Bentornati al nostro consueto appuntamento della rubrica Voce alle donne, uno spazio interamente dedicato all’universo femminile. Oggi dedichiamo questo articolo ad un prodotto molto particolare: la docu-serie targata Amazon Prime Ted Bundy: Falling for a Killer.
Il nostro appuntamento di oggi, a differenza delle altre volte, verterà su un prodotto molto particolare, sia per forma che per contenuto. Parleremo, infatti, della docu-serie Ted Bundy: Falling for a Killer. Vi chiederete perché in una rubrica dedicata all’universo femminile si parla di un fatto di cronaca nera che ha per protagonista uno spietato serial killer. La risposta non è banale come si potrebbe pensare; perché sebbene le vittime di Ted Bundy fossero tutte donne, il motivo che ci ha spinto a parlarne in questa rubrica è la prospettiva da cui vengono narrate le vicende. La parola stavolta spetta alle donne, che in questa interessantissima docu-serie targata Amazon Prime, ci raccontano la storia dal loro punto di vista: la fidanzata storica di Bundy, le investigatrici coinvolte nelle indagini e alcune delle vittime sopravvissute. Inoltre molto spazio viene dedicato al contesto socio-culturale di quegli anni in cui le donne iniziarono a scendere nelle piazze per rivendicare i propri diritti, cosa che sicuramente ha avuto una grande influenza su Bundy. La serie rivela come l’odio patologico di Bundy verso le donne si sia scontrato con le guerre culturali e il movimento femminista degli anni ‘70, in una delle più celebri storie di criminalità del nostro tempo.
La figura di Ted Bundy – Falling for a Killer
Il processo contro lo spietato e carismatico Ted Bundy ebbe una risonanza mediatica senza precedenti negli Stati Uniti. Tra il 1974 e il 1978 Bundy uccise, torturò e seviziò circa trenta donne. A sconvolgere l’opinione pubblica fu non solo l’efferatezza delle aggressioni, ma anche il comportamento di questo assassino in grado di esercitare un fascino particolare su chiunque incontrasse. Bundy, infatti, veniva descritto come il tipico bravo ragazzo, il “principe azzurro” che ogni padre vorrebbe vedere al fianco della propria figlia. Approfittando proprio della sua aria da persona per bene, manipolava le sue vittime: giovani donne disposte ad aiutare una persona in apparente difficoltà.
Capace di manipolare le persone, di darsi alla fuga per ben due volte e di difendersi in giudizio da solo, in prossimità della sua esecuzione Bundy ha iniziato a confessare gli atroci omicidi lasciando comunque irrisolti molti casi. La figura che emerge dai racconti di chi ha condiviso la propria vita con Bundy è quella di una persona amorevole e gentile. Non stupisce dunque che queste stesse persone stentassero a credere che dietro il bravo ragazzo della porta si nascondesse, in realtà, un mostro.
Una prospettiva femminile – Falling for a Killer
Ciò che affascina della docu-serie di Amazon, a differenza delle altre dedicate al famigerato serial killer, è la prospettiva adottata per raccontare le vicende avvenute in quegli anni. Si tratta, infatti, di un racconto corale che vede in primo piano il racconto della fidanzata storica di Bundy, Elizabeth Kendall, di sua figlia Molly. Falling for a Killer mostra la vita privata di Bundy: le parole dell’allora fidanzata ci presentano così un uomo dalle buone maniere, presente in casa e molto affettuoso, attivo in campo politico e con la volontà di diventare avvocato. Anche la figlia di Kendall, avuta da una precedente relazione, riporta di come il compagno della madre sia stato una figura di riferimento nella sua giovane età, regalando momenti di serenità in famiglia. Entrambe riponevano totale fiducia in lui. Nessuno avrebbe mai immaginato che quel giovane dall’aspetto rassicurante fosse in realtà uno spietato assassino.
Falling for a Killer segue altri titoli dedicati alla figura di Bundy: dall’acclamata docu-serie di Netflix Conversazioni con un killer: il caso Bundy, al film Ted Bundy – Fascino Criminale, con Zach Efron. Ma se in questi ultimi due prodotti abbiamo visto Bundy come protagonista assoluto, in grado addirittura di suscitare empatia, in Falling for a Killer la storia si focalizza su chi ha conosciuto Bundy, restituendoci un’immagine diversa da quella che conosciamo, più realistica. L’indagine si fa più intima e privata, facendo sì che l’impronta documentaristica si trasformi in un’esperienza umana, dalla forte carica emotiva. Inoltre, le vere protagoniste di questa triste vicenda sono le vittime di Bundy, che impariamo a conoscere attraverso i racconti di chi le conosceva e le forti testimonianze di chi è riuscita a scampare all’ira omicida di Bundy. Giovani donne, alcune addirittura delle bambine, morte per mano di una mente malata. Per questi motivi il titolo di Amazon, accompagnato da foto e testimonianze mai raccolte prima davanti ad una telecamera, si distingue nettamente dalle precedenti docu-serie.
Il contesto sociale e il movimento femminista – Falling for a Killer
Interessante è lo sguardo approfondito al contesto culturale che ha fatto da sfondo alle vicende. Il documentario, infatti, non è solo il semplice resoconto di come Bundy sia riuscito a commettere così tanti efferati crimini, ma allarga il proprio sguardo al contesto storico di quel periodo. La prospettiva femminile di questa docu-serie non si manifesta infatti solamente nelle numerose testimonianze delle donne che hanno incrociato la vita di Bundy – vittime che sono riuscite a sopravvivere al loro aguzzino, investigatrici che si sono impegnate nelle indagini – ma anche e soprattutto nel contesto sociale di quegli anni, che vedeva le donne impegnate in prima linea per la rivendicazione dei propri diritti. La docu-serie compie un’ampia digressione sulla condizione della figura femminile e di come, nonostante le discriminazioni a cui erano sottoposte, le donne iniziarono capire l’importanza del proprio ruolo nella società e a valutare la necessità di emancipazione.
Gli anni ‘70 negli Stati Uniti hanno visto lo scandalo Watergate, la realizzazione delle grandi infrastrutture che univano il paese e soprattutto il movimento femminista con l’emancipazione delle donne. Queste ultime scendevano in strada a manifestare per rivendicare la propria libertà. La donna non era più una casalinga e una moglie sottomessa, ma stava iniziando a far sentire la propria voce. E questo ebbe sicuramente un effetto destabilizzante su molti uomini, compreso Bundy, che vedevano il loro ruolo di supremazia messo seriamente a rischio. Il documentario, quindi, assume anche un forte valore educativo sulla storia degli Stati Uniti degli anni ‘70 e sul delicato contesto socio-culturale del periodo.
Perché vedere questa docu-serie
Falling for a Killer, sfruttando il fascino tipico delle docu-serie crime, mira a raccontare una storia che vada oltre i cliché del serial killer e ciò che tradizionalmente è stato detto su Ted Bundy, restituendoci invece un’immagine più privata e intima. La storia, ormai nota a tutti, viene raccontata in un’ottica diversa e da una prospettiva sicuramente interessante, senza lasciare margine però all’empatia nei confronti di questo efferato omicida. I riflettori sempre puntati sul movimento femminista di quegli anni, poi, fanno di questa docu-serie un prodotto non solo di alta qualità ma anche diverso rispetto a tutti gli altri incentrati sullo stesso racconto.
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