Trattiamo uno dei successi Kickstarter più iconici di sempre; capiamo insieme il perché di tanto successo in questa recensione italiana integrale di Rising Sun, scoprendo anche stretch goals ed espansioni
Vi è un solo giudice dell’onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
Dal Bushido, il Codice d’Onore dei Samurai.
Politica e onore tra signori della guerra | Recensione italiana Rising Sun
Eric Lang non è nuovo a giochi dalla forte componente d’ambientazione (Blood Rage, Caos nel Vecchio Mondo), ma questa volta si è decisamente superato. Il coraggio di un tema tutt’altro che scontato, sicuramente meno immediato di Vichinghi e Warhammer, ripaga; la componentistica tocca picchi vertiginosi e il risultato è estremamente appagante.
Ma per aprire questa recensione italiana di Rising Sun, partiamo dalle meccaniche fondamentali del gioco.
Le meccaniche: quando la semplicità incontra l’originalità
Scopo del gioco è di accumulare punti vittoria in una struttura di partita a tre ere. Perlomeno in quest’ambito, si riparte da quell’illustre predecessore che è Blood Rage; da qui in poi, tuttavia, la direzione intrapresa è estremamente diversa.
Possiamo accumulare punti vittoria attestandoci come la fazione dominante in vari territori e la struttura di un’era è composta di due semplici blocchi: preparazione e combattimento. Durante la preparazione, come ogni signore della guerra che si rispetti, dovremo cercare alleati; non li troviamo in un mazzo di carte, né nei territori di gioco. Sono seduti accanto a noi ed esiste una fase in cui, dopo un acceso discutere, fatto di offerte, controfferte, scetticismo e sotterfugi, ci legheremo saldamente a un alleato. Non è un modo di dire: i nostri simboli verranno saldati assieme e, durante quell’era, otterremo benefici gli uni dagli altri.
Svolgimento del turno
Una volta forgiate le alleanze, potremo svolgere le azioni che un dudes on a map tipicamente prevede, vale a dire reclutamento e movimento di truppe e mostri, migliorie varie, ecc. L’eccezione è rappresentata dall’azione tradimento; possiamo scegliere di spezzare i solenni giuramenti pronunciati tra Daimyo e spazzare vie le truppe di un alleato, ma a un costo. In Giappone, l’onore è una cosa seria e tradire significa essere considerati alla stregua di tagliagole; il nostro clan verrà automaticamente spostato in fondo al tracciato dell’onore. Quest’ultimo rappresenta una statistica estremamente importante nel corso del gioco per sciogliere qualsiasi pareggio.
Menzione particolare va al sistema di combattimento: senza la presenza di alcun dado e massima espressione della meccanica preferita da Lang, il pick your battle. Partendo dalla presenza delle forze d’occupazione su un territorio, si procede ad un’asta segreta per aggiudicarsi una serie di azioni, comuni a tutti gli sfidanti; il vincitore verserà poi tutte le monete investite in questa fase d’asta al giocatore sconfitto, obbligandoci ad esercitare grande cautela.
Alla corte del feudatario: la Daimyo Box | Recensione italiana Rising Sun
Un vero e proprio Santo Graal per i collezionisti, questa scatola dall’illustrazione mozzafiato contiene tutti i contenuti sbloccati tramite Kickstarter; questo significa che se avete una copia di Rising Sun acquistata regolarmente in negozio e le abbinate questa scatola, avrete tutto quello che possiederebbe un backer (oltre naturalmente alle espansioni, ma sono anch’esse acquistabili tramite la GDO). Per questa ragione, il prezzo della Daimyo può toccare agevolmente vette superiori ai 200€ sui mercati secondari; ne vale quindi la pena? Analizziamo quello che contiene.
Innanzitutto un miglioramento a tutta la componentistica di base: fortezze tridimensionali, monete in metallo e segnalini in plastica spessa rendono obiettivamente il gioco molto più affascinante, verticale e appetibile. Certo, non tutti cedono a simili sirene, ma bisogna dire che giocare con una componentistica simile, dà davvero molta soddisfazione.
I dragoni di fuoco (a destra) e terra (a sinistra) plasmano il mondo a loro piacimento, incuranti dei mortali.
I mostri della Daimyo Box
In secondo luogo, i mostri. Per quanto, delle dieci aggiunte, poche siano esaltanti, figurano al contempo alcune delle più interessanti del gioco, l’Earth Dragon sopra tutti. La sua capacità di muovere miniature prima dell’inizio della battaglia dà luogo a sconvolgimenti strategici che impattano non solo la battaglia corrente, ma anche le successive (e le precedenti sotto forma di predizione). Anche Nure-Onna, che sembrerebbe un serpente marino, ha un effetto strategicamente molto impattante, essendo capace di muoversi tra regioni costiere durante la fase di guerra.
In generale, gli effetti di movimento in questo gioco sono preziosissimi e la capacità di modificare gli equilibri di forza a sorpresa in una regione è una delle migliori strategie da adottare. Va menzionato “Godzilla” (altrimenti detto Daikaiju), non tanto per l’effetto (pesantissima miniatura che entra a fine partita) quanto per l’imponenza della miniatura, che domina impietosa il Giappone intero al suo cospetto.
Il clan della Volpe
Chiudiamo il cerchio con il clan della Volpe, forse il vero protagonista della Daimyo. Premesso che i clan hanno poteri asimmetrici, anche piuttosto rilevanti, quello della Volpe ha un early game che funziona talmente bene da aver conquistato anche un amante dello scaling come il sottoscritto. La loro capacità di comparire astutamente ovunque, gratuitamente, all’inizio della fase di guerra è sorprendente non tanto per l’effetto in sé (va comunque saputo sfruttare in fase di battaglia), ma per le possibilità che apre in fase di scelta azioni. Insomma, se volete giocare una versione di Rising Sun ancora più profonda e spettacolare, soprattutto se il gioco vi ha già convinti e conquistati, l’acquisto vale i prezzi esorbitanti che figurano sulle (ormai poche) copie rimaste.
La mappa di gioco; ogni provincia, con una propria geografia, fornisce benefici differenti. Soldati, denaro e punti vittoria saranno premio del feudatario che le controllerà.
I Kami scendono in campo: l’espansione Kami Unbound | Recensione italiana Rising Sun
Kami, o spiriti in italiano; ai più sicuramente noti per l’espressione Kami Kaze, ovvero Vento Divino. Nel folklore e nelle credenze nipponiche, tipicamente politeiste o animiste, i Kami rappresentano elementi e forze primigenie, con nomi che ai giorni nostri sono stati presi in prestito dalla cultura di massa e che alcuni potranno riconoscere; ad esempio Yoshimitsu, lo spirito delle acque, Amaterasu, la dea del sole, Tsukuyomi, il dio della luna, e così via.
L’impatto dei Kami
Grazie a questa espansione di Rising Sun, che approfondiamo in questa recensione italiana, i Kami si affrancano e da mera cornice divengono veri e propri protagonisti.
Ripercorrendo la modalità tipica dei Kickstarter di grandi dimensioni, particolarmente quelli di casa CMON, il gioco, inizialmente concepito come unicum, viene poi proposto in una parte essenziale, lo scheletro quasi; il resto delle componenti, che lo veste e ne ripristina l’integrità naturale, viene proposta come espansioni. Ebbene, nel caso dei Kami, c’è da dire che il loro impatto è decisivo, forse più delle controparti norrene in Blood Rage, ed ognuno di loro è dotato di effetti interessanti e coerenti. La variabilità strategica cresce notevolmente, ma ciò che è interessante notare è quanto bene si inserisca questa aggiunta all’equilibrio del gioco base; in definitiva, è la riprova che il gioco nasce in origine contemplando questa ed altre espansioni al suo interno. L’acquisto è consigliato, volendo anche direttamente assieme al gioco base.
“Oh mio dio, è Godzilla”: l’espansione Monster Pack | Recensione italiana Rising Sun
La citazione nel titolo è abbastanza fuorviante, lo ammetto, e lo è per due ragioni. La prima è che il riferimento potrebbe non essere alla portata di tutti; la seconda è che in realtà “Godzilla” fa parte dei mostri del gioco base. Ad ogni modo, essendo un leitmotiv delle mie serate a Rising Sun, ho voluto includerlo ugualmente sperando di far sorridere qualcuno. Passiamo però all’analisi dei nuovi mostri: il contenuto aggiuntivo vale la spesa? Mi auguro che questa recensione italiana di Rising Sun vi stia aiutando a orientarvi.
Innanzitutto va notato che il contenuto della scatola (o scatolina) si ferma a quattro miniature; francamente piuttosto misero, soprattutto per un gioco glorioso ed epico come Rising Sun. In compenso, ciò ci permette di analizzarle tutte quattro e capire se vale i quasi trenta (!) euro di spesa.
Una versione splendidamente dipinta del mostruoso aracnoide, che cattura le prede grazie alla sua facciata anziché con la sua tela.
Un ragno mostruoso e affascinante
Partiamo col pezzo forte, a mio avviso: Jorōgumo. Questa creatura dal fascino terrificante presenta una miniatura particolarissima, un mastodontico aracnide che si regge su zampe sottili e appuntite come spilli (tanto che è necessario un supporto di plexiglass ad assicurare la stabilità della struttura), ma la parte superiore del corpo pare proprio una giovane ed elegantissima Geisha. Certo, è il febbrile parto di un incubo delirante, ma non solo la miniatura e il concetto sono eccezionali, lo è anche l’effetto. Ci permette di rubare, all’inizio di ogni combattimento in cui è coinvolta, un soldato avversario. Spesso, un’oscillazione simile nei rapporti di forza è determinante nello stabilire il vincitore e il fatto che questa creatura sia così semplice ed efficace le procura un posto nella top 5 dei mostri di Rising Sun.
Due archetipi che ritornano: Oni e Dragone
Poi troviamo l’Oni delle Pestilenze che impedisce a giocatori con più onore di noi di muovere nella provincia in cui si trova; finora, ho sempre trovato la strategia con gli Oni (ideata come meccanismo di catch-up per giocatori che giocano senza onore) tra le più difficili da perseguire, poiché un avversario accorto può scombinare facilmente le diverse condizioni di attivazione degli Oni. L’Oni delle Pestilenze non fa eccezione, e, per quanto il suo effetto potrebbe sembrare interessante per blindare una provincia e quelle circostanti, lo trovo comunque non tra i migliori.
Il Dragone del Fuoco fa parte della serie di leviatani mitologici che in Rising Sun hanno miniature tra le più riuscite ed impressionanti, un inestinguibile piacere per lo sguardo. Al contrario, il suo effetto è deleterio, quantomeno; infatti, mentre il mondo divampa attorno al dragone, permettendoci di eliminare una miniatura per ogni giocatore, ciò include noi. Una delle prime regole non scritte che impara un giocatore di Rising Sun è mai abbandonare un mostro al suo destino e purtroppo l’effetto del Dragone sembra fatto apposta per giocare in solitaria, lontano da miseri mortali. Francamente, a meno di non abbinarlo con mostri dagli effetti particolari come la Fenice, è estremamente oneroso da giocare.
L’albero della vita o l’albero della morte?
Chiudiamo in bellezza con Jinmenju, che sembra un anagramma di Jumanji, ma è invece un enorme albero; si può supporre un albero delle anime o il passaggio dal regno dei vivi a quello dei morti, poiché il suo effetto è che ci permette di utilizzarlo come una fortezza, oltre che mostro, fungendo da ulteriore punto di generazione truppe in fase di Reclutamento. Tuttavia, un effetto così potente si paga con l’onore… In fondo rianimare i morti non dev’essere ben visto in alcuna cultura.
In definitiva, il Monster Pack offre poco materiale, di cui forse solo due mostri sono davvero interessanti. L’acquisto potrebbe essere valido solo se siete completisti indomiti, se avete già giocato alcune partite e desiderate introdurre variabilità strategica o se qualcuna delle miniature vi affascina particolarmente.
Il brutale Daimyo della Luna (a sinistra) e la raffinata Daimyo del Sole (a destra).
Sole e Luna sorgono da lontano: l’espansione Dynasty Invasion | Recensione italiana Rising Sun
La dicotomia più antica del mondo nonché una delle più munte dagli artisti trova posto anche nel gioco dedicato al medioevo nel Paese del Sol Levante. Altrimenti detto, in questa recensione italiana di Rising Sun esploriamo l’ennesima espansione che riguarda due nuovi clan giocabili.
Innanzitutto, la provenienza dei due clan interessati è intrigante, si parla di oltremare, forse Cina o comunque sud-est asiatico; non solo, questi misteriosi stranieri giungono in buona compagnia, corredati dalla loro personale riserva di mostri. Già, perché una delle più importanti novità di questa espansione, che contribuisce a farla percepire come un’espansione “vera e propria”, sono i mostri esclusivi a cui questi clan hanno accesso, dal sapore forse meno epico ed opulento, ma dal retrogusto più sbarazzino e leggero (probabilmente più in linea con lo stile cinese, rispetto al grandeur nipponico).
Il clan della Luna
In seconda istanza, sono molto interessanti i poteri di cui i clan di Sole e Luna sono dotati. Diversamente dalla narrazione occidentale, che associa alla Luna tratti femminili, di grazia e mistero, nella mitologia shintoista la luna è maschile e dotata di grande potere; pertanto ogni soldato del clan della Luna conta come due forza. Dal momento che questa caratteristica è potenzialmente game-breaking, non è possibile avere più di due miniature per territorio; in questa maniera si passa da una situazione potenzialmente game-breaking a una game-braking. Si rende infatti questo clan una potenza da early-mid game, ma in difficoltà a stare al passo con lo scaling di fine partita.
Il clan del Sole
Il clan del Sole, al contrario, ha una caratteristica che, a primo acchito, potrebbe sembrare estremamente debole; tuttavia, in generale il sottoscritto ha imparato a diffidare nei giochi dei poteri scenografici e a ricercare quelli sottili, ma persistenti e solo apparentemente inoffensivi. In questo caso significa che ogni volta che ci troviamo a vincere un pareggio grazie all’onore, guadagniamo anche un punto vittoria e un soldo, facendoli al contempo perdere all’avversario sconfitto. Se confrontato con poteri dall’impatto immediato e riconoscibile, come appunto quello della Luna, della Tartaruga o della Volpe, di certo può apparire meno appetibile; tuttavia, la quantità di pareggi che si verificano e la facilità di perseguire una strategia onorevole rendono questo clan un’autentica macchina da punti.
In definitiva, trovo che l’acquisto di questa espansione sia assolutamente consigliato, anche direttamente in abbinamento col gioco base; non solo perché (non mi stancherò mai di ribadirlo) il gioco nasce in origine con molti di questi elementi inclusi, ma anche perché offre una diversità che va oltre il mero numero, mettendo sul piatto stili di gioco per tutti i palati.
Rising Sun e il retaggio di Lang
In questa recensione italiana abbiamo cercato di analizzare Rising Sun a tuttotondo; abbiamo approfondito i punti di forza di tutti i suoi numerosi elementi aggiuntivi, cercando di differenziare tra componenti necessari e semplici operazioni commerciali. Adesso è arrivato il momento di dare un giudizio definitivo.
Questo titolo si pone come successore di Blood Rage, che ha stabilito un paradigma nel genere; tuttavia, bisogna riconoscerlo, non arriva a toccare le vette di eleganza del suo antesignano. Complice di questo giudizio è anche l’incalcolabile livello di aspettative che i fan di Lang avevano raggiunto al lancio del gioco; non delude, ma non soddisfa appieno. Bisogna però anche riconoscere che, se non ci fosse stata questa circostanza, il gioco sarebbe stato considerato maggiormente. Questo poiché è un solidissimo titolo, con elementi di autentica originalità; trova i suoi punti di forza nell’ambientazione mozzafiato, nel sistema di combattimenti (tra i migliori in commercio attualmente) e nei materiali. Va tuttavia giocato quasi obbligatoriamente in molti, in numero pari e con giocatori molto smaliziati. Per trarre il massimo da questa esperienza è necessario che sappiano raccontarsela a vicenda e reggere e reagire all’impatto emotivo di un tradimento.
Punti a favore
- Materiali ottimi (eccezionali nel caso del KS)
- Ambientazione insolita ed estremamente riuscita
- Sistema di combattimento tra i migliori in assoluto
Punti a sfavore
- Costo alto o eccessivo di gioco base, espansioni e stretch goals
- E' ottimale se giocato in numero pari
- La sua efficacia come gioco può essere compromessa da giocatrici/tori con poco carisma
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