Terzo giro di boa per la seconda stagione di Westworld, saremo sulla giusta strada per un prodotto da ricordare?
Dopo un episodio iniziale sul filo della mediocrità, e un secondo con cui iniziava a ricordare la propria identità, la seconda stagione di Westworld ritorna con un terzo episodio a dir poco interessante.
Stavolta gli autori hanno giocato di furbizia e ci regalano un episodio, che per quanto ancora classico nello svolgimento, riesce a regalare qualche bella conferma narrativa ai fan della serie.
Westworld è solo l’inizio
Gli sceneggiatori devono averci preso gusto: anche questo terzo episodio si apre in un luogo mai visto prima. Il posto che ci viene mostrato ricorda in tutto e per tutto l’India: turbanti, elefanti e gente armata di moschetto pronta alla caccia sono, infatti, tutti elementi tipici di questa nazione. In questa sequenza di apertura vedremo all’opera un nuovo personaggio femminile, che darà la risposta ai dubbi venuti ad ogni fan della serie sin dai primi istanti: si, ci troviamo in un nuovo parco d’intrattenimento come Westworld.
Quest’ultimo, però, pare ancora in fase di costruzione, in quanto la donna si troverà a scappare attraverso dei confini incompleti fino a raggiungere una scogliera dove affronterà una tigre, che si scoprirà essere la tigre morta sulle spiagge di Westworld dell’episodio precedente.
Il resto dell’episodio, narrativamente parlando, si svolge in maniera del tutto lineare, con i protagonisti che fanno altri passi in avanti verso le loro destinazioni. Mentre per il percorso di Maeve vi parleremo in seguito, è giusto soffermarsi su Bernard e Dolores.
Le strade dei due, infatti, si incrociano in quanto entrambi si imbattono nell’attrazione che aveva il ruolo del padre di Dolores. Anche se per motivi diversi la coppia si troverà nel bel mezzo di una battaglia per la difesa di un forte, che in pieno stile Far West, mostrerà un primo grosso scontro tra robot e umani. A fine battaglia Dolores avrà ottenuto la sua prima piccola vittoria su un primo numeroso gruppo di umani, anche a costo di sacrificare i suoi simili; intanto, tramite Bernard, riusciamo a sapere che il padre di Dolores nel suo corpo nasconde molto di più di quello che si credeva.
Per quanto la maggior parte dell’episodio si concentri su Bernard e Dolores il finale riesce a regalarci qualche sorpresa, mostrandoci in primis la donna della prima scena arrivare a Westworld, ma soprattutto, vediamo per la prima volta in azione i samurai.
Westworld stagione 2: altra stagione altro parco
Questo terzo episodio più di tutti ci ha dato sensazioni contrastanti. Da un lato troviamo scelte narrative finalmente azzeccate: dare finalmente uno sguardo ad altri parchi è ciò che aspettavamo da tempo, mentre l’assalto al forte rappresenta quel tocco western che tanto serve a Westworld. Dall’altro lato troviamo ancora una realizzazione tecnica non ottima che non spettacolarizza a dovere proprio scene come quella dell’attacco.
Un altro punto dolente sta diventando la linea narrativa di Maeve: per quanto l’idea di base del suo percorso sia potente (la sua visione di ribellione per certi versi è anche più intelligente di quella di Dolores), e per quanto nelle sue scene l’elemento introspettivo dei robot sia ricorrente, la sua storia sta purtroppo diventando un noioso camminare verso sua figlia, di cui ricordiamo sapere esattamente la posizione, ma gli autori pare ci tengono a rallentarla.
Questa scelta si traduce in una storyline con Maeve quasi scocciante, dove la protagonista si limita a incontrare un nuovo personaggio per episodio senza mai arrivare alla meta.
Sembra proprio che la fiducia che abbiamo riposto in Westworld stia venendo ripagata.
Alcuni difetti senza dubbio restano, ma vedere un nuovo parco e finalmente (anche se per poco) i samurai in azione sono scelte che ci fanno ricordare perchè abbiamo inserito Westworld fra le migliori serie del 2017.
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