED di LG e bisogna tener conto che questa tecnologia è ancora acerba. Infatti gli esemplari portati in commercio da TCL sono basati su MicroLED, ma non sfruttano a pieno la potenza di questa tecnologia. L’obiettivo è arrivare a pilotare migliaia di piccolissimi LED da 200-300 micrometri con un dimming evoluto. Il che richiede però un’elettronica di controllo molto potente e complessa. Tuttavia non è tutto oro quello che luccica: il costo di questa tecnologia e la produzione in volumi non consentirà l’ingresso nel mercato di massa. Inizieremo con alcuni prototipi al CES 2021 probabilmente, poi i primi modelli di fasci alta – come The Wall di Samsung già sul mercato in realtà – e non prima del 2026 secondo alcune stime vedremo i primi TV basati su MicroLED nel mercato di massa. Quindi lunga vita all’OLED per adesso! Dalla sezione elettronica è tutto! Continuate a seguirci!
Lascia un commento