Oggi andremo a scoprire il regista greco Yorgos Lanthimos, autore di film come La Favorita, che con il suo cinema cinico e sfacciato si è imposto sulla scena mondiale
In questo speciale per la prima volta parleremo non di un regista statunitense ma di un cineasta greco, Yorgos Lanthimos. Una personalità che quindi è nata in un territorio difficile per ottenere una rilevanza mondiale a livello cinematografico ma che è riuscito comunque ad imporsi sulla scena mondiale. Dopo gli studi sul cinema, Lanthimos passa un lungo periodo di “gavetta” in cui alterna spot pubblicitari, videoclip musicali, cortometraggi e spettacoli teatrali. Già in questo periodo, però, come ammetterà lo stesso regista, possiamo trovare la volontà di raggiungere qualcosa di più “elevato”. Lanthimos lavora, infatti, non solo a spot TV ma anche a progetti molto più personali e complessi come alcuni cortometraggi sperimentali.
Dopo questo periodo, finalmente, esaudisce la sua aspirazione e inizia a dirigere film. In particolare, con i film greci Alps e Kynodontas inizia a farsi notare nei festival che contano come Cannes, vincendo diversi premi. Da qui sarà tutto un crescendo; Hollywood si accorge di quest’uomo, diverse star vogliono lavorarci assieme e da qui in poi i film da lui diretti saranno tutti in lingua inglese. Stiamo parlando di The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e La Favorita. Tutte opere apprezzatissime dalla critica, in particolare La Favorita candidato addirittura a 10 premi Oscar. Andiamo quindi ad analizzare il Lanthimos regista, tenendo conto soprattutto di questo ultimo periodo di fama mondiale.
Yorgos Lanthimos: stile
Iniziamo dicendo che Yorgos Lanthimos è molto riconoscibile da un punto di vista stilistico. Nei suoi film, prima di tutto, abbiamo sempre una grande quantità di rallenty e carrelli. Soprattutto quest’ultimi danno una grandissima fluidità ed eleganza alle sue opere; si può dire che vi è quasi un abuso di carrelli nel suo ultimo film, “La Favorita”. Nei momenti di tensione la cinepresa va ad esteriorizzare questa sensazione e ben si contrappone a sequenze completamente ferme e statiche. Spesso, infatti, Lanthimos alterna queste “corse” della camera a momenti in cui è completamente ferma, come se noi spettatori fossimo a teatro. La sua esperienza nella ripresa di spettacolo teatrali sicuramente si sente in queste situazioni.
Rallenty e musica classica
I rallenty vengono, invece, utilizzati per dare maggiore importanza a momenti fondamentali della storia oppure per esasperare sequenze grottesche. Lanthimos, infatti, utilizza molto il grottesco e lo humour nero. Pensiamo alle scene di caccia in The Lobster oppure alla corsa delle anatre in La Favorita. Tutte sequenze grottesche ma anche cariche di significato. Questi rallenty, vengono poi resi ancora più belli da un sapiente e ricercato uso di musica classica. Quest’ultima è un altro punto fermo del cineasta che la utilizza, così come i rallenty e i carrelli, quasi in maniera ossessiva. A volte accompagna ciò che vediamo sullo schermo, altre volte è volutamente in contrasto. È da evidenziare l’utilizzo molto particolare della colonna sonora nel “Sacrificio del cervo sacro”, dove in alcune sequenze va addirittura a sovrapporsi completamente al parlato. Sicuramente non una scelta completamente nuova ma comunque audace e originale nel panorama hollywoodiano.
Kubrick insegna
Un altro elemento che spicca nei film di Lanthimos è l’utilizzo dei campi medi e delle lenti grandangolari. Questo aiuta a una totale immersione nell’ambiente filmico, eccetto il caso della Favorita dove abbiamo un grandangole talmente elevato che va a distorcere le immagini. Ovviamente è una scelta ben calibrata che trasmette implicitamente le bassezze dei reali, nobili e politici presenti nel film. Infine Lanthimos, nei momenti topici, ricorre molto a montaggi alternativi in cui quello che sentiamo non corrisponde alla scena attuale ma a ciò che abbiamo visto oppure vedremo successivamente. Anche qui, a dimostrazione della raffinatezza stilistica del regista, le sequenze sono comunque ben gestite allo scopo di far ragionare lo spettatore, di renderlo attivo senza però neanche confonderlo. In questo aiuta il fatto che, generalmente, le storie messe in scena, seppur molto profonde e concettuali, sono anche abbastanza semplici.
Senza voler risultare provocatori, possiamo dire che Lanthimos, da un punto di vista stilistico, si avvicina al grande Kubrick. Basta solo pensare all’ utlizzo di musica classica, le lenti grandangolari, i rallenty, i carrelli… tutti strumenti comuni ai due registi. Ovviamente non parliamo di una comunanza solo a livello stilistico; anche per quanto riguarda i contenuti possiamo trovare diverse similitudini. D’altronde il cinema mette a disposizione diversi strumenti che possono e devono essere utilizzati anche per trasmettere determinate sensazioni e tematiche.
Yorgos Lanthimos: tematiche
Tutto ciò che è stato detto sopra serve ad enfatizzare lo sguardo cinico e volutamente provocatorio di Lanthimos. Probabilmente una delle sue opere che più riflette questo sguardo è The Lobster, dove tutto è estremizzato e ciò che rimane è semplicemente una scomoda critica a coloro che categorizzano la società . Nel film distopico, dove se non si trova l’amore entro un certo termine allora si viene trasformati in animale, abbiamo due fazioni: coloro che si adattano al sistema e i ribelli-solitari. Tuttavia anche quest’ultimi sono pieni di incongruenze e lati negativi; ecco perchè alla fine ciò che rimane del film è un’aperta polemica contro chiunque vede l’amore come un concetto senza sfumatore e vie di mezzo.Â
Personaggi abulici e spregiudicati
Conseguenza dello sguardo cinico è che quasi tutti i personaggi di Lanthimos oltre ad essere molto particolari, spesso si dimostrano anaffettivi e spregiudicati. È difficile empatizzare con questi personaggi che oltre a risultare abulici, vengono rappresentati con scarso approfondimento e background. Anche in “Il sacrificio del cervo sacro”, pur non essendoci società distopiche o politici corrotti, i personaggi vengono rappresentati quasi alienati. È importante sottolineare che questa caratterizzazione si evince anche prima dell’inizio della diabolica vendetta del ragazzo antagonista. I personaggi dei film di Lanthimos sono quindi, quasi sempre, volutamente rappresentati in questo modo.
L’importanza dello humour nero
Sempre ad accompagnare lo sguardo cinico del regista e la “strana” caratterizzazione dei personaggi, vi è un geniale uso dello humour nero. Probabilmente solo nel film citato nel paragrafo qui sopra lo humour nero non è così tanto presente; anche se il finale rientra pienamente nel sarcasmo tipico del regista greco. In generale, comunque, con Yorgos Lanthimos frequentemente ci troviamo a ridere a denti stretti, poichè certe sequenze altro non sono altro che commedia amara e sconsolata. Tra i registi che possiamo paragonare per questo utilizzo della commedia , vi è sicuramente Bong Joon Ho, autore dell’acclamato Parasite.
Yorgos Lanthimos: conclusione
Concludiamo, dicendo che Yorgos Lanthimos è un regista che col suo stile elegante e al tempo stesso spietato è riuscito ad imporsi in un sistema dove è difficile entrare, soprattutto se si è portatori di un modo di fare così cinema così personale. Siamo anche sicuri che il cineasta ha conquistato non solo la critica ma anche una buona fetta di pubblico, soprattutto coloro che cercano uno stile autoriale e deciso. Oltretutto dobbiamo considerare che sono ancora pochi i registi come Lanthimos, non di cittadinanza statunitense, che riescono a farsi notare così prepotentemente sulla scena internazionale. La recente vittoria agli Oscar del sopracitato Parasite sembra però voler dimostrare che si va verso una maggiore “internazionalizzazione” del panaroma cinematografico. Detto ciò, siamo giunti alla fine del nostro speciale sui registi più interessanti del decennio e vi diamo quindi appuntamento alla prossima settimana.
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