A qualche giorno dall’uscita, abbiamo avuto la possibilità di provare la nuova Fujifilm X-Pro3: ecco la nostra recensione
Ve l’abbiamo presentata in anteprima il mese scorso, e ora finalmente l’abbiamo presa in mano e siamo pronti a raccontarvi la nuova Fujifilm X-Pro3 in una nuova recensione. Abbiamo vissuto la new entry di casa Fujifilm ricercando il sapore delle storiche Rangefinder, delle quali si dimostra un’erede digitale soprattutto nello stile. Per questo, ci siamo armati di un corredo di ottiche fisse, (Fujifilm XF 16mm F1.4 R WR, Fujifilm XF 23 F2 R e Fujifilm XF 56mm F1.2 R APD) e siamo scesi in strada, pronti a respirare tutto il fascino della nuova X-Pro3.
E voi, siete pronti a scoprirlo con noi?
Specifiche tecniche | Recensione Fujifilm X-Pro3
- Sensore: X-TransTM*2 CMOS 4” retroilluminato da 26,1 MP
- Processore d’immagine: X-Processor 4
- Mirino EVF: OLED a colori 0.5” con 3,69 milioni di punti circa (4:3)
- Mirino OVF: Mirino Ottico Galileiano inverso con riquadro luminoso elettronico
- Sensibilità ISO: Standard (ISO160-12800), Estesa (ISO 80 / 100 / 125 / 25600 / 51200)
- Compensazione dell’esposizione: da -5.0 EV a +5.0EV a incrementi da 1/3EV
- Corpo macchina: lega di magnesio e rivestimento in titanio, tropicalizzato
- Schermo: LCD Touchscreen a colori da 3.0” formato 3:2
- Video 4K: (3840×2160)] 29.97p/25p/24p/23.98p 200Mbps/100Mbps fino a circa 15min
- USB Type-C (USB 3.1 Gen1), abilitata alla ricarica della fotocamera
- Dimensioni: 140.5 x 82.8 x 46.1 mm
- Peso: 497 g
- Prezzo: Black (circa 1950€), Silver (circa 2199€)
Foto scattata con Fujifilm X-Pro3 e Fujifilm XF 23 F2 R (ISO 1600, 1/60sec, f/2)
Impressioni di utilizzo | Recensione Fujifilm X-Pro3
Il corpo macchina: lo stile a telemetro
La nuova Fujifilm X-Pro3 colpisce fin dal primo sguardo. Elegante e resistente, nasce con un corpo in lega di magnesio e rivestimento in titanio antigraffio, tropicalizzato a umido e polveri. La sensazione è quella di avere tra le mani un corpo solido e stabile, perfettamente equilibrato. Il suo peso, meno di mezzo chilo solo corpo con batterie e schede, garantisce una buona portabilità e una discreta comodità di utilizzo.
La volontà di Fujifilm per la serie X-Pro non è un mistero: riportare in auge il fascino dello stile delle macchine a telemetro. Lo fa andando controcorrente rispetto a un mercato che cerca di adattarsi alle esigenze dei nuovi utenti della fotografia digitale, che prediligono lo scatto da schermo a una mano, come da smartphone. Con una scelta precisa, Fujifilm impone all’utente di vivere l’istante direttamente dal mirino, nel cuore della scena. Rende lo schermo poco pratico per la visione diretta, proponendolo chiuso e riproducendo in digitale la tasca per il talloncino della pellicola, in un tocco vintage che strizza l’occhio ai vecchi appassionati. Riporta tutti i comandi principali per lo scatto all’esterno, con due ghiere dedicate rispettivamente alla regolazione di tempi e sensibilità ISO e alla correzione manuale dell’esposizione con step di 1/3 di EV.
E ripropone il mirino ottico laterale com’era allora sulle Rangefinder, utilizzabile anche come mirino elettronico per mantenere viva l’anima digitale. Il passaggio tra le due modalità è possibile attraverso una levetta anteriore che richiama per forma e posizione la vecchia leva di attivazione meccanica dell’autoscatto.
Ergonomia e praticità
La compattezza e solidità della Fujifilm X-Pro3 la rendono un ottimo strumento da portare al collo nelle situazioni più disparate. Studiata per rendere agevole l’impugnatura a una mano, si dimostra stabile anche con ottiche di grande volume. Segnaliamo il fatto che, con l’utilizzo del mirino ottico (OVF) si è costretti a modificare le abitudini di impugnatura e di sostegno dell’ottica, per evitare di coprire parte dell’angolo di visuale e per non modificare inavvertitamente la regolazione dei diaframmi dalla ghiera degli obiettivi serie R.
L’anima digitale
Al corpo vintage è stata infusa un’anima digitale che rende la X-Pro3 una macchina adatta ai fotoamatori evoluti e ai professionisti affezionati alla tradizione. Questo grazie a un sensore APS-C X-TransTM*2 CMOS 4” retroilluminato da 26,1 MP, e a un processore di elaborazione delle immagini “X-Processor 4”. Inoltre, lo schermo LCD touch inclinabile ad alta risoluzione, da 1,62 milioni di punti, è utile in tutte quelle occasioni in cui il mirino non è facilmente raggiungibile; ad esempio per le riprese con la fotocamera bassa o per chi desidera scattare passando inosservato, mentre finge di modificare le ghiere delle impostazioni.
Il mirino elettronico (EVF) utilizza un pannello “organic EL” da 3,69 milioni di punti. Grazie anche a una frequenza di aggiornamento equivalente di circa 200fps, l’EVF si dimostra una scelta comoda e gradevole. Molto utile la possibilità di visualizzare l’anteprima dell’esposizione e del bilanciamento del bianco direttamente nel mirino, così come la simulazione dello zoom dell’area di messa a fuoco. Da tenere conto, però, dell’energia necessaria per svolgere queste funzioni, che riduce drasticamente la già breve durata della batteria (circa 300-400 scatti con mirino ottico, 200-300 con EVF).
Al mirino ottico è possibile affiancare un’anteprima del mirino elettronico, che rende più visibile il dettaglio della messa a fuoco e dell’esposizione. Così come è possibile visualizzare un riquadro con le cornici di simulazione dei diversi angoli di campo delle ottiche (pressione del tasto centrale sulla leva di cambio della tipologia di mirino).
Importante per l’uso professionale è la dotazione di doppio slot per Scheda SD, che consente la multi registrazione in backup dei servizi.
Lo sviluppo in camera | Recensione Fujifilm X-Pro3
Uno dei punti di forza della serie Mirrorless della Fujifilm è la possibilità di sviluppare JPEG finiti direttamente in camera, simulando le pellicole negative tradizionali. Si può scegliere tra le simulazioni di: Provia, Velvia, Astia, Pro Negative, Eterna e Acros, già presenti sulla X-Pro2 e adatte a condizioni di scatto svariate; Monochromatic Color, che permette di regolare il bianco e nero scegliendo il colore chiave da una matrice di toni caldi/freddi e tonalità magenta/verde. E in aggiunta, sulla Fujifilm X-Pro3 è presente la nuova Simulazione “Classic Neg” che riproduce la pellicola negativa a colori, con un ricco contrasto cromatico e un’ottima definizione dell’immagine.
Dynamic Range
Anche sulla X-Pro3, come nei modelli precedenti, la Fujifilm mette a disposizione la funzione Dynamic Range, un processo di ottimizzazione dello sviluppo del JPEG in camera che permette di diminuire il contrasto all’interno della foto. Un utile strumento per ridurre l’esposizione nelle zone molto luminose dell’istogramma e non bruciare i bianchi. È possibile impostare il range dinamico in auto, lasciando così che sia la macchina stessa a ragionare sulle correzioni (scelta che però sconsigliamo perché non sempre affdidabile); oppure, si può modificare di volta in volta il parametro Dynamic Range scegliendo tra DR100 (nessuna correzione), DR200 (uno stop di sottoesposizione EV) o DR400 (2 stop di sottoesposizione EV) in base alle condizioni di luce.
Abbiamo condotto alcune prove di sviluppo JPEG in camera, sfruttando anche l’impostazione DE. La X-Pro3 si è dimostrata una discreta alternativa per chi desidera avere subito un prodotto finito e, perché no, rapidamente condivisibile attraverso il wifi della fotocamera.
Prove sul campo | Recensione Fujifilm X-Pro3
La nuova Fujifilm X-Pro3 ci ha fatto compagnia per circa quattro settimane, durante le quali abbiamo sperimentato e vagato alla riscoperta del fascino della fotografia vintage. Abbiamo prediletto situazioni di scatto che ci permettessero di vivere l’esperienza della Street Photography, ma non ci siamo certo fatti mancare qualche occasione per sottoporre la macchina a condizioni non del tutto favorevoli.
Street Photography
La prima scelta è stata, ovviamente, quella della Street Photography. Abbiamo escluso la possibilità di utilizzare il mirino ottico, che limitava troppo la visuale per l’ingombro dell’ottica, e optato per il mirino elettronico con anteprima di esposizione e di bilanciamento del bianco, per garantirci rapidità nella regolazione dell’esposizione. La fotocamera indossata è risultata comoda con la cinghia al collo e di facile e veloce impugnatura, con un utilizzo istintivo e rapido. Anche lo schermo inclinabile si è rivelato utilissimo, per scattare senza attirare l’attenzione dei soggetti inquadrati.
Risultati ad ISO medio-alti
Abbiamo deciso di scattare anche in casi di luce estremi (tramonto e ore notturne), per utilizzare la X-Pro3 ad ISO medio-alti (1600-6400 ISO). Al tramonto, la Fujifilm X-Pro3 si è dimostrata una valida alleata: ottima resa e colori brillanti. A 1600 ISO abbiamo riscontrato una prima evidenza di rumore digitale, facilmente trattabile in fase di sviluppo con Capture One Pro12.
Nelle prime ore del buio, abbiamo utilizzato ISO fino a 6400, sensibilità alla quale la X-Pro3 mostra già i primi segni di rumore digitale importante. In fase di sviluppo con Capture One Pro 12, abbiamo preferito non ridurre del tutto il rumore per evitare l’impastamento dell’immagine e per salvare i dettagli. I risultati, visibili di seguito, appaiono comunque gradevoli e accettabili e l’effetto del rumore residuo ricorda la grana della pellicola.
Paesaggio Naturale
La Fujifim X-Pro3 ci ha accompagnati in più di una passeggiata nella natura; dal mare al fiume fino alla campagna, in condizione di luce intensa e cielo parzialmente o molto nuvoloso. Abbiamo effettuato dei test anche in Long Exposure, al mare con filtri Neutral Density, usando la posa B (Bulb) con conteggio dei secondi; in questo, è stata utile la filettatura del pulsante di scatto, che ci ha permesso di sfruttare un cavetto di scatto universale. Una volta fissata sul cavalletto, dallo schermo LCD inclinato a 90° abbiamo potuto osservare in comodità l’anteprima di esposizione e bilanciare le impostazioni di conseguenza.
La macchina mette a disposizione anche una posa T, dalla quale è possibile impostare tempi più lunghi di un secondo (il massimo al quale arriva la ghiera), e un’impostazione per il Timelapse, attivabile dal menù.
Paesaggio Urbano – Pisa
Per questa recensione, abbiamo messo alla prova Fujifilm X-Pro3 anche in un contesto urbano. In città, la macchina è stata nostra compagna nella ricerca dell’angolo perfetto sul Lungarno pisano. Abbiamo scattato a mano libera e in movimento, con il Fujifilm XF 16mm F1.4 R WR. Prima del tramonto e poi durante, la Fujifilm X-Pro3 ha dato vita a scatti dalle tonalità morbide e gradevoli. Anche in questo caso abbiamo sviluppato i JPEG con Capture One Pro12, affidandoci al supporto offerto per le camere di casa Fuji.
Paesaggio Urbano – San Salvatore (Cabras)
Infine, abbiamo portato la macchina a San Salvatore, un piccolo paese nel cuore della Costa del Sinis che ancora mantiene intatto il suo sapore antico. Qui la Fujifilm X-Pro3 ha dato il meglio di sé, catturando l’anima storica del luogo e cristallizzando il momento sia in bianco e nero che a colori.
Ritratto in studio
Per questa recensione, abbiamo messo alla prova Fujifilm X-Pro3 anche per la fotografia di ritratto. La X-Pro3, non è una fotocamera concepita specificatamente per la fotografia in studio. Del resto Fujifilm ha già nel suo catalogo sia la X-T3 che la X-H1, entrambe più adatte a questo genere di fotografia. Ma abbiamo comunque scelto di testarla anche in Studio sia per sottoporla a condizioni non del tutto favorevoli, sia per sfruttare lo splendido obiettivo Fuji XF 56mm F/1.2 R APD, che Fujifilm ci ha messo a disposizione.
Abbiamo quindi invitato in Studio la bellissima M.F. e predisposto il set per lo Shooting. E qui la sorpresa: la X-Pro3 non è dotata di presa PC-Sync per il collegamento dei flash da Studio. Una scelta giustificata, probabilmente, dalla filosofia Rangefinder di questa macchina; ma che comunque lascia perplessi se si considera che la X-Pro3, come le sue sorelle X-H1 e X-T3 (che al contrario dispongono della presa PC-Sync), è pensata per un pubblico di professionisti e fotoamatori evoluti.
In ogni caso, non avendo in studio un trigger dedicato Fujifilm abbiamo fortunatamente recuperato, dal fondo dei cassetti, un vecchio adattatore Hot Shoe-PC Sync e ci siamo messi a lavoro. La X-Pro3 ha dato dei risultati molto variabili tra gli scatti, almeno in termini di bilanciamento del bianco e di corretta interpretazione dei colori. Abbiamo comunque provveduto ad effettuare gli scatti necessari per la creazione del “profilo della fotocamera” e per il bilanciamento dei bianchi e risolto così facilmente il problema durante lo sviluppo con Capture One Pro 12.
La X-Pro3 ha mostrato un ottimo comportamento nella riproduzione del range dinamico della scena. Con il Fujifilm XF 56mm F/1.2 R APD le foto mostrano un eccellente sharpening e i risultati finali sono, a nostro avviso, del tutto soddisfacenti.
Ritratto all’aperto
All’aperto, in condizioni più familiari per la X-Pro3, ci siamo dedicati ad alcuni scatti di ritratti ambientati. Abbiamo sfruttato l’apertura e luminosità del Fujifilm XF 56mm F/1.2 R APD per ricreare l’effetto di sfocato nel ritratto in primo piano, e il Fujifilm XF 23 F2 R per il ritratto ambientato, giocando con le texture e con l’ambiente per fermare l’istante perfetto.
Recensione Fujifilm X-Pro3: vintage ma non per tutti
In queste quattro settimane in compagnia della nuova Fujifilm X-Pro3, abbiamo imparato ad apprezzare il suo fascino vintage. Una volta assorbito lo spirito e la filosofia di questa macchina, infatti, non abbiamo sentito la mancanza di uno schermo LCD sempre disponibile, e abbiamo anzi vissuto l’esperienza di scatto in modo più intenso e coinvolgente.
La Fujifilm X-Pro3 è una macchina dal corpo solido, bella esteticamente ma anche performante e moderna. Con un sensore di ultima generazione da 26,1 MP e un processore d’immagine ad alte prestazioni, garantisce scatti in RAF di qualità e simulazioni di pellicola JPEG davvero convincenti; e l’alta risoluzione del mirino EVF e dello schermo LCD permettono di osservare la scena a definizione elevata. La durata della batteria resta però, senza alcun dubbio, il punto più debole delle macchine mirrorless, e la X-Pro3 non è un’eccezione. Con il mirino elettronico sempre attivo e anche senza fare affidamento sullo schermo LCD, la macchina richiede una ricarica costante, dopo soli 200-300 scatti.
Il prezzo elevato, infine, è la caratteristica che ci fa pensare che la Fujifilm X-Pro3 non sia una macchina adatta a tutti. Pensata per un pubblico di nostalgici, professionisti e fotoamatori evoluti, dà il suo meglio nella Street Photography e nel Reportage, con un occhio di riguardo allo scatto in bianco e nero e uno sviluppo in camera che riproducono l’essenza della fotografia vintage.
Punti a favore
- Fascino Vintage
- Corpo macchina resistente
- Ottima ergonomia
- Peso equilibrato e ottima stabilità
- Velocità e alta definizione del mirino EVF
- Anteprima di esposizione e bilanciamento nel mirino
- Simulazione pellicola nei JPEG in camera
- Doppio slot SD
Punti a sfavore
- Bassa durata della batteria
- Rapporto prestazioni/prezzo
- Rumore digitale a ISO medio-alti
- Assenza della presa PC-Sync
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