ARM saluta i 32 bit. Dopo Windows, anche ARM decide di interrompere definitivamente il supporto ai 32 bit. Segnato al 2022 l’addio definitivo
La notizia ci giunge direttamente da Paul Williamson, general manager dei clienti Business di ARM, che ha comunicato la notizia nel corso della conferenza virtuale Arm Dev Summit.
ARM eliminerà gradualmente il supporto per le applicazioni a 32 bit nel 2022, e sui suoi nuovi chip ad alte prestazioni. Ad esempio soluzioni come il Cortex-A e i nuovi SoC nome in codice Matterhorn e Makalu, entrambi a 64 bit. ARM adesso potrebbe, almeno in teoria, produrre CPU più piccole in quanto si potrebbe sfruttare la stessa dimensione totale per altro. L’area delle CPU ARM ora occupata e destinate all’elaborazione delle applicazioni a 32 bit, potrà essere adesso sfruttata per altri scopi.
ARM saluta i 32 bit: segnato al 2022 l’addio definitivo
Proprio come Windows, che con l’aggiornamento di maggio 2020 (versione 2004) ha deciso di non rilasciare più versioni a 32 bit per gli OEM, oppure Google stessa, che già nell’agosto del 2019 aveva chiesto che tutte le app inviate a Google Play siano a 64 bit, ARM segue il passo.
Le motivazioni principali hanno a che fare con prestazioni ed efficienza. Se pensiamo ad esempio al codice della prima CPU Cortex-A, Makalu, a detta di ARM ci si aspetta prestazioni del 30% rispetto alla CPU Cortex-A78 del 2020. E sarà interamente realizzata a 64 bit. Questo potrebbe dare vita a soluzioni per dispositivi 2-in-1 sempre più potenti.
Anche Apple nel 2018 annunciava che macOS High Sierra sarebbe stato l’ultimo sistema a supportare le applicazioni a 32 bit. Ed anche NVidia ha abbandonato il supporto per i sistemi operativi a 32 bit per i driver delle sue schede grafiche già a dicembre 2017.
E se pensiamo anche ad AMD, il driver Adrenalin 18.9.3 è stato l’ultimo a supporto dei 32 bit.
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