A pochi episodi dal finale, la seconda stagione di Westworld ci narra finalmente la storia dietro la fazione degli indiani
Con l’arrivo del climax finale praticamente tra poche settimane, gli sceneggiatori della seconda stagione di Westworld decidono di utilizzare la tecnica del rallentamento. Infatti questo ottavo episodio non porta avanti nessuna storyline principale di Westworld, ma anzi si concentra tutto sulla sola figura diĀ Akecheta, il misterioso guerriero indiano di cui si ĆØ saputo sempre poco o nulla.
L’episodio dunque racconta tutta la storia del pellerossa: dai suoi primi giorni come attrazione fino al presente, dove ĆØ diventato una inarrestabile macchina da guerra consapevole di ciò che ĆØ.
Il lato indiano di Westworld
Che l’episodio sia unico lo si capisce sin dalle battute iniziali dell’episodio, infatti non ci troveremo di fronte al solito flashback/flashforward ma seguiremo un uomo in nero ormai moribondo che viene salvato proprio daĀ Akecheta. I due arrivano all’accampamento dell’indiano, quiĀ Akecheta si avvicina alla figlia di Maeve per raccontargli tutta la sua storia, e sarĆ questo il pretesto narrativo per farci assistere a un lungo flashback che ci mostrerĆ le origini dell’indiano.
Veniamo a sapere che all’inizioĀ Akecheta era un’attrazione come tante, e viveva la sua vita come un qualsiasi nativo americano nel vecchio west, la sua vita cambia radicalmente quando si ritrova nel luogo dove anni fa Dolores sterminò un intero villaggio, e portato avanti dalla sua curiositĆ riesce a entrare in contatto con un labirinto (ricordate il disegno del labirinto che tanto spesso si vedeva nella prima stagione?).
Il labirinto diventa un ossessione e inizia a dipingerlo ovunque, e noi finalmente abbiamo la conferma che quando un attrazione entra in contatto con questo disegno astratto inizia a essere consapevole di se stessa e quindi porsi domande.
Le varie domande che si porrĆ Akecheta lo porteranno a capire cosa ĆØ, ma sopratutto inizierĆ a nutrire odio per i suoi creatori. Inoltre nascerĆ in lui la voglia di trovare una “porta” che conduca al mondo degli umani, in quanto crede che non sia giusto per il suo popolo vivere ancora nel parco. Ma la ragione più profonda delle azioni diĀ Akecheta sarĆ sempre la sua amata, infatti il suo primo obbiettivo da essere autonomo sarĆ proprio ritrovarla, e con lei scappare nel nuovo mondo.
FarĆ dunque finta di morire per essere trasportato nel luogo dove vengono portate le attrazioni da riparare, qui troverĆ finalmente la sua amata ormai ridotta a un corpo freddo e inattivo e sarĆ proprio questa visione a cambiare radicalmente il proprio scopo di vita diĀ Akecheta.
Da innamorato alla ricerca della sua amata si trasformerĆ in un simbolo di ribellione, il cui unico scopo e far risvegliare i propri simili dal proprio sonno tramite il labirinto.
Sul finale poi scopriremo che Akecheta non stava raccontando tutto alla piccola, ma bensì a Maeve stessa tramite un interconnessione e dunque pare che i due saranno destinati a diventare alleati.
Un indiano romantico
Sono due gli elementi che distinguono questo episodio dal resto della seconda stagione: il primo ĆØ la totale natura monotematica dei quasi sessanta minuti che compongono l’episodio, il secondo invece ĆØ un senso di romanticismo che permea tutto l’episodio.
Il fatto che sia monotematico non ci ha convinti del tutto, il ritmo cala drasticamente e, per quanto vedere finalmente il passato del guerriero indiano sia interessante, ciò non riesce a placare una certa noia che si sente da metĆ episodio in poi.Ā Passando invece alla base romantica dell’episodio possiamo dire che ha veramente il suo perchĆ©: prima di tutto vedere un personaggio che si muove per puro amore, strano a dirsi, ma risulta quasi nuovo per Westworld.
In secondo luogo questo porta avanti uno dei concetti base della serie ovvero che sono le emozioni che fanno l’essere:Ā infatti tutte le attrazioni che fino ad ora sono riuscite a trovare il proprio “io” sono tutti quei personaggi mossi da forti emozioni, siano esse di odio o di amore.
L’episodio ĆØ poi vittima di essere un “ponte” dalla fase centrale della stagione a quella finale, con tutti i difetti a livello di ritmo e di narrazione che ne convengono.
Per concludere, la seconda stagione di Westworld si affaccia ai suoi due episodi finali in maniera poco convincente.
Capiamo l’esigenza di avere un episodio che faccia da traino per il finale vero e proprio, ma dopo unĀ episodio precedenteĀ che nemmeno ci aveva convinti, era lecito aspettarsi molto di più.
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