Westworld stagione 2: parere sulla 2×06 “Phase Space”

Forse Westworld è seriamente un parco giochi: sono ormai sei episodi, e questa seconda stagione ci fa sempre più sentire sulle montagne russe. Montagne russe formate da delusioni e sorprese, momenti pacati e momenti al cardiopalma, momenti dalla scrittura fine e altri in cui sembra che la sceneggiatura fatichi a decollare.

E noi poveri spettatori non possiamo che continuare a comprare il biglietto per la giostra e sperare sempre in un nuovo episodio al top. Ammettiamo che questo sesto giro ancora una volta ci lascia interdetti su alcuni punti, ma almeno la velocità dell’attrazione sta crescendo, iniziamo a percepirlo, e speriamo di scendere dalla carrozza pienamente soddisfatti.

Westworld stagione 2: pellegrinaggi senza fine

No, non vi preoccupate anche questa volta iniziamo con una scena in un tempo non ben delineato, ma stavolta almeno è veramente interessante, in quanto osserviamo un ennesimo incontro da Bernard e Dolores, la cosa stupefacente stavolta è che sembra essere Dolores a controllare Bernard, e non l’inverso. Il non far capire “quando” questa scena è collocata aumenta enormemente l’attenzione verso la serie, e speriamo vivamente che avremo una risposta al più presto.

Stavolta l’episodio riesce a dedicare del tempo a tutti i personaggi principali e i loro rispettivi viaggi verso una meta, in alcuni casi ancora non ben delineata, ma andiamo con ordine.

Iniziamo da Maeve, il suo percorso in questo episodio è veramente quello più diviso tra luci e ombre perchè in un primo momento abbiamo la chiusura del suo arco narrativo nel parco dei samurai, e si sente come non siano riusciti a gestire per bene questa side story, in quanto ci lasciano osservare veramente gli ultimi passi nella terra giapponese, e dopo un episodio interamente dedicato credevamo di aver messo una pietra sopra la questione.

Ma fortunatamente nello stesso episodio Maeve riesce finalmente ad arrivare anche di nuovo a Westworld, e a ritrovare subito la propria (almeno per la sua storyline) figlia. Ovviamente la piccola sarà tra le braccia di una nuova mamma, e questo unito all’arrivo degli indiani, che continuano a sapere più del dovuto, rendono il percorso di Maeve ancora capace di regalare qualche sorpresa.

Discorso diverso per l’uomo in nero, il personaggio dopo essersi ricongiunto con la propria figlia non avanzerà molto nel suo percorso, ma avrà veramente un bel scambio di opinioni con quest’ultima, dove scopriremo qualcosa in più sulla sua personalità, sul suo passato e sopratutto su quanto sia pronto a lasciare tutto pur di continuare il suo viaggio.

Ho lasciato per ultimo Dolores e Bernanrd per un motivo preciso: sembra che i due siano destinati a ricongiungersi prima di quanto sembrava. La parte con Dolores continua a essere senza mordente e senza alcuna utilità, ma servirà solo a farci notare quanto Teddy sia diventato cattivo. Bernand invece si riconferma la migliore storia di questa seconda stagione anche grazie alla grande profondità che sta dimostrando il personaggio.

Bernanrd infatti, ancora in compagnia di Elise, arriverà a un luogo denominato “la culla” dove si collegherà a un apparecchio che gli permetterà di entrare in un “database”, dove sono presenti tutte le attrazioni sotto forma di dati, ed è qui che Westworld lancia il suo colpo di scena: Ford pare essere ancora vivo all’interno di questa culla, ma per scoprire tutto su questa situazione dovremmo aspettare i soliti sette giorni.

Un Westworld tra luci e ombre

Sappiamo che non è difficile gestire una serie TV ricca di personaggi, sopratutto quando ci si prefigge come obbiettivo principale il renderli il più umani e profondi possibili, ma la differenza di qualità tra le varie storie inizia a farsi sentire.

Sappiamo bene che Dolores continua il suo viaggio a poco alla volta perchè è destinata a esplodere verso il finale in quanto leader della ribellione, ma è al contempo vero che le sue scene stanno diventando noiose e senza mordente ed è quasi inammissibile per colei che a conti fatti è la protagonista della serie.

Fortunatamente, mentre anche Maeve continua in una tutto sommato mediocrità, le storie dell’uomo in nero e Bernard continuano a intrattenere e tenere la tensione alta. Parte del merito va anche agli attori, che rendono veramente magistrali i monologhi di questi due personaggi di cui stiamo scoprendo, e riscoprendo, a poco a poco ogni parte più profonda del loro carattere. Ciò che continua a convincerci del duo sta sempre nei loro ottimi dialoghi, e nelle loro azioni che riescono a essere sempre uno specchio delle loro emozioni più profonde.

Concludiamo questa parte critica appoggiando in pieno la scelta di riportare sulla scena Ford. L’uomo che ha tirato i fili di tutta la prima stagione è finalmente pronto a tornare per darci delle risposte troppo a lungo rimaste in sospeso (o porrà altre domande?), ma sopratutto rivedere Anthony Hopkins sulla scena non può che renderci felici.

Quindi che dire di questo sesto giro di giostra? Sicuramente alcune curve ad alta velocità ci sono state e ci ricordano sempre che Westworld è una serie diversa dalla massa, ma i punti in cui rallentiamo continuano a esserci, riusciranno le prossime corse a farci rimanere soddisfatti di questa nostra gita al parco giochi Westworld?

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